“MI SONO GRAFFIATO, VOLEVO FARMI MALE DA SOLO...” - GUARDIOLA NON E’ COME SANGIULIANO: NON C’ERA NESSUNA MARIA ROSARIA BOCCIA NEGLI SPOGLIATOI A INFIERIRE SU DI LUI, E’ LUI A ESSERE ESAURITO! - E' STATO IL TECNICO DEL CITY A PRENDERSI A UNGHIATE IN FACCIA E IN TESTA DOPO CHE LA SUA SQUADRA SI E’ FATTA RIMONTARE TRE RETI DAL FEYENOORD – LA PRECISAZIONE: “LA MIA RISPOSTA NON INTENDEVA SMINUIRE IL PROBLEMA MOLTO SERIO DELL'AUTOLESIONISMO. SO CHE MOLTE PERSONE LOTTANO OGNI GIORNO CON PROBLEMI DI SALUTE MENTALE…” (MA PURE PEP NON STA TANTO BENE…)
Raffaella Troili per il Messaggero - Estratti
«Mi sono graffiato, volevo farmi male da solo. Passerà...». Il Manchester City affonda o quasi. E mister Pep Guardiola dopo il match finito pari con il Feyenoord (gli inglesi vincevano 3-0 e si sono fatti rimontare) si presenta in conferenza stampa con evidenti segni sulla testa e sul naso liquidando una domanda dei giornalisti con una battuta infelice, mostrando le sue unghie sorridendo e scivolando su un terreno delicato e spinoso. Al punto che il giorno dopo, a freddo, ha sentito il bisogno di scusarsi. Anche perché il capo segnato e soprattutto le parole buttate lì con leggerezza del tecnico catalano non sono passati inosservati, hanno fatto il giro del web e scatenato polemiche.
«Ieri sera sono stato colto di sorpresa da una domanda su un graffio che mi era comparso sul viso e ho spiegato che era stato causato accidentalmente da un'unghia affilata - ha scritto sui suoi profili social - La mia risposta non intendeva in alcun modo sminuire il problema molto serio dell'autolesionismo».
Guardiola non ha così smentito che in un momento di stress e rabbia si è "accanito" con le unghie sulla fronte e probabilmente su un'escoriazione che già aveva sul naso, ma ha precisato sempre sui suoi canali ufficiali: «So che molte persone lottano ogni giorno con problemi di salute mentale. E vorrei cogliere l'occasione per evidenziare uno dei modi in cui le persone possono cercare aiuto, chiamando la hotline dei Samaritans al 116 123 o inviando un'e-mail a jo@samaritans.org».
Lo sconforto di Guardiola era evidente già dalle inquadrature durante la partita, mentre con le mani in testa, scuoteva il capo chino, si copriva il volto, il naso già ferito, il corpo ripiegato su se stesso.
Tutto comincia al 75° minuto, sul 3-1, dopo il primo gol incassato dal Feyenoord. Di lì a poco, in poco più di un quarto d'ora, la rimonta degli olandesi.
Una serata da incubo che deve avere avuto un epilogo anche negli spogliatoi dove il tecnico oltre a prendersela con la squadra ha sfogato la rabbia e la delusione su di sé. Proprio di recente mister Pep ha rinnovato il contratto fino al 2027 col Manchester City. Ma la sua squadra è in crisi profonda. Dopo 5 sconfitte di fila (incassate tra Carabao Cup, Premier League ed Europa) non è riuscita ad andare al di là del pari contro il Feyenoord nella quinta giornata della prima fase di Champions League, facendosi rimontare tre reti (3-3) in casa dagli olandesi. Il momento probabilmente più difficile nella sua vita da allenatore.
«Questo risultato per noi è come una sconfitta. Abbiamo concesso troppe azioni, la prima parte di gara è stata bella, poi però... Alla fine si è fatto tutto difficile. È un momento in cui siamo più fragili, avevamo bisogno di una vittoria e di fiducia ma abbiamo trovato problemi. Non so se siano mentali, è una questione tecnica, i primi due gol non puoi concederli.
Volevamo fare bene ma non ci siamo riusciti», ha ammesso. Poi quell'uscita secca e infelice, forse spiazzato anche se sorridendo, rispondendo a un giornalista.
Quei graffi, proprio sulla fronte e sul capo, dove per tutta la partita è stato visto passarsi nervosamente la mano, hanno fatto il giro delle principali testate mondiali. Tutti quei segni rossi con cui il mister si è presentato ai giornalisti, nell'intervista post partita con Amazon Prime, ancora non c'erano. Segno e segni di fragilità, debolezza, rabbia?
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