DALL’ACCOUNT FACEBOOK DI
ENRICO MENTANA
Ricordo tutte le partite dell'Italia da Inghilterra 66 (la famosa Corea). Sono sicuro di non aver mai visto una Nazionale così brutta, modesta, impaurita
LEZIONE DI CALCIO PER NOI UNA VERITÀ CRUDELE
Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
Perdiamo male. La Spagna ci ha dato una spaventosa lezione di calcio. Adesso siamo dentro una verità netta e crudele: la nostra Nazionale ha dei limiti enormi e tutta la bravura di Luciano Spalletti, forse, non basta. Dobbiamo essere consapevoli e mantenere la calma. È da stupidi trovare scuse. Sono questi i calciatori che abbiamo. È davvero inutile mettersi a sperare nei progetti pieni di luce e di modernità del nostro cittì. Il suo genio e la sua pignoleria prossima al tormento hanno bisogno di tempo, forse.
[…] la Spagna ci sta facendo una testa così. È complicato dire se sia calcio relazionale, come va di moda dire adesso. Avete presente? Gli spazi da occupare, le riaggressioni alte, lo stare legati e insomma no, davvero, boh. Gli spagnoli fanno calcio. È così che si gioca a calcio? Sì, è così. Di certo senza nemmeno stare più stretti nel loro vincente, e assai stucchevole, tiki-taka. Il pallone lo fanno girare a velocità se possibile anche superiore, e sempre comunque massimo a due tocchi: però adesso — rispetto al passato — vanno per fiammate strepitose.
Dettagli che è un purissimo piacere cercare di descrivere: le due ali, Williams e Yamal, partono larghissimi, per poi stringersi di colpo ai fianchi di Morata (Williams, in particolare, sta trattando Di Lorenzo come un birillo). I loro terzini salgono sulle fasce e così i centrocampisti spagnoli hanno sempre almeno quattro, cinque diverse linee di passaggio possibili. Rodri, il più forte regista d’Europa, gioca in totale scioltezza. Fabian Ruiz: testa alta, il pallone accarezzato, uno spettacolo di calciatore. Pedri, poi, deve avere una calamita attaccata agli scarpini.
[…] Spalletti è la nostra unica, legittima speranza. Certo aveva in mente un’altra partita. L’aveva immaginata e preparata con passione e speranza. Ma poi c’è il campo. C’è che se il tuo centravanti è Scamacca e loro hanno Morata, la faccenda è dura in partenza. Forse non sapremo mai cosa ha detto negli spogliatoi, durante l’intervallo, ai nostri. Comunque lascia a farsi la doccia Jorginho e Frattesi, e mette Cristante e Cambiaso.
[…] Gli spagnoli passano in vantaggio in modo vagamente meschino. Ma che gli vuoi dire. Anzi: speriamo si diano una calmata. Noi facciamo entrare Zaccagni, santo cielo. Il calcio italiano a questo è ridotto. Per raddrizzare la partita mettiamo lui e Retegui. Però continuano ad avercela gli spagnoli. Sono chiaramente calciatori di un altro livello. Lo capisci dai piedi che hanno, certo: ma anche da come restano concentrati, chiusi nella loro ossessione di cercarsi, aiutarsi, trovarsi. Spalletti sapeva e sa tutto. Per questo aveva pensato di provare a giocarsela con un progetto tattico preciso e coraggioso. Forse pure visionario. Probabilmente, ha ragione lui: era la nostra unica possibilità. […] sarebbe interessante vedere le facce dei dirigenti del nostro calcio. Si stanno divertendo?