Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, ammetterai che costruire un nuovo stadio che ospiti il grande football milanese di cui noi italiani tutti siamo orgogliosi non è uno scherzo da nulla, non è come dare il permesso a una bancarella di appostarsi alla domenica su un paio di metri quadrati di Porta Portese.
Premesso che sarò il primo a congratularsi con Beppe Marotta per lo scudetto che è come lo avessero già cucito sulla maglia, da cittadino italiano resto di stucco nel vedere che si sta profilando una sorta di contenzioso tra la società Inter e il Beppe Sala che in quanto sindaco di Milano è peraltro il proprietario del terreno su cui sorgerà lo stadio, di cui sono sicuro che sarà bellissimo.
Se capisco bene la società Inter rimprovera al sindaco di allungare i tempi, di frapporre ostacoli burocratici, di tirarla per le lunghe anziché fare scattare subito il progetto e i relativi lavori. Se capisco bene il sindaco Sala fa la cosa la più ovvia del mondo per uno che fa il suo lavoro. Chiede nome cognome soprannome e cellulare del proprietario legale dell’Inter e dunque di colui che si addosserà e sarà il garante di tutti gli oneri della colossale operazione. E’ una cosa semplice semplice. Chiunque di noi abbia comprato un posacenere o un frigorifero o un libro raro o una casa sa che le cose funzionano così, che c’è sempre una sorta di reciproco impegno legale tra i due contraenti e purché siano ben determinati.
Adesso succede che Dio e Allah a parte, nessuno conosce il proprietario dell’Inter per come sarà davvero nei mesi e negli anni a venire. Dire che l’attuale proprietà è pericolante è un eufemismo. Se capisco bene ha qualche difficoltà persino a pagare gli stipendi arretrati. Ovvio che io auguro all’Inter di averla al più presto questa proprietà. Ovvio che l’Inter e il Milan sono un patrimonio di tutti gli italiani che amano lo sport, e anche se io ho beccato l’insulto di essere “un leccatore” di Silvio Berlusconi per la volta che ho gioito di una vittoria in Champions del Grande Milan dei tempi berlusconiani, della squadra dove su undici giocatori i fuoriclasse erano soltanto undici. Se è per questo, in un mio libro recente ho magnificato le imprese dell’Inter di Helenio Herrera e Mariolino Corso.
Ciò nonostante facessi il mestiere di sindaco di Milano mi comporterei esattamente come sta facendo Sala, di cui leggo fra l’altro che è un tifoso dell’Inter. Da quella fogna a cielo aperto che sono i social so che gli piovono addosso minacce di morte da parte di sedicenti tifosi interisti. Il senno è sparito da questo mondo. Allucinante allucinante allucinante.
zhang san siro senza pubblico mughini
GIAMPIERO MUGHINI