UE, GLI INDICI PMI SEGNALANO RECESSIONE
giorgia meloni giancarlo giorgetti
(ANSA) - Gli indici Pmi che monitorano l'attività economica nell'area euro segnalano sempre più convintamente recessione. A ottobre l'indice S&P Pmi manifatturiero scende a 47,9 da 48,4, portandosi ancora più al di sotto di 50 che divide l'espansione dell'economia dalla contrazione.
Quello dei servizi segna 48,2 da 48,8. La risultante complessiva è un Pmi composito che scende a 47,6 da 48,1. I dati indicano "un'intensificazione della fase negativa dell'economia tedesca all'inizio del quarto trimestre" che "rafforza i segnali di una recessione imminente nella principale economia dell'area euro" secondo l'economista di S&P Global Phil Smith.
ALLARME FMI: MEZZA EUROPA È IN RECESSIONE "INFLAZIONE BRUTALE, LA BCE STRINGA SUI TASSI"
Giuliano Balestreri per “La Stampa”
L'anno prossimo sarà a rischio la sostenibilità finanziaria di un mutuo su cinque. Quasi uno su tre nello scenario peggiore, in Italia.
Tra gli allegati del rapporto del Fondo monetario internazionale sulla situazione economica dell'Eurozona, quello sulla vulnerabilità del settore privato è probabilmente quello che preoccupa maggiormente governi, banche centrali e organizzazioni internazionali.
CHRISTINE LAGARDE ANNUNCIA IL RIALZO DEI TASSI
Peraltro, il documento del Fmi arriva all'inizio di una settimana che avrà la riunione della Bce, in programma per giovedì, come l'evento più attesto: l'Eurotower dovrebbe alzare i tassi di 75 punti base, ma per i mercati saranno cruciali le parole della presidente Christine Lagarde per capire quali siano le intenzione per il futuro prossimo: dalle future strette all'inizio delle operazioni di riduzione del bilancio, drenando liquidità dai mercati vendendo i titoli acquistati durante il «Quantitative easing». Un altro strumento che la Bce potrebbe mettere in campo per contrastare la corsa dei prezzi.
A complicare la situazione c'è il rischio - rileva il Fmi - che si intensifichino le tensioni sociali «in risposta alla crisi legata all'aumento del costo della vita», uno scenario che costringerebbe i governi a seguire politiche di bilancio più espansive: «Bisogna ridurre l'inflazione e aiutare famiglie e imprese a resistere alla crisi energetica» si legge nel report. Anche perché crescita più debole e alta inflazione sono un «mix tossico» a causa del quale «questo inverno più della metà dei paesi dell'area euro» sperimenterà una «recessione tecnica con almeno due trimestri consecutivi di contrazione».
Di più: «Nello scenario descritto dal Fmi la politica di bilancio deve fare i conti con la necessità di ricostituire lo spazio fiscale e aiutare la politica monetaria a combattere l'inflazione», con l'obiettivo di aiutare a mitigare il «brutale impatto dei più elevati prezzi dell'energia sulle persone e sulle aziende», spiega Alfred Kammer, il responsabile del Dipartimento europeo del Fondo.
D'altra parte «i nuovi sostegni dei governi» hanno solo in parte compensato la perdita di potere d'acquisto delle famiglie europee, mentre le condizioni finanziarie continuano a inasprirsi nel tentativo di tenere sotto controllo l'inflazione. «In questo contesto - scrive il Fondo monetario - le prospettive europee di crescita si sono notevolmente oscurate», mentre l'aumento dei prezzi rimarrà «elevato»: per le economie europee avanzate, il Pil calerà dal +3,2% attesa per la fine del 2022 allo 0,6% stimato per l'anno prossimo. In particolare, per l'Italia, Fondo conferma una crescita del 3,2% quest' anno ma prevede una contrazione dello 0,2% nel 2023.
Ma le proiezioni - avvertono gli esperti di Washington - potrebbero essere ulteriormente aggiornate con l'evoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina. Così come la dinamica dell'inflazione che resta attesa per il 2023 al 6,2%. Insomma «i rischi per la crescita sono al ribasso, mentre quelli per l'inflazione sono in aumento» e di conseguenza le recessioni tecniche «potrebbero trasformarsi in recessioni più profonde per l'intero continente».
CHRISTINE LAGARDE JEROME POWELL CHRISTINE LAGARDE
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