DON’T GO HUAWEI! - IL DIPARTIMENTO DEL COMMERCIO DEGLI STATI UNITI INSERISCE ANCHE “HUAWEI ITALIA” E IL SUO LABORATORIO MILANESE NELLA BLACK LIST DELLE “ENTITÀ” AFFILIATE AL COLOSSI CINESE CHE FINIRANNO NEL MIRINO DELLE SANZIONI – È LA PRIMA VOLTA CHE L’ITALIA VIENE CHIAMATA DIRETTAMENTE IN CAUSA ED È UN GUAIO PER IL GOVERNO. ANCHE PER IL PROSSIMO, CHE DATE LE PREMESSE NON SARÀ MENO FILO-CINESE DELL’ATTUALE…

-

Condividi questo articolo


 

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

LUIGI DI MAIO THOMAS MIAO LUIGI DI MAIO THOMAS MIAO

Cartellino rosso. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha inserito in una black list di 46 “entità” di Huawei anche Huawei Italia e il suo laboratorio di ricerca a Milano. Con la nuova lista resa pubblica lunedì sono quasi 100 le entità affiliate al colosso hi-tech di Shenzen finite nel mirino delle sanzioni Usa. Di queste oltre 20 centri di ricerca globale.

RENATO LOMBARDI HUAWEI RENATO LOMBARDI HUAWEI

 

È la prima volta che l’Italia viene chiamata così direttamente in causa nello scontro fra l’amministrazione Trump e il governo cinese sulla gestione della rete 5G. Le nuove sanzioni del Dipartimento presieduto da Wilbur Smith colpiscono due realtà di punta dell’azienda cinese in Europa.

 

LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI

Il centro di Milano è guidato da uno degli scienziati più stimati della compagnia, l’italiano Renato Lombardi, ed è in prima linea nello studio della tecnologia legata alle microonde utilizzate nelle comunicazioni mobili e satellitari. Huawei Italia è peraltro una delle “braccia”europee più avanti nella sperimentazione della rete 5G e pronta a passare alla costruzione e implementazione della rete. Lo scorso luglio il ramo dell’azienda diretto da Thomas Miao ha annunciato un investimento di 3,1 miliardi di dollari nello Stivale in ricerca, marketing e forniture globali per i prossimi tre anni. In Italia Huawei conta più di 800 dipendenti e due centri di ricerca a Milano, uno dei quali colpiti oggi dalle sanzioni Usa.

sede huawei milano 4 sede huawei milano 4

 

Le nuove misure erano attese dagli addetti ai lavori. Il tempismo e l’entità delle sanzioni però non possono non lanciare un monito in direzione di palazzo Chigi. Tanto per il governo che vi ha abitato nell’ultimo anno, tanto per quello che vi si insedierà a breve.

xi jinping conte xi jinping conte

 

Il braccio di ferro degli Stati Uniti con l’azienda leader delle telecomunicazioni cinesi e della telefonia globale è entrato da mesi in una fase di brusca accelerazione. Il decreto presidenziale volto a sanzionare qualsiasi azienda americana che acquisti o venda prodotti al gigante hi-tech fondato da Ren Zhengfei è stato di nuovo allentato con una proroga di 90 giorni per permettere alle aziende della Silicon Valley di ricalibrare il loro business con la controparte cinese e far valere la leva delle sanzioni in sede di negoziati commerciali con Pechino. Rimane peraltro l’incognita Google Android. Non è infatti chiaro se l’amministrazione Usa voglia andare fino in fondo con il decreto rendendo di fatto impossibile a Huawei l’uso del software di Google e dei chip di fabbricazione statunitense.

Wilbur Ross Wilbur Ross

 

Da questa contesa globale che chiama in causa gli alleati di Washington il governo italiano ha scelto di defilarsi. Negli ultimi mesi sono stati diversi i balzi in avanti di palazzo Chigi ad allertare l’amministrazione Usa. Dapprima la firma del Mou con il governo di Xi Jinping lo scorso marzo per aderire alla Belt and Road Initiative (Memorandum che, contro qualsiasi monito e preavviso degli americani, ha visto inserita la parola chiave “telecomunicazioni” fra i settori di cooperazione bilaterale). Sullo sfondo c’è la partita per il 5G. L’Italia non solo non ha messo al bando (come d’altronde molti altri Paesi Ue) le aziende statali cinesi dalla corsa all’implementazione della banda larga ma ha anche rallentato un iter legislativo volto a schermare la rete 5G da rischi per la sicurezza nazionale. Trattasi della nuova normativa sulla golden power contenuta in un dl che, nonostante le rassicurazioni del governo gialloverde, è finito affossato salle commissioni competenti per l’esame al Senato e dunque non è stato riconvertito in legge nei 60 giorni previsti.

sede huawei milano 1 sede huawei milano 1

 

Leggerezze e dimenticanze che certo non passano inosservate agli occhi dell’amministrazione Trump. Che infatti ha deciso di colpire con il nuovo pacchetto di sanzioni tanto il ramo italiano di Huawei quanto il centro di Segrate dove lavorano più di cento dipendenti. Un campanello d’allarme che deve risuonare al più presto nei palazzi della politica e che dimostra che nessun Paese alleato è considerato estraneo (senza un valido motivo) alle misure restrittive.

sede huawei milano 3 sede huawei milano 3

 

Il caso dovrà arrivare sulla scrivania di palazzo Chigi a prescindere da chi vi si siederà nelle prossime settimane. Gli analisti internazionali non  nascondono una certa apprensione per il modo in cui un governo di coalizione Pd-M5s può gestire il dossier cinese, viste le consolidate vicinanze fra i due partiti su una gestione dei rapporti con Pechino che prescinde dai consigli e dai moniti dell’alleato a Washington DC.

REN ZHENGFEI 1 REN ZHENGFEI 1 sede huawei milano 2 sede huawei milano 2

la nuova sede di huawei a milano 1 la nuova sede di huawei a milano 1 sede huawei milano sede huawei milano thomas miao 3 thomas miao 3 la nuova sede di huawei a milano la nuova sede di huawei a milano

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2027 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO... 

SEGNATEVI IN AGENDA QUESTA DATA: 11 OTTOBRE 2024. SARÀ UN GIORNO CRUCIALE PER IL GOVERNO MELONI PERCHÉ LA PROCURA DI MILANO DECIDERA’ SUL RINVIO AL GIUDIZIO DEL MINISTRO DEL TURISMO DANIELA SANTANCHÉ PER LA PRESUNTA TRUFFA AGGRAVATA AI DANNI DELL’INPS SULLA GESTIONE DELLA CASSA INTEGRAZIONE NEL PERIODO COVID PER 126MILA EURO - LA PROCURA MILANESE HA ACCUSATO LA SENATRICE DI FDI ANCHE DI FALSO IN BILANCIO, ASSIEME AD ALTRE 16 PERSONE E TRE SOCIETÀ, NELLA SECONDA TRANCHE DEL “PACCHETTO VISIBILIA” – AL PALAZZO GIUSTIZIA DI MILANO, IL RINVIO A GIUDIZIO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO, MOLTI LO DANNO PER SCONTATO - LA PITONESSA HA SEMPRE DETTO CHE AVREBBE RASSEGNATO LE DIMISSIONI. DA PARTE SUA, LA DUCETTA SPERA CHE LE DIMISSIONI DELLA “SANTA” NON SI SOVRAPPONGANO A QUELLE DEL MINISTRO FITTO DESTINATO A BRUXELLES: SOSTITUENDO UN MINISTRO PER VOLTA, EVITA UN RIMPASTO DI GOVERNO CHE POTREBBE AVERE CONSEGUENZE LETALI PER L’ARMATA "BRANCAMELONI" DI PALAZZO CHIGI…

IL MINISTERO DELLA CULTURA BY SANGIULIANO ERA UN COVO DI DILETTANTI ALLO SBARAGLIO! – NON C'ERA SOLO LA “NON CONSIGLIERA” MARIA ROSARIA BOCCIA: TUTTE LE SCELTE FATTE DA “GENNY DELON” PORTANO A PERSONE SENZA ESPERIENZE ADATTE (COME MINISTRO AL DEBUTTO, GENNY AVREBBE DOVUTO CIRCONDARSI DI GENTE ESPERTA) – TRA QUESTE C’E’ L’AFFASCINANTE NARDA FRISONI, UNA SIGNORA DI BELLARIA, CHE NEL FEBBRAIO 2023 VIENE NOMINATA A CAPO DELLA SEGRETERIA. E TUTTI SI DOMANDANO: COME È POSSIBILE CHE UNA ADDETTA A RISPONDERE AL TELEFONO E A PRENDERE APPUNTAMENTI, RIESCA A CONQUISTARE UN RUOLO COSÌ APICALE NELL’ORGANIGRAMMA DI SANGIULIANO? LA LEGGENDA VUOLE CHE IL SUO NOME SIA STATO CALDEGGIATO DAL MINISTRO GIORGETTI, PERSONA CHE LEI CONOSCE, E BENE…