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Jean Pierre Mustier traballa in Unicredit (dove, tra l’altro, vorrebbe scegliersi il nuovo presidente mentre il Consiglio di amministrazione non intende affatto seguire le sue indicazioni e i manager non ne possono più di essere di fatto obbligati a indossare la cravatta rossa di ordinanza del capoazienda di osservanza francese), ma continua a perseguire politiche di investimento border line tra la collocazione occidentale dell’Italia e i flirt con la Cina, proprio nel momento di massima tensione tra Washington e Pechino.
Nei giorni scorsi infatti ha dato via libera ad un investimento di 600 milioni, in partnership con China Investment Corporation e Investindustrial di Carlo Bonomi per il lancio di Ciicf, fondo che investira nelle societa italiane del mid-market al fine di consolidare e accelerare lo sviluppo della loro presenza commerciale in Cina.
La tempistica non è stata fortunata poichè l’annuncio è avvenuto in contemporanea con la visita in Italia del segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che sembra aver ottenuto solo in parte dal premier Conte le rassicurazioni che chiedeva sull’apertura alle tecnologie cinesi e che certo non ha gradito il segnale che contemporaneamente la banca di piazza Gae Aulenti ha inviato.
La partnership offrira, prevalentemente ad aziende italiane ma anche a imprese straniere, significativi investimenti allo scopo di consolidare e accelerare lo sviluppo della loro presenza commerciale in Cina. Conseguentemente, come si legge nel comunicato di lancio, i consumatori cinesi beneficeranno di un migliore accesso a beni e servizi europei di qualita, con particolare riferimento a quelli di consumo, del manifatturiero e della sanita. UniCredit, del resto, è attiva in Cina dal 1982 e presente con filiali a Pechino e Shanghai.
China Investment Corporation mike pompeo giuseppe conte mustier