LAVORARE MENO, VIVERE MEGLIO – INTESA SANPAOLO LANCIA LA “SETTIMANA CORTA” CON QUATTRO GIORNI DI LAVORO PER NOVE ORE E ALTRI 120 DI SMART WORKING: "CONTA IL BENESSERE DEI DIPENDENTI" - MA LA SPERIMENTAZIONE NON PIACE AI SINDACATI CHE NON FIRMANO: “OGNI SOLUZIONE DIVERSA DALLE PREVISIONI DEL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO È INACCETTABILE” - SOLO IN ITALIA, INTESA SANPAOLO IMPIEGA 75 MILA PERSONE CHE SALGONO A OLTRE 97 MILA A LIVELLO GLOBALE…

-

Condividi questo articolo


Giuliano Balestreri per “la Stampa”

 

CARLO MESSINA CARLO MESSINA

Per Intesa Sanpaolo, la settimana corta di quattro giorni e i 120 giorni di smart working l'anno sono una riorganizzazione del lavoro che va incontro alle «esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa e dimostra attenzione al benessere delle persone». In ambienti sindacali, invece, qualcuno sostiene che sia una forzatura del contratto nazionale in vigore.

 

Proprio mentre stanno per iniziare i negoziati per il rinnovo del contratto dei bancari. E questa sarebbe la vera motivazione, al di là dei rilievi ufficiali, per la quale i sindacati avrebbero respinto l'accordo. Un'accusa che la banca respinge con fermezza sottolineando che non si modifica in alcun modo il contratto e la sua applicazione, ma si interviene "solo" sull'organizzazione del lavoro.

 

smart working 6 smart working 6

Di certo, quella della banca guidata dall'amministratore delegato Carlo Messina è una rivoluzione culturale. Anche per il fatto che a portarla avanti sia il primo datore di lavoro privato del Paese: solo in Italia, Intesa Sanpaolo impiega 75 mila persone che salgono a oltre 97 mila a livello globale.

 

Tra le principali novità, c'è l'evoluzione dello smart working con la possibilità di lavoro flessibile fino a 120 giorni all'anno, senza limiti mensili e la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative a parità di retribuzione, su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche - organizzative e produttive della banca. Tradotto: chi vorrà potrà richiedere di aderire alla nuova organizzazione, a patto che sia compatibile con la propria funzione.

smart working 7 smart working 7

 

Nel dettaglio, la proposta che sarà avanzata al personale dal primo gennaio prevede la possibilità di aumentare su base volontaria il lavoro flessibile da casa fino a 120 giorni all'anno, con un'indennità di buono pasto di 3 euro al giorno, per tener conto anche delle spese sostenute lavorando da casa, e di lavorare 4 giorni a settimana aumentando a 9 le ore giornaliere su base volontaria, a parità di retribuzione, senza obbligo di giorno fisso.

 

Da gennaio, i dipendenti di Intesa Sanpaolo potranno accedere - individualmente - a queste modalità ritenute dalla banca «ulteriormente migliorative rispetto a quelle attuali». Sarà anche avviato un periodo di sperimentazione in circa 200 filiali. Il nuovo modello organizzativo arriva al termine del confronto con le organizzazioni sindacali che, pur «svolgendosi in maniera proficua e costruttiva», non ha trovato una «condivisione sul complesso dei contenuti», spiega la banca.

smart working3 smart working3

 

Per i sindacati (Fabi - First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin) si tratta di una «chiusura incomprensibile da parte dell'azienda» per questo annunciano che verificheranno «passo dopo passo le modalità con le quali l'azienda si attiverà unilateralmente perché ogni soluzione diversa dalle previsioni del contratto nazionale di lavoro è inaccettabile».

 

Oltre a un contributo economico e al riconoscimento di un buono pasto identico che lavora in sede e chi lavora in modalità agile, i sindacati richiedono che l'accordo sia subito in vigore per tutti e non solo per le principali filiali dei gruppo. Un'ipotesi che il gruppo non prende in considerazione spiegando che si tratta di una «sperimentazione».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...