MUCCHETTI SI FA LA SUA “COMMISSIONE DI VIGILANZA” SULLE AZIENDE DI STATO? E COSA POTRANNO DIRGLI SCARONI, CONTI E PANSA CHE GIÀ NON È SCRITTO NEL BILANCIO? PERCHÉ INVECE NON “AUDIRE” SU ALITALIA, O I PREFETTI, I TRIBUNALI?


Bankomat per Dagospia

Bene non fa il Senato della Repubblica, nelle prossime sedute, a iniziare le audizioni dei vertici di Eni, Enel, Finmeccanica e consorelle. E' la classica idea che a livello di titoli giornalistici pare ragionevole e apprezzabile anche dal popolo, ma se ci si riflette un attimo, è del tutto priva di qualunque logica giuridica. E soprattutto denota una concezione dell'economia fintamente sociale, nei fatti dirigista.

Una visione che piace probabilmente a banchieri come Giuseppe Guzzetti e Abramo Bazoli - loro, sì, andrebbero auditi più spesso in Parlamento visto che il credito è attività di interesse pubblico - ma che nei fatti si rivolge anche al campo sbagliato.

Il fatto che lo Stato partecipi, talora anche con golden share, in Eni et similia non può dar diritto , per giunta a bilanci chiusi e ben approvati, a informazioni che non siano già scritte nei copiosi fascicoli e nelle relazioni di bilancio delle società quotate in questione. Che mai di diverso i vari Scaroni e Conti potranno, o dovranno, andare a dire in Senato alla commissione guidata dal presidente Massimo Mucchetti?

O si vuol forse permettere che i grandi esperti di Palazzo Madama, più che "audire", si mettano a dare indirizzi strategici e industriali in stile commissione di vigilanza sulla Rai?

Le apparenti trasparenza e democraticità delle audizioni che si profilano sono in realtà una parodia di democrazia. E le cose non cambierebbero se anche fossero in diretta streaming, come vogliono le mode grilline. La democrazia economica e la legalità sono tutelate da consigli di amministrazione competenti e onesti, che devono essere eletti da assemblee secondo la legge, senza giochini di corridoio partitico. Consigli che a loro volta devono controllare manager dipendenti altrettanto onesti e competenti. Il valore aggiunto del Parlamento in tutto questo sarà e deve essere zero.

A meno che Mucchetti e colleghi vogliano indagare pubblicamente su procedure e scelte diverse dalle previsioni di legge e dalle norme Consob, e prese in difformità o fuori dalle procedure manageriali corrette dei gruppi oggetto di esame.
Se così si vuol fare, allora attendiamo prima una severissima indagine sul crac Alitalia.

Perché se invece, altra ipotesi ancora, scoprissimo che il Parlamento tramite queste audizioni pensa di essere un super consiglio di amministrazione che decide strategie e magari pure i compensi dei manager, allora saremmo alla barzelletta. Se al Parlamento piace governare l'economia tramite enti pubblici - che comunque si badi sarebbero alle dipendenze del governo, e non e' la stessa cosa - se ne assuma la responsabilità di fronte al mondo intero con una ridicola, ma del tutto legittima, legge di nazionalizzazione di Eni, Enel e Finmeccanica.

In sostanza cosa mai spera di audire il solerte Senato? Se il Parlamento fosse e recitasse il ruolo di azionista di maggioranza, il governo sarebbe inutile e i ministeri altrettanto, a cominciare dal Tesoro.

Sorge persino un altro dubbio: siccome nei casi perlomeno di Eni ed Enel, ma anche di Terna, trattasi di gruppi profittevoli e certamente migliori di Fiat o di Sorgenia o Rcs altre realtà pubbliche e private, più o meno sovvenzionate, sarà mica una manovra per creare un palcoscenico finale agli Scaroni?

La loro sostituzione dopo tanti anni sarebbe obbligatoria se questi personaggi avessero mal gestito - e forse invece hanno ben gestito a leggere i numeri - ma oggi la opportunità o meno di cambiarli dipende da altre valutazioni, del governo e degli azionisti, non certo del Parlamento.

Oppure si pensa a un meccanismo dove anche questori, prefetti e comandanti dei Vigili del Fuoco li nomina la politica al posto del ministero competente? E una bella audizione sui risultati dei comandi provinciali della Guardia di Finanza non la vogliamo fare? E sulla efficienza di certi Tribunali e di certe Procure, anche al Nord, non vogliamo audire e giudicare? Sarebbe quasi più logico, al limite, che il Parlamento si occupasse di prefetti e generali che di Enel.

Forse, più banalmente, si vuol dare un ruolo e un tono al Senato o a qualche suo esponente, scopiazzando le audizioni americane che si vedono nei film. Audizioni ben più serie e selettive, su argomenti specifici e sulle nomine davvero pubbliche.

 

 

Roberto Speranza e Massimo Mucchetti Chicco Testa Massimo Mucchetti Roberto Speranza scaroni berlusconi interna nuova Paolo Scaroni mage Flavio Cattaneo Fulvio Conti e Paolo Scaroniimage MASSIMO SARMI Profumo Presidente di Banca Mps insieme a Riffeser e Giuseppe Guzzetti il Presidente Acri la casi tutte le Fondazioni Bancarie Italiane

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…