ORA È PARTITA LA GARA A SCARICARE TAVARES, MA FINCHÉ PORTAVA DIVIDENDI MILIARDARI, GLI AZIONISTI APPLAUDIVANO IL MANAGER PORTOGHESE – L’AD DIMISSIONARIO DI STELLANTIS CON IL SUO PIANO DI TAGLI E PRODUZIONE AL MINIMO (E AUMENTO DEI PREZZI) HA GARANTITO 23 MILIARDI AI SOCI. SOLO LA FAMIGLIA AGNELLI HA INCASSATO CEDOLE PER 3 MILIARDI – DAL 2021 AL MAGGIO 2024 LA SPESA DELLO STATO PER LA CASSA INTEGRAZIONE È SALITA A 703 MILIONI - L'INTEMERATA DI LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO: "TAVARES ESEGUIVA CIÒ CHE ERA UTILE AI SOCI, SICURAMENTE NON ALL'ITALIA. PERCHÉ ELKANN NON HA MAI INIZIATO A FARE IL PADRONE?
1 - STELLANTIS, MAXI DIVIDENDI PER 16 MILIARDI DI EURO FABBRICHE, PERSI 13 MILA POSTI
Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”
«La nostra industria sta attraversando momenti duri». John Elkann ha dedicato alla storica fabbrica Maserati di Modena la sua prima visita dopo l’improvviso addio del ceo Carlos Tavares. Il neocapo del comitato speciale alla guida di Stellantis ha scelto l’impianto e il marchio forse più in difficoltà del gruppo: fra gennaio e settembre 2024 il polo modenese ha sfornato 220 automobili con il Tridente, un quarto rispetto a un 2023 già deludente; Maserati, in totale, ha venduto circa 8.600 vetture nel mondo.
GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN STELLANTIS
Sono però tutti gli stabilimenti italiani dell’ex Fiat a soffrire, tanto che nel 2024 non si arriverà a 500 mila veicoli assemblati nel Paese. Se questi livelli produttivi saranno mantenuti, […] i posti a rischio nel settore auto in Italia saranno almeno 50 mila. Non a caso, il governo ha fissato a un milione il numero di veicoli che dovrebbero uscire dai sei stabilimenti Stellantis entro il 2030. Oltre il doppio.
La futura guida del gruppo non dovrebbe tuttavia correggere troppo la rotta industriale di Stellantis. «Fra Tavares e il board ci sono state divergenze negli ultimi 3-6 mesi sulle priorità e sulle azioni da intraprendere» nel breve termine — ha spiegato il direttore finanziario della casa, Doug Ostermann —. Non c’erano invece disaccordi sulla strategia a lungo periodo».
D’altra parte, la strategia di Tavares si è rivelata molto redditizia per i soci. Il manager ha mantenuto la produzione degli stabilimenti al minimo, sfruttando ogni picco di domanda di auto per alzare i prezzi. Il piano ha scontentato governi e dipendenti, ma ha trasformato Stellantis in una macchina da soldi. In quattro anni il gruppo ha distribuito agli azionisti circa 23 miliardi, fra dividendi e riacquisti di azioni proprie. La famiglia Agnelli-Elkann, primo socio della casa con il 14,9% tramite la cassaforte Exor, ha incassato cedole per quasi 3 miliardi.
[…] Numeri che stridono con il calo dei dipendenti in Italia, passati da poco meno di 53 mila alla nascita di Stellantis, nel gennaio 2021, ai poco meno di 40 mila stimabili a fine anno: via uno su quattro. Nel 2024 saranno circa 3.000 gli esodi incentivati. Altri 1.500 l’anno scorso e 3.000 nel 2022. I lavoratori in uscita hanno potuto contare su somme variabili dai 30 ai 130 mila euro (a seconda di ruolo e anzianità di servizio). Stimando una buonuscita media da 70 mila euro a lavoratore, si può valutare in circa 500 milioni di euro quanto stanziato negli ultimi tre anni per ridurre i dipendenti in Italia. Ampio nello stesso tempo il ricorso alla cassa integrazione.
Dal 2014 al 2020 Fca ha ricevuto dallo Stato 183 milioni. Dal 2021 al maggio 2024 la spesa dello Stato per la cassa è salita a 703 milioni. Nel 2025 la cassa scadrà per circa 12 mila dipendenti Stellantis e per altrettanti nell’indotto: senza proroga l’unica prospettiva è la perdita del lavoro. [...]
2 - MONTEZEMOLO: «L’AUTO ITALIANA? NON ESISTE PIÙ TAVARES LAVORAVA SOLTANTO PER I SOCI»
Estratto dell'articolo di Bianca Carretto per il “Corriere della Sera”
Luca Cordero di Montezemolo non sa esprimere altro che malinconia e tristezza per la situazione in cui oggi è coinvolto il gruppo Stellantis, subentrato alla vecchia Fiat. «Nel 2022 fui il primo a dichiarare che l’auto italiana non esisteva più, eccetto la Ferrari, ottenendo come risposta un silenzio tombale da parte dei sindacati, del governo e dell’opposizione.
POMIGLIANO D ARCO - STABILIMENTO STELLANTIS- PANDA
Identica ritrosia mi fu riservata quando chiesi perché ai tempi del governo Conte 2 era stato fatto un prestito a Fca, poco prima della fusione con Peugeot, di 6,3 miliardi di euro, con impegni precisi, totalmente disattesi. Denaro che lo Stato aveva erogato per difendere il lavoro, invece era stato utilizzato per una divisione di utili pari a 5 miliardi a favore dell’azionista».
Montezemolo è stato per 30 anni nel gruppo, di cui 23 in Ferrari, portandola ai massimi livelli sia sportivi sia commerciali.
Sergio Marchionne, quando arrivò nel 2004, aveva grande rispetto e considerazione per Luca, per poi essere costretto dalla proprietà ad allontanarlo dall’azienda di Maranello, comunicando il licenziamento alla stampa, durante un convegno a Cernobbio.
John Elkann, Carlos Tavares, Luca Napolitano con la nuova lancia Ypsilon
Marchionne confidò subito, di essersi «vergognato come un ladro» e di aver dovuto attuare una decisione presa da altri. Non era un mistero che anche allora ci fossero divergenze tra gli azionisti e il management di Torino.
Le domande che ora balenano nella mente di Montezemolo sono sicuramente numerose, analoghe al tempo trascorso in quella che lui ha sempre considerato la sua casa. «Mi chiedo perché John Elkann non si è opposto a Carlos Tavares, il ceo di Stellantis appena esautorato, quando decise di fare produrre la Fiat 600 in Polonia?
marchionne montezemolo elkann foto mezzelani gmt 229
Scelta presa quando Mirafiori — come ora — era ferma, con gli operai in cassa di integrazione». Non trova una risposta logica, ricordando anche che «i fornitori italiani sono stati sollecitati, attraverso una lettera, a investire in Marocco, esaltando le facilitazioni dedicate all’industria automobilistica in quella nazione.
Quando, tutto il mondo sa che il nostro Paese è riconosciuto per essere il maggiore produttore di componentistica per veicoli».
[...] Si sente ferito per il rifiuto di John Elkann di non voler riferire in Parlamento, dichiarando di non avere nulla da dire di più di quello raccontato da Tavares, con lui concordato; pare uno schiaffo alle nostre istituzioni, «quando proprio la politica ha concesso tutto al gruppo. Certo Tavares ha fatto guadagnare agli azionisti, ossia agli Agnelli/Elkann, più di 23 miliardi di euro in quattro anni: eseguiva solamente ciò che era utile a loro, sicuramente non all’Italia, per questo il manager portoghese non andava contraddetto». Anzi premiato.
Si può anche comprendere perché Tavares — che riceveva uno stipendio annuo di circa 40 milioni di euro — può pretendere, dopo essere stato cacciato, una liquidazione anche superiore ai 100 milioni di euro, è sufficiente saper fare due conti. A quell’operaio che se lavorasse tutti i giorni prenderebbe non più di 1.800 euro al mese che, con la cassa di integrazione, diventano — a mala pena — 1.100 euro, affiancati da una tredicesima poverissima, possiamo solamente dire che Tavares aveva non solo eliminato i posti di lavoro ma anche ridimensionato i salari.
STABILIMENTO STELLANTIS IN SPAGNA
Ed è normale che Montezemolo si chieda «perché Elkann non ha mai iniziato a fare il padrone occupandosi, giornalmente, della governance aziendale, l’insieme di regole e principi che disciplinano la gestione e la direzione di una impresa, lasciando campo libero a Tavares?».
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