SENTI CHI PARLA! GIULIETTO TREMONTI: "L’UNICA RIFORMA CHE DOBBIAMO FARE È QUELLA FISCALE – “IL NOSTRO SISTEMA DERIVA ANCORA DALLA RIFORMA DEL 1971-73. ALLORA ERA MODERNISSIMA, MA ORA TUTTO È CAMBIATO. L’IRPEF, PENSATA PER ESSERE “LA REGINA DELLE IMPOSTE”, È STATA DETRONIZZATA” - BENE, BRAVO, 7+. MA SORGE SPONTANEA LA DOMANDINA: CHI HA IMPEDITO AL PROF. TREMONTI DI FARE 'STA BENEDETTA RIFORMA FISCALE QUANDO ERA MINISTRO DELLE FINANZE NEL GOVERNO BERLUSCONI I (1994-95) E MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE NEI GOVERNI BERLUSCONI II (2001-2004), BERLUSCONI III (2005-2006) E BERLUSCONI IV (2008-2011)? BELZEBU'? IL MAGO OTELMA? PADRE PIO? COSI', TANTO PER CURIOSITA'...

Lettera di Giulio Tremonti al “Corriere della Sera”

giulio tremonti

 

Caro direttore, dato che oggi e più o meno dappertutto si parla di «riforma fiscale», questo un tema sul quale confesso di avere una certa esperienza, mi permetto di notare quanto segue.

 

Una «riforma fiscale» è cosa molto diversa da una «manovra fiscale«. La prima, a differenza della seconda, ha infatti una «cifra» che non è solo economica, ma anche e soprattutto politica anzi, se pure di fatto, costituzionale.

 

agenzia delle entrate

E anche per questo che le riforme fiscali hanno di solito un lungo tempo di gestazione. Il record è stato quello dell' imposta progressiva generale: proposta nel 1848 e contestata da Marx che non voleva tassare ma eliminare la ricchezza, fu applicata su vasta scala solo nel secolo successivo, nel 1942 e negli Usa, estendendo il campo delle ritenute di imposta alla fonte. Magari non un tempo così lungo, ma per fare una riforma fiscale un po' di tempo serve sempre.

 

irpef

Di solito, al loro apparire, le riforme fiscali si presentano più o meno come utopie. È quanto ho verificato nel 1994 con il «Libro bianco per la riforma fiscale» e qui in specie con l' idea di fare ruotare l' asse dell' imposizione fiscale «dalle persone alle cose». Si prevedeva la crisi dell' imposizione personale progressiva e, per contro, la necessità di passare a forme più elementari di imposizione reale.

 

tasse

Su quella riforma mi arrivò una lettera da Carlo M. Cipolla: «Trovo ammirevole il piano stesso, così drastico, così rivoluzionario». Solo oggi l' idea di passare «dalle persone alle cose» sta avanzando in Europa, a fronte della circolazione globale delle cose sulla Rete. Una riforma di tipo più convenzionale l' ho proposta ed è stata votata dal Parlamento il 7 aprile 2003: «Il nuovo sistema si basa su 5 imposte ordinate in un unico codice: imposta sul reddito, imposta sul reddito delle società, imposta sul valore aggiunto, imposta sui servizi, accisa».

 

TASSE

Partendo dall' Irpef, per cui si prevedevano due aliquote (al 23% ed al 33%), fu prima introdotta una «no tax area» e poi avviati i primi moduli di abbattimento delle vecchie aliquote Nel luglio del 2005 fui convinto a rassegnare le dimissioni.

 

Da anni, certo a partire dalla crisi globale del 2008, in tutta Europa le parole riforma fiscale sono venute scomparendo dal vocabolario politico. Solo negli Usa, nel 2016, è stata avviata una vera e grande riforma fiscale, questa la prima riforma disegnata all' interno dell' economia globale e per fronteggiarne gli effetti.

 

Oggi ancora il nostro sistema fiscale deriva, nel suo impianto di base, dalla riforma del 1971-1973. Allora una riforma modernissima, disegnata per portare l' Italia in Europa, partendo dall' introduzione dell' Iva.

 

silvio berlusconi giulio tremonti1

Ma, da allora, quasi tutto è cambiato: in Italia, in Europa, nel mondo. In Italia sono venuti via via mutando il modello sociale e demografico (oggi abbiamo più anziani che giovani), il modello produttivo (con la progressiva diffusione delle partite Iva), il modello ambientale (l' ambiente non va più consumato, ma conservato), infine il modello statale (con il «federalismo»). Da fuori sono poi venute l' Europa di Maastricht, con i nuovi vincoli imposti ai bilanci pubblici, e poi la globalizzazione.

 

agenzia entrate firenze

Per conseguenza il nostro impianto fiscale, all' origine assolutamente lineare, è stato via via e parossisticamente alterato con manovre varie e continue e, tra l' altro, con l' affiancamento alla macchina fiscale della macchina sociale, a partire dall' Inps.

 

È così che si è persa l' originaria linearità del sistema. Un esempio per tutti: l' Irpef, pensata per essere «la regina delle imposte», è stata detronizzata da regimi forfettari speciali che svuotano l' idea di giustizia progressiva e perciò perfetta. Oggi, fuori dalla progressività, abbiamo infatti le rendite finanziarie, le plusvalenze, i rendimenti delle polizze assicurative e dei fondi pensione, i redditi immobiliari da affitto, tutti i redditi da lavoro autonomo ed impresa minore che restano sotto-soglia, e poi tantissime altre voci, fino all' ultima trovata del favore per i milionari rimpatriati.

 

TASSE

È in questi termini che oggi di nuovo e giustamente avanza l' idea di una riforma fiscale. Non l' ennesimo rattoppo di quel che c' è, ma davvero qualcosa di diverso. Prima di conoscere le nuove idee fiscali, formulerei comunque due suggerimenti: uno di merito, uno di metodo.

 

Nel merito, data la pluralità degli obiettivi annunciati, si dovrebbe evitare che la riforma finisca per essere insufficiente in forma paradossale: non insufficiente per difetto ma per eccesso! E poi nel metodo: si potrebbe fare come a Filadelfia quando, nel 1787, ai costituenti fu fatto divieto di entrare in sala con la propria penna. Uno solo poteva e doveva scrivere, gli altri avevano il dovere di dimostrare di aver capito quanto avevano detto o votato.

Irpef Irap Inpsgiulio tremonti

Ultimi Dagoreport

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI)  - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI. E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – DELLE DUE, L'UNA: O GIUSEPPE DEL DEO HA FATTO SPIARE CAPUTI DI SUA SPONTE (E ALLORA DOVREBBE DIMETTERSI DA VICE DEL DIS), O HA RICEVUTO L'ORDINE DI FARLO. E SE COSÌ FOSSE, DA CHI?

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…