Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
1 – CATRICALÀ: FUNERALI IN FORMA PRIVATA IN PARROCCHIA PARIOLI
(ANSA) - ROMA, 27 FEB - È piena, pur nel rispetto del distanziamento per le misure anti-Covid, la chiesa di San Bellarmino, nel quartiere romano dei Parioli, per i funerali in forma privata di Antonio Catricalà, scomparso mercoledì.
All'ingresso il libro delle firme e una foto sorridente dell'ex sottosegretario ed ex presidente dell'Antitrust. Nell'omelia del parroco, Antonio Magnotta, parole di stima: "Affidiamo un uomo grande alle mani sicure di Dio.
chiesa san roberto bellarmino foto di bacco (1)
Non solo un uomo delle istituzioni ma che ha dato forma alle istituzioni. Antonio Catricalà ha dimostrato risorse creative, alta competenza giuridica e tecnica, è stato capace di dare fiducia e sapersela conquistare". Tra i presenti, Gianni Letta, il presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, l'ex ministro Claudio De Vincenti e il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, per portare un saluto alla moglie, Diana e alle figlie Michela e Giulia.
marina letta col padre gianni foto di bacco
Al termine della celebrazione, nella chiesa di San Bellarmino, una delle figlie ha letto una poesia dedicata al padre, per rivolgergli un ultimo abbraccio ideale. Tanti anche i ricordi di amici e colleghi. "È lunga la lista di coloro che l'hanno incontrato e conosciuto, come era lunga ieri la fila ieri a piazza Verdi. Tutti desiderosi di testimoniare stima e amicizia verso quest'uomo grande.
Era grande la sua cultura, saggezza ed equilibrio. Il suo senso dello Stato", ha detto Gianni Letta aggiungendo poi: "Era uno Stradivari nell'orchestra dello Stato". E rivolgendosi alla moglie e alla figlie, "dovete essere orgogliose del nostro grande Antonio". Per Filippo Patroni Griffi "sapeva cogliere l'essenza delle questioni e cercare una soluzione che potesse raccogliere tutti i punti di vista e poi risolvere i problemi. Voglio ricordarlo per la sua ironia e la sua autoironia, per il suo lavoro serio e responsabile". L'ex ministro Paola Severino ha ricordato che negli ultimi tempi "si era dedicato all'insegnamento, per lasciare il segno nei giovani"
2 – CATRICALÀ IL POTERE DIETRO LE QUINTE SUICIDA L'AVVOCATO DEL PALAZZO
Sergio Rizzo per "la Repubblica"
il feretro all uscita della chiesa foto di bacco
la moglie diana agosti catricala foto di bacco
Giovedì 18 febbraio, una settimana fa. Antonio Catricalà ha appena compiuto 69 anni e approda all' ennesima carica di una carriera infinita. Presidente dell' Istituto grandi infrastrutture: anche se ora un po' liso, è pur sempre il salotto buono dei big delle costruzioni. Il che può rendere ancora più incomprensibile il suo gesto. Ieri mattina si è suicidato con un colpo di pistola e non si sa perché.
La moglie, Diana Agosti, a capo del dipartimento delle politiche europee a Palazzo Chigi, ha riferito a chi indaga che il marito avrebbe dovuto subire a giorni una delicata operazione al cuore, e questo lo preoccupava molto.
La maggior parte degli italiani non sa nemmeno chi fosse Catricalà. Eppure poche storie come la sua riescono a chiarire le dinamiche del potere in questo Paese. Lui è di Catanzaro e studia legge, a Roma. Perché la laurea in giurisprudenza ti apre un sacco di porte, a cominciare da quelle dei concorsi pubblici. Per non parlare del mestiere di avvocato, che quando Antonio si laurea, a 22 anni nel 1974, promette ancora bene. Meglio a Roma che a Catanzaro, garantito. Ai ragazzi della Luiss racconta che a suo papà, avvocato, capitava anche di venire pagato in natura. Una volta il cliente si presentò con un pollo.
giovanni calabro foto di bacco
Roba d' altri tempi. Certo di un' altra Italia. Così a trent' anni il giovane Catricalà sceglie di fare il magistrato amministrativo, sulla scia che già stanno solcando i principi dei gabinetti ministeriali. E che porta dritta nella stanza dei bottoni. La prima volta che ci entra è nel 1998 con Angelo Piazza, giudice del Tar e ministro della Funzione pubblica nel primo governo D' Alema. Piazza è della filiera socialista, ma della parte che guarda più verso il centrosinistra.
rolando mosca moschini foto di bacco
Pure di Catricalà si dice che appartenga alla stessa parrocchia, ma versante berlusconiano. Per i maligni la prova arriva un paio d' anni più tardi, quando Catricalà piomba sulla poltrona di segretario generale della presidenza del Consiglio con Silvio Berlusconi. E non fa rimpiangere chi l' ha scelto, al punto da meritarsi il salto di categoria.
A marzo 2005 il centrodestra lo piazza alla guida dell' Antitrust. Spalancando la via delle autorità indipendenti ai consiglieri di stato, cioè agli esponenti di quella magistratura che giudica i ricorsi contro le stesse Authority.
antonio tajani foto di bacco (1)
La cosa, oggettivamente discutibile, non turba però nessuno nel Palazzo. Infatti, due mesi dopo il presidente del Tar del Lazio, Calabrò, arriva al vertice dell' Agcom. E lo stesso Catricalà potrebbe addirittura trasferirsi all' autorità per l' Energia mentre è ancora all' Antitrust se solo accettasse. Ma quel mandato non c' è comunque verso di farglielo completare, perché a novembre 2011 è sottosegretario a palazzo Chigi con Mario Monti, sulla poltrona che a lungo è stata di Gianni Letta.
claudio de vincenti foto di bacco
«Mi applaudivano di più quando venivo qui come presidente dell' Antitrust », scherza con Giovanni Floris a Ballarò . Anche se c' è poco da scherzare. Il momento è difficilissimo, e tenere la barra del governo dritta è un' impresa. A Lucia Annunziata confessa che sta facendo «un mestiere strano, che non s' impara subito e quando si inizia a capire come si deve fare è già tempo di andare a casa ».
Ma a casa, nel vero senso della parola, non ci va. Resta al governo con Enrico Letta, come viceministro dello Sviluppo, delega per le Comunicazioni. Dove incrocia di nuovo Tim, che ha già multato quando era all' Antitrust, stavolta alle prese con lo scorporo della rete telefonica. E qui, davvero, ancor prima di cominciare è già ora di andare a casa. Letta deve lasciare il campanello a Matteo Renzi e per Catricalà l' avventura nel governo è finita. Tornerebbe subito al consiglio di stato se Forza Italia non lo candidasse alla Corte costituzionale. Sarebbe il coronamento di una carriera strepitosa, ma neppure il sostegno di Berlusconi può evitare che le faide interne lo brucino.
Difficile dire se quella sia la causa. Fatto sta che passano pochi giorni e Catricalà lascia la magistratura. Caso più unico che raro di un consigliere di Stato che si stacca la spina prima della pensione. Apre uno studio da avvocato: i clienti non gli mancano. E che clienti.
C' è, per esempio, la Morgan Stanley chiamata in causa dalla Corte dei Conti per un affaruccio di qualche miliardo di derivati sui titoli pubblici italiani che il governo italiano sull' orlo della crisi finanziaria ha dovuto pagare alla banca d' affari per una rescissione unilaterale del contratto. Sgarbo avvenuto proprio mentre Catricalà era a Palazzo Chigi, dall' altra parte della barricata.
Ma fioccano anche le occasioni. Il patron della Lazio Lotito lo candida alla presidenza della Lega di serie A. I francesi lo vorrebbero presidente di Tim (chi si rivede!). Intanto la corte dei Benetton ha fatto breccia e l' ex capo dell' Antitrust è presidente degli Aeroporti di Roma. Senza contare lo strapuntino nel consiglio di amministrazione di Caltagirone editore, che pubblica il Messaggero . C' è stato pure chi nelle scorse settimane ha fatto il suo nome per il governo Draghi Con quello che si è visto sarebbe stato uno scandalo?
3 – VI RACCONTO IL GIOVANE LEONE CALABRESE ANTONIO CATRICALÀ
Corrado Calabrò per www.startmag.it
Una notizia che lascia attoniti: Antonio Catricalà si è tolto la vita! Ma come, lui così risoluto, così sereno, così impegnato!
Laureato con lode a 22 anni nell’università La Sapienza di Roma, assegnista universitario per merito, vincitore a 24 anni del concorso in magistratura, poi di quello ad avvocato dello Stato e di quello, severissimo, al Consiglio di Stato. Il primo a parlarmi di questo giovane brillante di Catanzaro fu il presidente Annibale Marini: un giovane leone calabrese!
antonio catricala mario monti 1
Nel 1981 il ministro Antonio Ruberti, già rettore della Sapienza, lo volle come capo di Gabinetto al neonato Ministero dell’Università; e già questo lascia intendere di quale stima godesse nel mondo universitario. Catricalà non deluse le aspettative: pur essendo il suo primo incarico di alta amministrazione, dimostrò maturità, senso delle istituzioni, pragmatismo.
Ebbe poi vari altri incarichi del genere, anche come sottosegretario alla presidenza del Consiglio e come viceministro allo Sviluppo economico. Ma il più impegnativo, per mia personale esperienza, fu quello di segretario generale alla presidenza del Consiglio: uno dei posti dove si lavora di più, e spesso freneticamente, per far fronte a questioni nevralgiche e incalzanti. Catricalà si adoperava con prontezza senza che mai il sorriso abbandonasse le sue labbra.
Tra un incarico e l’altro ritrovai Catricalà al Consiglio di Stato, nella mia Sezione. E lì furono l’acutezza della sua intelligenza giuridica e il suo equilibrio di giudizio che vennero in evidenza.
gianni letta diana agosti catricala foto di bacco
Nel 2005 Catricalà venne nominato presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) mentre io, in parallelo, venivo nominato presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). Due Autorità con competenze in parte sovrapponibili che avrebbero potuto creare problemi ma che, grazie all’ottimo rapporto intercorrente tra i due presidenti, lavorarono con armoniosa sinergia.
Con Catricalà all’Antitrust si aprì una stagione nuova nella quale le imprese ebbero l’impressione di essere attentamente ascoltate quando prospettavano le loro ragioni. Non pochi procedimenti vennero chiusi satisfattivamente con l’accettazione di impegni da parte delle imprese, anziché con l’irrogazione di sanzioni.
Importante fu l’avvicinamento dello Stato ai cittadini realizzato con l’intensificazione e la codificazione della tutela dei consumatori contro tutte le pratiche abusive poste in essere nei loro confronti.
gianni letta claudio de vincenti foto di bacco
Nel 2014 Catricalà viene candidato alla carica di Giudice costituzionale, ma la maggioranza si spacca sul suo nome; forse si era messo troppo in vista!
E’ un momento di svolta nel cursus di Catricalà. Si dimette da presidente di Sezione del Consiglio di Stato e si dedica alla professione di avvocato e all’insegnamento universitario. Viene nel frattempo nominato presidente di Adr (Aeroporti di Roma); una società che in questi ultimi anni, invertendo la precedente tendenza, ottiene il riconoscimento come una delle migliori gestioni di aeroporti in Europa.
Riflessivo quando e quanto occorreva, Antonio Catricalà era di grande prontezza decisionale. Un instant manager, come Andrea Monorchio e pochi altri.
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