“IL GREEN PASS IN QUESTO MOMENTO NON SERVE. LA QUARTA DOSE CON LA SITUAZIONE ATTUALE NON HA SENSO” – L’IMMUNOLOGO GUIDO RASI È OTTIMISTA SULLA FINE DELLA PANDEMIA: “A GIUGNO SI PUÒ TOGLIERE IL CERTIFICATO VERDE. A UN CERTO PUNTO PERÒ AI NON VACCINATI BISOGNERÀ DIRE: ‘ANDIAMO MOLTO MEGLIO, ANCHE SE NON GRAZIE A VOI’. CON IL CALO DELLA CURVA LA LORO PARASSITOSI DIVENTA PIÙ SOPPORTABILE” – “MA UNA NUOVA VARIANTE, O UN NUOVO VIRUS, POTREBBE SCOMBINARE TUTTO”
Francesco Rigatelli per “La Stampa”
«Il Green Pass ha l'unico senso di motivare le persone a vaccinarsi, per cui al momento non serve più a molto».
Guido Rasi, immunologo, professore ordinario di Microbiologia all'Università di Roma Tor Vergata e consulente del generale Figliuolo per la campagna vaccinale, fa il punto sul calo di dosi somministrate nelle ultime settimane.
Diminuiscono i contagi, ma anche i vaccinati...
«È vero, purtroppo il numero quotidiano cala drammaticamente, però non va dimenticato il totale degli italiani che ha aderito pienamente alla campagna. Detto questo, dobbiamo sforzarci di parlare a chi ancora esita. È una coda più che aspettata e l'Italia è comunque in una congiuntura positiva: 49 milioni di seconde dosi, 37 milioni di terze dosi, 7,5 milioni di guariti recenti e questo realizza una simultaneità di immuni notevole».
LA QUARTA DOSE - VIGNETTA BY BUCCHI
Il Green Pass va mantenuto?
«In questo momento non serve a molto. Se riteniamo indispensabile vaccinare tutti va mantenuto, altrimenti se ne può fare a meno».
Non sarebbe un condono sanitario?
«È un termine forte, ma potrei condividerlo. A un certo punto però ai non vaccinati bisognerà dire: "Signori, andiamo molto meglio, anche se non grazie a voi". Con il calo della curva la loro parassitosi diventa più sopportabile».
LA TERZA DOSE DEL VACCINO ANTI-COVID
Quando si potrebbe togliere il Green Pass?
«Direi a giugno, verificando bene prima la stabilità della situazione».
Una simile decisione non impatterebbe sulla campagna vaccinale?
«L'importante è portare anche poche migliaia di persone al giorno a vaccinarsi. Sono comunque letti di ospedale risparmiati. La macchina vaccinale intanto può ridursi, delegare alle Regioni e tenersi pronta a ripartire se servisse».
roma, protesta contro il green pass 14 febbraio 2022 11
Il nuovo vaccino Novavax arriva tardi?
«L'unica utilità è nella speranza che grazie a una tecnologia più consolidata convinca pure chi, erroneamente, non si fida degli attuali vaccini. Se fosse così ben venga».
Perché anche la vaccinazione dei bambini arranca?
«Mentre fortunatamente si riducono infezioni e ricoveri ci si illude che non ce ne sia bisogno, ma subdolamente il virus continua a circolare e a colpire tanti bambini, su cui non sappiamo quali siano esattamente le conseguenze. Negli adulti vediamo il long Covid, che si dimostra peggiore dell'inizio, ma sui piccoli rimaniamo molto ignoranti. E allora la cosa migliore da fare è prevenire».
I genitori hanno colpa?
«Direi che soffrono come tutti di stanchezza o di pigrizia. Molte persone hanno vissuto un logoramento in questi anni e in alcuni casi non riescono a tenere alta la guardia fino in fondo. Il consiglio medico resta di vaccinare i bambini a partire da 5 anni».
E sotto i 5 cosa succederà?
«Al momento il vaccino non è stato approvato, alla faccia di chi dice che non ci sia prudenza nelle sperimentazioni e nei controlli. Se verrà autorizzato vorrà dire che sarà sicuro ed efficace».
È d'accordo con il professor Galli, che dice sì alla fine dello stato di emergenza ma senza toni da liberi tutti? «La comunicazione ufficiale e le decisioni graduali per me sono ragionevoli. Va data una speranza agli italiani». Quali sono i paletti?
«Che si consolidi la discesa di contagi, ricoveri e decessi, che si possano chiudere i reparti Covid e che gli ospedali tornino alla normalità. A quel punto sì all'alleggerimento delle misure».
E le mascherine?
«Gli italiani hanno imparato a usarle. Vanno tenute al chiuso e negli assembramenti».
Quarta dose per fragili, richiamo per tutti o nuovo vaccino?
«La quarta dose per i fragili già si fa, ma quella di massa con questi vaccini e la situazione attuale non ha senso. Potrebbe servire se si registrasse un calo dell'immunità in autunno o se si trovasse un nuovo vaccino che coprisse dal contagio oltre che dalla malattia».
È possibile un calo dell'immunità con le tre dosi?
«Dopo quattro mesi gli anticorpi scendono, ma non tutta l'immunità. Quanto dura? Non si sa. I primi studi parlano di 15 mesi, ma potrebbero essere molti di più. Vedremo».
Ha ragione il professor Abrignani a parlare di anni?
«È probabile, questo almeno suggerisce l'esperienza immunologica. La terza dose cambia radicalmente la risposta e crea molta memoria».
Una nuova variante potrebbe scombinare tutto?
«Sì oppure un nuovo virus, ma vorrei essere ottimista».
Che ne pensa della riforma della sanità in arrivo?
«Il dibattito è solo all'inizio: territorializzazione e informatizzazione le parole chiave. La sfida è una cartella unica del paziente valida in tutta Italia».
Il presidente dell'Ordine dei medici Anelli lamenta pochi investimenti sul personale, è così?
«La risposta è la fuga massiva dei medici all'estero. Retribuzione, carriera e specializzazione qui sono svantaggiose. Dopo la laurea c'è solo il precariato. E un primario passa metà del tempo dietro alla burocrazia e non ai pazienti. Questo in un quadro in cui la spesa sanitaria crescerà al pari dell'invecchiamento della popolazione». -