medici coronavirus

LE CORSIE DEL CONTAGIO SONO INFINITE - PER CAPIRE QUANTI OPERATORI SANITARI SI SONO DAVVERO AMMALATI BISOGNA INCROCIARE I DATI DEI POSITIVI CON CHI E' VENUTO A CONTATTO CON IL VIRUS ANCHE SENZA DIAGNOSI: A RIVELARLO SONO I TEST SIEROLOGICI FATTI IN LOMBARDIA DAL QUALE EMERGE CHE UNO SU TRE HA AVUTO IL VIRUS SENZA SAPERLO – LA STIMA SULL’INTERA REGIONE PARLA DI OLTRE 4.000 OPERATORI ASINTOMATICI E…

Simona Ravizza per il ''Corriere della Sera''

 

medici 1

Alle 8 di sera del 6 marzo Miriam Villani, 53 anni, caposala di Pronto soccorso e rianimazione, 30 anni di carriera sulle spalle, smonta da 12 ore di turno dopo l’ennesima giornata in cui vede ammalarsi i colleghi uno dopo l’altro: «Solo nel mio ospedale siamo a quota 110 operatori sanitari con il Covid-19 — si sfoga con il Corriere della Sera —. Per aiutarci adesso sono dovute arrivare le forze dell’esercito: medici e infermieri dei carabinieri e dell’aeronautica militare».

medici e infermieri di latina da stasera italia 6

 

L’ospedale di Lodi, di cui fa parte anche il presidio di Codogno — dove la sera del 20 febbraio viene trovato positivo al tampone il 38 enne Mattia Maestri, il «Paziente Uno», e che poi viene praticamente chiuso — rappresenta la prima trincea in Europa nella lotta al coronavirus. A due mesi di distanza da quei giorni drammatici i medici e gli infermieri con un tampone positivo sono 296. È il dato aggiornato all’8 maggio contenuto nei report riservati di Regione Lombardia.

 

medici test anticoronavirus

Ma per capire quanti operatori sanitari si sono davvero ammalati, bisogna incrociare un altro numero, ossia quanti sono gli operatori sanitari che sono venuti a contatto con il maledetto virus indipendentemente dalla diagnosi. Un ruolo importante a tal proposito lo gioca il test sierologico che, cercando gli anticorpi IgM e IgG, può rivelare chi si è contagiato anche senza saperlo.

 

medici

Ebbene, risultati alla mano, i positivi salgono da 296 a 373. Vuol dire che 77 operatori sanitari finora sono sfuggiti alle rilevazioni. Sommersi. In sintesi: il 20% dei medici e degli infermieri ha avuto il coronavirus senza saperlo prima d’ora. Uno su cinque. È il dato che, più d’ogni altro fino ad adesso, può essere anche la spia della percentuale di operatori sanitari asintomatici che hanno continuato a lavorare in corsia anche se con il Covid-19. E una stima sull’intera Regione porta a una cifra ancora più alta: uno su tre. Un po’ di pazienza e capiremo il perché.

 

medici

I numeri (riservati) sui casi sommersi

L’ospedale di Lodi è il primo in Lombardia ad avere completato l’effettuazione del test sierologico su tutti i dipendenti, 2.243. Uno sforzo dettato anche dalla volontà di andare a caccia proprio degli asintomatici. È un’informazione fondamentale per ragionare su come comportarsi nella Fase 2 e, soprattutto, in vista di una possibile ondata di ritorno del virus.

 

La lezione imparata è che gli ospedali, che scontano l’accusa di essere stati diffusori del contagio, almeno d’ora in avanti non possono più esserlo. Così a Lodi vengono contati per la prima volta, lì nell’ospedale di trincea della Regione più colpita, i medici e gli infermieri sfuggiti al tampone.

medici

 

Uno dei motivi dei malati sommersi è sicuramente legato all’impossibilità (o incapacità) durante l’apice dell’epidemia di fare a tutti la diagnosi: a quell’epoca è probabile che chi si è ammalato a casa — senza ricovero in ospedale — sia rimasto senza tampone. Tra i 77 operatori sanitari contagiati scoperti con il test sierologico, dunque, sicuramente ci sono coloro che sono rimasti a domicilio perché con la febbre o altri sintomi senza mai avere avuto la prova di essersi contagiati. Ma non può non essere preso in considerazione il fatto che, per altri, si tratta di asintomatici.

 

medici a cremona

Chi rientra nella prima categoria, chi nella seconda al momento è impossibile da sapere. Negli scorsi giorni, ancora una volta in vista della Fase 2, e sempre all’ospedale di Lodi, che oltre a Codogno conta altri due presidi (Casale e Sant’Angelo), sono eseguiti a tappeto anche i tamponi. I 2.243 lavoratori tutti testati. Caso unico per la Regione. Così sono scovati altri 38 contagiati.

 

Al lavoro. Si tratta di 22 infermieri, 3 operatori socio-sanitari, 2 ausiliari, 2 medici, 2 amministrativi, gli altri tecnici. È un’altra informazione preziosa e che non può essere ignorata per decidere il da farsi nel futuro. In modo da riuscire a tutelare al meglio chi è in corsia e chi è ricoverato.

medici

 

Cosa dicono le stime per tutta la Lombardia

Dal 23 aprile il governatore Attilio Fontana e l’assessore alla Sanità Giulio Gallera decidono di utilizzare il test sierologico per screening di massa sugli operatori sanitari. Finora i medici e gli infermieri testati sono 25.331: quelli che risultano essere venuti in contatto con il virus sono 3.506 (il 14% del totale). Oltre a Lodi, i positivi agli anticorpi IgM e IgG sono 1.110 a Bergamo (24,1%), 903 a Brescia (11,2%), 656 a Mantova e Cremona (15,5%), 337 a Pavia (8,4%), 110 a Monza (6,2%), 27 positivi a Sondrio (9,5%). Il dato a prima vista fornisce semplicemente l’indicazione che la percentuale di sanitari contagiati è in linea con la diffusione del virus nelle varie province.

MEDICI SI PROTEGGONO CON I SACCHI DELLA SPAZZATURA IN LOMBARDIA

 

Ma è possibile andare oltre la lettura superficiale. Per addentrarci nelle stime. La proiezione di questi numeri sull’intera Lombardia, tenendo conto anche degli ospedali di Como, Varese e Milano che al momento non hanno fornito dati, ci dice che verosimilmente i medici e gli infermieri che sono venuti a contatto con il virus sono almeno 11 mila, ossia il 10% dei 110 mila operatori sanitari pubblici della Lombardia. I casi Covid-19 accertati tra gli operatori sanitari all’8 maggio sono 6.664.

 

All’appello ne mancano oltre 4.300. Ecco, allora, l’indicatore a livello lombardo: oltre il 35% dei sanitari che si è ammalato di coronavirus non risulta tamponato. Una percentuale che, come per Lodi, può essere una spia importante per quantificare i potenziali asintomatici.

 

coronavirus medici 1

Del resto, i conti tornano con quanto rilevato nell’azienda ospedaliera di Padova dal virologo Andrea Crisanti, il teorico dei tamponi a tappeto e della sorveglianza attiva, che hanno fatto del Veneto un modello internazionale: «Fin dall’inizio in ospedale abbiamo testato tutti: ben ottomila tra medici e infermieri. Li abbiamo sottoposti al tampone a cadenza fissa: addirittura ogni sette giorni per chi lavorava nei reparti Covid-19 — ricorda Crisanti —. Il risultato è che il 35% dei sanitari con il Covid-19 è risultato asintomatico».

 

Le decisioni (obbligate) delle autorità sanitarie

coronavirus medici

In un momento in cui gli ospedali stanno riaprendo anche agli altri malati, i no Covid-19, la consapevolezza è che medici e infermieri non possono tramutarsi in bombe di virus che rischiano di contagiare colleghi e pazienti ricoverati.

 

In una circolare del 10 marzo Regione Lombardia stabilisce: «Per l’operatore asintomatico che ha assistito un caso probabile o confermato di Covid-19 senza che siano stati usati gli adeguati dispositivi di protezione individuali (Dpi) per rischio droplet o l’operatore che ha avuto un contatto stretto con caso probabile o confermato in ambito extralavorativo, non è indicata l’effettuazione del tampone, ma il monitoraggio giornaliero delle condizioni cliniche. In assenza di sintomi non è prevista l’interruzione dal lavoro che dovrà avvenire con utilizzo continuato di mascherina chirurgica».

 

giovani medici

Queste linee guida sono dettate dalla difficoltà, davanti all’elevato numero di sanitari, di fare tamponi di massa. Da non dimenticare neppure l’esigenza di non sguarnire le corsie di personale davanti alle migliaia di pazienti. Ma i risultati di Lodi e dei test sierologici in corso devono far riflettere su come proseguire.

 

coronavirus medicine

La Lombardia riuscirà a potenziare le diagnosi? Quel che è certo è che in assenza di screening a tappeto, nessuno potrà più farsi trovare impreparato nell’uso delle protezioni individuali, a cominciare dalle mascherine. Stavolta non bisogna farsi cogliere di sorpresa.

striscione per medici e infermieriMEDICI E CORONAVIRUS MEDICI E CORONAVIRUSMEDICI E CORONAVIRUS striscione per medici e infermieri

Ultimi Dagoreport

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…