DEPRESSI CON LA FINE DELL’ESTATE? LA SINDROME POST VACANZE È DIETRO L’ANGOLO È PUÒ PORTARE ANSIA, PAURA, INSONNIA E ADDIRITTURA DEPRESSIONE - LE FERIE, INFATTI, SONO UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO PERCHÉ SONO CONSIDERATE UNA FUGA DAI PROBLEMI IRRISOLTI, MA IN REALTÀ LI STIAMO SOLO RINVIANDO – PER SOPRAVVIVERE IMPARATE A SCOPRIRE IL FASCINO DELLA QUOTIDIANITÀ E NON DISCONNETTETEVI DEL TUTTO DA…
Daniela Uva per "www.ilgiornale.it"
Con la fine dell' estate terminano le giornate di relax assoluto, disconnessione dalla routine, divertimento senza pensieri e vita all' aria aperta. È il momento di dire addio al mare o alla montagna, e di tornare alla vita quotidiana. Ma dietro l' angolo non ci sono solo l' impegno del lavoro e della famiglia. In alcuni casi ci sono ansia, paura, insonnia, addirittura depressione.
L' hanno ribattezzata sindrome post vacanze ed è una forma di stress acuto che colpisce sempre più italiani. In tanti accusano tristezza, ansia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, apatia, fatica, insonnia e alterazione dell' appetito. Perché sono proprio questi i sintomi più frequenti di un disturbo subdolo quanto difficile da diagnosticare.
«Siamo di fronte a un disagio psicofisico causato dalla necessità di riadattarsi ai ritmi ordinari spiega Lucio Sarno, primario di Psicologia clinica e della salute all' ospedale San Raffaele di Milano -. Al rientro dalle vacanze si possono manifestare segnali di malessere, che possono diventare sintomi di una sofferenza psicologica di interesse clinico solo a certe condizioni e in presenza di altri disturbi».
FERIE A DOPPIO TAGLIO Alla base di questo stato d' animo negativo spesso ci sono situazioni difficili pregresse, che si spera di risolvere proprio grazie alle ferie.
Così l' estate viene idealizzata, diventa una parentesi per mettersi alle spalle ciò che non va. E che, una vota rientrati a casa, fa nuovamente capolino.
«Spesso le persone senza volerlo affidano alla vacanza la soluzione di un problema rimasto nascosto e irrisolto, ma proprio questo periodo può rappresentare il momento in cui il disagio si manifesta con più evidenza, proprio perché non sommerso dai ritmi quotidiani prosegue l' esperto -. In questa situazione già difficile, il rientro può determinare una tensione ancora più grande».
Nei casi più gravi, ci si può trovare di fronte al tunnel della depressione. «Questo accade solo nelle situazioni limite va avanti -. Chiaramente la causa reale della patologia non è lo stress post vacanze».
A essere maggiormente esposte sono le persone che vivono condizioni di vita insoddisfacenti e che, nel doppio passaggio dai ritmi abituali a quelli della vacanza e successivamente al rientro nella realtà sofferta, vivono un doppio trauma che mette ancora più in evidenza la loro sofferenza latente.
Se ansia e umore nero durano solo qualche giorno non c' è da preoccuparsi. Quando, al contrario, i sintomi non accennano a placarsi bisogna intervenire. «Quando con il passare del tempo non si riesce a riadattarsi allo stile di vita precedente è probabile che si ci trovi di fronte a una sofferenza antecedente e nascosta, che merita una diagnosi psicologica specialistica e, molto probabilmente, un trattamento psicoterapico» avverte Sarno. Che prosegue: «Non esistono lavori che predispongono maggiormente a questo tipo di malessere.
Naturalmente le attività vissute come insoddisfacenti, mal sopportate e frustranti alimentano il desiderio continuo di fuga, magari con una vacanza. Sono le persone che vivono queste condizioni quelle più esposte al rischio di questa particolare forma di stress».
IL TRUCCO PER RIPARTIRE Ma prevenire il disturbo è possibile, innanzi tutto dando valore alla qualità della propria vita.
«Questo esercizio consente di evitare di desiderare la fuga dalla sofferenza conferma lo specialista -. Una volta rientrati a casa, è opportuno cercare di valorizzare al massimo gli elementi positivi della quotidianità ritrovata, arricchendola magari di qualche nuova attività legata a interessi che la vacanza ha consentito di far emergere.
Occorre provare a integrare i tempi e i modi del vecchio stile di vita con qualcosa di nuovo che sia compatibile con tutto il resto». Ma esiste anche un altro modo per difendersi. «Una buona prassi può sicuramente essere quella di non disconnettere del tutto il cervello dalla realtà nella quale si è destinati a tornare evidenzia lo psicoterapeuta Michele Rossi -. Quando si parte per le ferie è bene mettere da parte i pensieri, ma occorre anche mantenere un po' di continuità, non dimenticando del tutto il mondo nel quale si vivrà tutto l' anno.
Questo atteggiamento potrebbe evitare ritorni eccessivamente traumatici. Piuttosto che considerare le vacanze come una parentesi per dimenticare tutto, sarebbe bene sfruttarle per rimanere qualche momento soli con se stessi in modo da riuscire a vedere la quotidianità e i suoi problemi da una prospettiva diversa, più distaccata. E magari trovare in questo modo soluzioni alternative».
Che possono scaturire proprio dall' introspezione, un momento di raccoglimento che permette di valorizzare le proprie risorse
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