DIMMI CHE GIORNO È E TI DIRÒ DI CHE UMORE SEI - UN TEAM DI STUDIOSI SVIZZERI HA STUDIATO SETTE MILIONI DI MESSAGGI SU TWITTER PER SCOPRIRE COME CAMBIA L'UMORE DURANTE LA SETTIMANA: IL PEGGIORAMENTO ARRIVA GIÀ LA DOMENICA POMERIGGIO. SOLO MARTEDÌ INIZIANO A FAR CAPOLINO I PRIMI PENSIERI POSITIVI MENTRE LE PERSONE TENDONO A ESSERE PIÙ AMICHEVOLI DAL GIOVEDÌ. E SE I BUONI PROPOSITI DURANO FINO ALLE 10 DEL LUNEDÌ, I MALANNI SI FANNO SENTIRE IL…
Danilo Di Diodoro per “Corriere della Sera - Salute”
Lunedì nero? Non ha proprio una buona fama il primo giorno della settimana, che coincide con la ripresa del lavoro dopo il relax, i piaceri, e per molti probabilmente anche i comportamenti meno controllati del week-end. Per cercare di capire se la cattiva fama del lunedì sia solo uno stereotipo o se corrisponde alla realtà, Eric Mayor dell'Institute of work and organizational psychology dell'University of Neuchâtel e Lucas Bietti, del Department of psychology della Norwegian University of science and technology, hanno pensato di effettuare una verifica utilizzando come riferimento il tono emotivo e le emoticon dei messaggi che appaiono su Twitter.
Il loro studio, pubblicato su Royal Society Open Science, ha analizzato sette milioni di messaggi che si riferivano a se stessi e al proprio stato e 18 milioni di messaggi che si riferivano invece agli stati d'animo di parenti e amici.
Amichevoli al giovedì Hanno così potuto cogliere, ad esempio, che le persone tendono a essere più amichevoli a partire dal giovedì pomeriggio, ma poi, quando arriva la domenica pomeriggio, è evidente un peggioramento dell'umore.
Leopardianamente, si pensa già al ritorno al «travaglio usato» e questo ha un effetto sulla qualità affettiva delle parole usate. L'analisi dei messaggi su Twitter dimostra che bisogna aspettare il martedì pomeriggio per veder tornare in maniera abbastanza diffusa l'uso di parole connotate positivamente da un punto di vista psicologico.
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Anche l'analisi delle emoticon ha confermato l'espressione di emozioni negative a partire dalla domenica fino a circa metà settimana, sia nei tweet che si riferivano a se stessi sia in quelli concernenti altre persone. Mentre la ciclicità giornaliera dell'organismo è molto ben compresa dagli studi sul ritmo circadiano, meno conosciuta è la ritmicità settimanale, in parte biologica, in parte da considerarsi il risultato dell'organizzazione sociale, lavorativa, religiosa e culturale. In effetti, per alcune malattie è stata segnalata l'esistenza di un andamento tendenzialmente settimanale, con un picco che tende a posizionarsi tra il lunedì e il martedì. Dati in tal senso ci sono per diversi disturbi cardiovascolari, che tendono ad arrivare in ospedale principalmente all'inizio della settimana.
Ad esempio questo accade per le crisi ipertensive, le aritmie, i peggioramenti dell'insufficienza cardiaca, la sindrome di Takotsubo (la cosiddetta sindrome da crepacuore), gli ictus e gli attacchi ischemici transitori cerebrali. Nei primi giorni della settimana si concentrano anche le ricerche su Internet su argomenti sanitari, quando tra le parole più cercate ci sono «influenza», «malattie sessualmente trasmesse», «diabete» e «menopausa». Il lunedì è anche il giorno in cui il maggior numero di persone prova a smettere di fumare, come è stato dimostrato sia da una ricerca statunitense pubblicata su Jama , sia da un'analisi effettuata sui termini di ricerca utilizzati su Google.
Esiste probabilmente una relazione tra i comportamenti più rilassati ed edonistici del fine settimana e questa sorta di «pentimento» psicologico del lunedì.
Bendisposti fino alle 10 Lo studio pubblicato su Royal Society Open Science mostra poi che esiste anche una variabilità quotidiana degli stati d'animo, per cui i messaggi su Twitter che sono stati analizzati tendono a riflettere umori migliori fino alle dieci di mattina, quando c'è un peggioramento, forse correlabile ai problemi che si iniziano a incontrare nell'attività lavorativa.
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L'interesse nei confronti di questo studio nasce non solo dai suoi risultati, che rispondono in buona parte a quanto intuitivamente atteso, ma anche dal fatto che dimostrano come un social network possa rappresentare una fonte affidabile per la ricerca psicologica, che permette di utilizzare abbastanza facilmente grandi quantità di dati su emozioni e stati d'animo provenienti da popolazioni reali, piuttosto che su studi condotti in laboratorio.
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Dati per intervenire Dati che possono rappresentare una base per interventi finalizzati ad accrescere il benessere psicologico. «In effetti, stati psicologici positivi risultano associati a migliori condizioni di salute e a punteggi più alti nelle scale del benessere soggettivo» dicono gli autori della ricerca.
«Le persone che riportano un umore positivo nelle autorilevazioni in genere hanno anche reti sociali più consolidate.
Sul posto di lavoro un umore positivo consente di predire una sorta di contagio emozionale tra i lavoratori e i clienti, mentre chi ha invece una prevalenza di stati d'animo negativi risulta anche meno attivo dal punto di vista fisico e più predisposto a condizioni di salute precarie.
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Rilevati anche un ritardo nella guarigione di ferite e un peggioramento nell'andamento delle malattie croniche, oltre a una minore aderenza ai trattamenti prescritti». I social media potrebbero quindi essere davvero considerati uno specchio della salute psicologica di gruppi di persone o intere popolazioni, candidandosi a diventare uno strumento di conoscenza importante per l'avvio mirato di iniziative di salute pubblica.
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