tampone covid coronavirus drive in

BUONE NOTIZIE, CATTIVE NOTIZIE - IL PROF. LA VECCHIA: ''LA SITUAZIONE È MENO DRAMMATICA DI MARZO E APRILE. IL PROBLEMA DAVVERO URGENTE È LA MEDIA INTENSITÀ, I PAZIENTI CON SINTOMI IMPORTANTI MA NON GRAVI. NON ABBIAMO UN SISTEMA DI MEDICI DI BASE EFFICIENTE COME QUELLO TEDESCO CHE SI PRENDE CURA DI QUESTI SOGGETTI - IL CONTACT TRACING? ORMAI CI SONO TROPPI CASI PER POTERLO RITENERE UNO STRUMENTO UTILE NEI CONFRONTI DEL VIRUS - CI SONO ASINTOMATICI CON CARICA VIRALE ALTISSIMA''

Fabrizio Guglielmini per www.corriere.it

 

Una situazione complessa e seria, ma meno esplosiva rispetto a marzo e aprile. Il professor Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università degli studi di Milano, argina le analisi drammatiche rispetto al numero dei positivi — sia pure in forte crescita — e giudica i malati in condizioni critiche, ma non gravi, la vera urgenza sanitaria.

CARLO LA VECCHIA

 

È verosimile che la carica virale dei positivi oggi sia molto più alta rispetto ai mesi estivi?

«Sì è un’ipotesi che sta in piedi: ci sono soggetti che diffondono il virus molto più facilmente di altri, tenendo però presente che anche la “predisposizione” ad essere contagiati cambia. Misurare la carica virale su vasta scala richiede ancora tecnologie sofisticate e costose. In più la moltiplicazione delle molecole Rna del virus varia da soggetto a soggetto; ad esempio ci sono asintomatici con carica virale altissima. È quindi difficile, su base scientifica, correlare l’alta carica virale al numero dei ricoveri».

 

Quando invece è determinante conoscerla?

«Misurare la carica virale è importante per i pazienti a lungo positivi, dopo diversi tamponi ancora costretti a casa: valutandola si stabilisce se persiste il pericolo di contagio o meno».

Come valuta l’evoluzione della malattia nell’ultimo periodo?

«La diffusione e gli esiti della malattia sono molto differenti da marzo: abbiamo un numero di positivi enormemente più alto ma un numero di ricoveri in terapia intensiva limitato, cosi com’è limitato (sempre in relazione a marzo e aprile) il numero dei decessi per Covid».

 

Qual è il tallone d’Achille del sistema ospedaliero?

ASINTOMATICO

«Il problema davvero urgente è la media intensità, i pazienti con sintomi importanti ma non gravi. Non abbiamo un sistema di medici di base efficiente come quello tedesco che si prende cura di questi soggetti. Occorrono, come ha ricordato il professor Remuzzi, ospedali periferici con 2-300 posti letto, destinati a questi ricoveri. Questo aiuterebbe enormemente le terapie intensive».

Il viceministro della Salute Sileri ieri ha dichiarato che il vero problema è il contact tracing. È d’accordo?

«Da epidemiologo dico assolutamente no: ormai ci sono troppi casi per poterlo ritenere uno strumento utile nei confronti del virus. Semplicemente, oltre certi numeri, non è più strategico».

 

La situazione delle terapie intensive?

coronavirus terapia intensiva icc casal palocco roma 1

«A livello nazionale abbiamo del tempo a nostro favore, cioè diverse settimane prima che entrino in una situazione critica: ci sono 5.400 posti pronti e altri 3.000 approntabili. L’affermazione “i letti sono già pieni” significa che sono occupati tutti i posti creati solo ed esclusivamente per pazienti Covid. La differenza salta all’occhio: ad aprile avevamo 4.000 terapie intensive impegnate».

Che strumenti ci mancano per gestire i casi meno gravi?

«Si devono aprire ancora centinaia di Usca (Unità speciali di continuità assistenziale, ndr). I decessi avvengono per insufficienza respiratoria: valutare la malattia nella prima fase è fondamentale per gestirla al meglio e non mandare in tilt gli ospedali».

 

CONTACT TRACING

Le sue raccomandazioni per i cittadini?

«Voglio ripeterlo: la situazione è seria ma complessivamente meno grave della primavera, tuttavia non va sottovalutata. Credo di poter dire che gli italiani utilizzano le protezioni personali e rispettano le ordinanze in modo direi soddisfacente, sono consapevoli del pericolo. Ecco: occorre lo stesso approccio nei confronti di amici e parenti, cioè evitare di vederli, restando unicamente nel proprio nucleo familiare. E anche se è triste dirlo, è necessario non andare a trovare gli anziani per non metterli a rischio. I luoghi di lavoro e i trasporti, così spesso chiamati in causa, sono invece ben normati».

coronavirus ospedale CONTACT TRACING

 

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…