coronavirus - ospedale in belgio pronazione terapia intensiva ospedali

SEMPRE IN CULO AI MALATI - PUR DI EVITARE MAGGIORI RESTRIZIONI, LE REGIONI DECIDONO DI RICONVERTIRE INTERI REPARTI DA DESTINARE AI PAZIENTI COVID - MA A FARNE LE SPESE, OLTRE AI MEDICI CHE DEVONO SOSTENERE UN MAGGIORE CARICO DI LAVORO, SONO I PAZIENTI NON COVID, CHE SI VEDONO RIMANDARE INTERVENTI PROGRAMMATI DA MESI PERCHÉ LE SALE OPERATORIE SONO STATE RIDOTTE E I MEDICI SONO IMPEGNATI A SOMMINISTRARE VACCINI O A EFFETTUARE TAMPONI…

Graziella Melina per “il Messaggero”

 

terapia intensiva covid 4

Mentre le Regioni si adeguano ai nuovi colori assegnati dal governo, negli ospedali si cerca di trovare un punto di equilibrio tra i ricoveri, sempre crescenti, e le risorse disponibili. La situazione è complicata ovunque, e così alla fine si è costretti ad una sorta di gioco ad incastri, che funziona solo se i medici danno una maggiore disponibilità di turni, a volte con la promessa di incentivi economici, e se il numero dei posti letto, laddove possibile, viene aumentato.

 

In alternativa, pur di evitare maggiori restrizioni, si decide di riconvertire interi reparti da destinare ai pazienti Covid. In ogni caso, a farne le spese, oltre ai medici che devono sostenere un maggiore carico di lavoro, come sempre sono poi i pazienti non Covid, costretti a vedersi rimandare interventi programmati da mesi perché le sale operatorie sono state ridotte e i medici e gli infermieri spesso sono impegnati a somministrare vaccini o a effettuare tamponi.

 

LA PRIORITÀ

terapia intensiva covid 3

Da Nord a Sud, in sostanza, la priorità ce l'hanno i pazienti Covid, spesso non vaccinati. Tutti gli altri, con patologie non gravi, dovranno attendere che si liberi un posto. In Veneto, Luciano Flor, direttore generale della Sanità regionale, ha stabilito che se necessario si dovranno sospendere le attività giornaliere e settimanali di intervento medico programmato. «La situazione dal nostro punto di vista è preoccupante - ammette Massimiliano Dalsasso, presidente dell'Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica (Aaroi-Emac) del Veneto - Abbiamo una quantità di contagi molto elevata.

 

terapia intensiva covid 1

Un discreto numero di posti delle terapie intensive vengono occupati dai pazienti Covid e questo inevitabilmente va a impattare con l'organizzazione sia degli interventi critici che di quelli programmati. Bisogna trovare le combinazioni giuste per curare i pazienti fragili e quelli che non sono urgenti.

 

Le sale operatorie e le terapie intensive sono in altissima pressione». Anche in Alto Adige l'andamento dell'epidemia preoccupa. Andrea Brasola, responsabile provinciale dell'Aaroi-Emac, lavora al servizio di anestesia e rianimazione dell'ospedale di Bolzano: «Da lunedì scorso abbiamo registrato circa il 25 per cento in meno di attività operatoria programmata - racconta Brasola - Questo in parte è dovuto alla riduzione delle sale operatorie e in parte alla diminuzione del personale che è stato impiegato per curare i pazienti Covid».

terapia intensiva covid 2

 

Ma a complicare la situazione ci sono poi altre incognite, che nulla hanno a che fare con il Covid. «Considerando che in Alto Adige è iniziata la stagione turistica - mette in guardia Brasola - se la pressione per gli interventi dovuti ai traumi è forte, si farà fatica a collocare nei reparti ospedalieri tutti i pazienti che ne hanno bisogno, anche perché è stato ridotto il numero dei professionisti che si occupa delle aree ad intensità di cura normale».

 

Farmaci terapia intensiva

Senza contare poi che la richiesta di ferie degli operatori sanitari renderà ancora più difficoltoso garantire ovunque le cure. «Ormai andiamo verso la riduzione delle attività prenatalizie e di inizio anno, che consente lo spostamento degli interventi programmati - ammette Marco Chiarello, presidente regionale Aaroi Emac - Le liste di attesa per le operazioni non urgenti, ma già definite, possono arrivare a sei mesi. La maggioranza di questi ritardi è senz' altro dovuta alla pandemia, ma poi ci portiamo dietro anche diversi interventi precedenti ancora da recuperare».

 

CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA

Difficile, però, smaltire le liste di attesa se nel frattempo non si risolve il problema della carenza dei medici. «Nel 2015 - ricorda Emanuele Scarpuzza, presidente dell'Aaroi - Emac della Sicilia - con il decreto ministeriale firmato dall'allora ministro Beatrice Lorenzin, è stato deciso di ridurre la disponibilità delle cure ospedaliere a 3 posti letto per acuti per mille abitanti. Quindi, alcuni reparti sono stati cancellati e il personale non è mai stato incrementato in ragione di una potenziale emergenza, tanto che durante la pandemia abbiamo fatto ricorso agli specializzandi. Ma se il numero dei ricoveri continua ad aumentare la situazione sarà difficile da gestire».

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)