STARE SEDUTI UCCIDE – UNA RICERCA DELLA ULSTER UNIVERSITY DI BELFAST RIVELA CHE OGNI ANNO 70MILA PERSONE MUOIONO IN GRAN BRETAGNA PER PATOLOGIE LEGATE ALL’AVER PASSATO PIÙ DI SEI ORE SEDUTE A LAVORARE: STARE ALLA SCRIVANIA AUMENTA IL RISCHIO DI AMMALARSI DI DIABETE DI TIPO 2, DI SVILUPPARE UN CANCRO AL COLON O AI POLMONI E DI SOFFRIRE DI MALATTIE CARDIACHE – E PER “SOPRAVVIVERE” NON BASTA LA PALESTRA…
Vittorio Sabadin per “www.lastampa.it”
Passiamo troppo tempo seduti, e stare seduti uccide. Una ricerca della Queen’s University condotta con la Ulster University di Belfast e pubblicata dal Journal of Epidemiology and Community Health rivela che 70.000 persone ogni anno muoiono in Gran Bretagna per patologie legate all’aver passato più di sei ore sedute nel luogo di lavoro.
L’indagine è particolarmente allarmante perché conferma i dati di un altro studio condotto nel 2017 negli Stati Uniti e pubblicato su Annals of Internal Medicine: stare troppo seduti aumenta significativamente il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2, di sviluppare un cancro al colon o ai polmoni e di soffrire di patologie cardiache. Lo studio non tiene conto del tempo che poi si passa seduti a casa, che aggrava ulteriormente la situazione.
stare seduto troppo tempo toglie anni di vita
La sedentarietà nel posto di lavoro è stata paragonata al fumo: le sedie sono le nuove sigarette e rischiano di produrre danni altrettanto gravi alla salute delle persone. Bisognerebbe alzarsi e fare due passi almeno una volta l’ora, oppure scegliere quando è possibile di fare restando in piedi quello che di solito si fa da seduti. In alcune aziende, ad esempio, molte riunioni già si tengono in piedi, con il vantaggio di ridurne la durata.
Gli esperti che hanno condotto la ricerca invitano i datori di lavoro a trovare soluzioni, anche modificando il layout degli uffici e l’organizzazione dei processi per evitare che gli impiegati restino seduti troppo a lungo. La sedentarietà ha sull’organismo conseguenze molto più vaste di quello che si pensava e non solo l’obesità è legata alla mancanza di moto.
Ci sono conseguenze sugli ormoni, sul metabolismo, sul colesterolo, sull’insulina e sui meccanismi che regolano la presenza di zuccheri e grassi nel sangue. Anche la memoria di chi sta troppo seduto subisce danni e le cellule del suo cervello si rinnovano con maggiore lentezza.
La dottoressa Leonie Heron, che ha guidato la ricerca, invita ogni azienda a cercare rimedi: «In sostanza abbiamo scoperto che il modo con il quale è strutturata la giornata lavorativa di moltissime persone rischia di danneggiarne la salute. Non si tratta solo di fare un po’ più di moto nel tempo libero, bisogna che il mondo del lavoro si faccia carico di questo problema».
Studiando migliaia di casi, i ricercatori hanno infatti scoperto che andare in palestra la sera mentre si torna a casa non risolve il problema. I danni accumulati stando seduti per più di sei ore non si eliminano con mezz’ora di esercizi, anche se un po’ di moto settimanale, come camminare velocemente o andare in bici, è ovviamente consigliato.
Dobbiamo però cambiare le nostre abitudini ripensando al modo in cui è stato organizzato il lavoro negli ultimi decenni e rivedere anche il nostro comportamento quando siamo a casa: mettere in un cassetto il telecomando del televisore potrebbe essere ad esempio un primo passo significativo.
Si è scoperto che i bambini che trascorrono molto tempo seduti davanti alla tv o al computer avranno più voglia di stare seduti anche da adulti. E il problema è aggravato dal fatto che le attività quotidiane che prima richiedevano movimento, come andare al cinema, fare acquisti, visitare una libreria, giocare, oggi sono svolte da casa seduti davanti a un computer.
Il nostro organismo non è però stato progettato per stare fermo. Nell’attesa che si evolva adattandosi al nostro nuovo modo di vivere, sarà meglio darsi ogni tanto una mossa.