“SE HO CONTRIBUITO ALL’ADDIO DI AMADEUS? NULLA DI REALE” – MILLY CARLUCCI SMENTISCE LA NOTIZIA VELENOSETTA SECONDO CUI I VERTICI RAI AVREBBERO PREFERITO IL SUO PROGRAMMA “L’ACCHIAPPATALENTI” A UNA TRASMISSIONE PROPOSTA DA AMADEUS: “IL PROGRAMMA NASCE DA UN'ESPLICITA RICHIESTA DEL DIRETTORE RAI CIANNAMEA CHE MI CHIEDEVA UN FORMAT INNOVATIVO. ARBORE? BACIO LA TERRA DOVE CAMMINA, FU LUI CHE MI NOTÒ. IL SUCCESSO? È ARRIVATO A FORZA DI NO…”
Estratto dell’articolo di Michela Tamburrino per "la Stampa"
Milly Carlucci appartiene a quel tipo di persone che adottano lo sport come regola di vita.
Tenace e rigorosa con sé e con gli altri, Milly gareggia per vincere. Teoria che applica ai suoi programmi. Lo ha fatto con Ballando con le stelle , un successo da record e con Il cantante mascherato e così fa con L'acchiappatalenti che ha debuttato venerdì su Rai1, 2.667.000 spettatori e il 17.2% di share, punteggio che non le ha fatto vincere la serata. Ma lei guarda al risultato finale e non a quello di tappa.
«L'Acchiappatalenti», è stato scritto, sarebbe stato scelto dai vertici Rai scartando un programma proposto da Amadeus. E questo avrebbe contribuito all'addio del conduttore. Lo aveva saputo?
«Ho sentito la voce ma si tratta di una notizia senza fondamento, nulla di reale in questa ricostruzione. Il programma nasce da un'esplicita richiesta del direttore Rai Ciannamea che mi chiedeva un programma innovativo.
Con la mia squadra ci siamo messi al lavoro, poi, su spunto di Fremantle, ci siamo indirizzati verso uno show che vedesse da una parte dei talenti in qualsiasi campo e dall'altra dei coach che hanno solo 15 secondi per acchiappare o meno il talento che hanno di fronte […]».
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Chi l'ha forgiata professionalmente?
«Renzo Arbore. Fu lui che, nell'estate del 1977, mi notò guardando una piccola tv romana e disse che avevo le stelline negli occhi, mi fece fare un provino con Ugo Porcelli, un suo autore storico e mi prese per L'altra Domenica.
Io studiavo architettura, mi piaceva l'aspetto creativo di quella disciplina. Ma questo è il lavoro adatto a me. Se non fosse stato per lui, non sarei qui adesso. Bacio la terra dove Arbore mette i piedi».
Dicono di lei che sia una stakanovista del lavoro. È vero?
«Mi preparo molto per essere sempre aggiornata, per non deludere il pubblico. Parlo cinque lingue, ho anche cantato però mai con l'intenzione di farne una professione. Un tempo le soubrette dovevano saper fare tutto, a Scommettiamo che con Fabrizio Frizzi si cantava e si ballava».
Si è mai ispirata a qualche collega?
«Mai, perché ho cercato sempre una mia identità. Se copi, sarai l'esempio minore di chi ha successo. Però delle preferenze le ho. Oltre all'immensa Carrà, ho molto amato Lauretta Masiero, Sandra Mondaini che diede l'addio al lavoro da soubrette a soli 40 anni».
Altri tempi. Oggi perfino la terza età è stata rivalutata.
«Io ho fortemente voluto Iva Zanicchi a Ballando ed è stato un gran successo. Mara Maionchi è una forza della natura e anche lei l'ho voluta con me. Noi che facciamo intrattenimento viviamo in un non-tempo, dobbiamo comunicare leggerezza vitale».
Ha detto tanti no?
«Superiori ai sì e sono quelli che aiutano a crescere. Io ero timidissima, ho fatto sforzi enormi per uscire dalla mia pelle. A forza di no».
Oggi è più facile riuscire?
«È più facile avere la prima occasione grazie ai tanti canali a Internet, ai social. Invece è molto più complicato restare».
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A lei piace circondarsi di persone amiche anche sul lavoro. Quando è andato via il ballerino Samuel Peron, ci è rimasta male?
«I ragazzi crescono e cercano altre strade. Da tempo mi parlava di voler fare altro, di cambiare scenario dopo tanti anni come ballerino insegnante a "Ballando"».
L'Isola dei famosi finisce presto. Potrebbe tornare?
«Noi non prendiamo chi ha fatto reality. È una nostra regola».
Enrico Montesano ha dichiarato che è stato un errore fare "Ballando". Le è dispiaciuto?
«Veramente? Mi sembra strano, a me ha sempre detto il contrario. Fu una vicenda controversa, ci dispiacque molto perderlo. Sicuramente avrebbe conquistato il podio».
Tanti suoi colleghi hanno abbandonato la Rai. Che effetto le fa?
«Sono andati via seguendo le fluttuazioni del mercato, normale. Sono dispiaciuta per quei colleghi con i quali ho vissuto esperienze professionali bellissime. Ma la Rai conserva la leadership di mercato, ha lo spessore per reggere qualsiasi cambiamento […]».
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