“SAVIANO È SICURAMENTE VITTIMA DI CENSURE, MA SOPRATTUTTO DEL SUO AUTOCOMPIACIMENTO VITTIMISTICO” – SELVAGGIA LUCARELLI: “SCURATI NON HA NEPPURE FATTO IN TEMPO A DIVENTARE UN MARTIRE CHE L’AUTORE DI GOMORRA HA DOVUTO RISTABILIRE UN FONDAMENTALE PUNTO FERMO: È PIÙ MARTIRE LUI. PIÙ OSCURATO, ODIATO, PERSEGUITATO, OSTEGGIATO, ESCLUSO” – “IL SAVIANO CHE PRETENDE SOLIDARIETÀ NEI CONFRONTI DEGLI INTELLETTUALI CENSURATI DALLA RAI È QUELLO CHE DOPO L’EDITTO BULGARO PUBBLICAVA SERENAMENTE LIBRI CON MONDADORI, IMMAGINO…”
Estratto dell’articolo di Selvaggia Lucarelli per “il Fatto quotidiano”
Dopo giorni di accuse e indici puntati contro politici, dirigenti, direttori e vice, abbiamo il nome di chi ha oscurato, tolto luce e spazio allo scrittore Antonio Scurati: Roberto Saviano. Il povero scrittore e docente diventato un caso dopo la vicenda dell’ospitata saltata da Serena Bortone, non ha neppure fatto in tempo a diventare un martire della censura che l’autore di Gomorra ha dovuto ristabilire un fondamentale punto fermo: è più martire lui.
Più oscurato, odiato, perseguitato, osteggiato, escluso. Chi si crede di essere, questo Scurati, che oltretutto ha ricevuto la solidarietà di tutti mentre Saviano è ormai isolato, espulso dagli spazi del dibattito, talmente censurato da non avere più angolini da cui esprimere il dissenso.
ANTONIO SCURATI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 25 APRILE A MILANO
C’è solo una stranezza. Saviano non se ne lamenta guardando dritta la webcam della sua cameretta mentre i poteri forti della fibra ultraveloce provano a fargli saltare il collegamento, ma – solo negli ultimi cinque giorni – in 20 minuti di intervista singola a “Propaganda”, in 18 minuti di intervista singola da Floris e in altri 30 minuti di intervista da Fazio seguiti da 16 minuti di intervista singola sempre a Che tempo che fa.
Il 20 aprile, sempre in qualità di censurato, l’isolato Saviano era anche ospite del Festival del giornalismo […] La censura ai suoi danni proseguirà al “Salone del libro” dove a maggio lo scrittore sarà ospite a quattro eventi. Praticamente dorme direttamente su due poltrone dell’Auditorium.
La presentazione del suo libro poi avverrà in sordina, in quello che sarà una sorta di raduno carbonaro (la Sala Oro, 700 posti) e con un relatore di fortuna, perché quando sei censurato il potere scappa: il direttore del Corriere della sera Luciano Fontana.
Ma l’agonia […] non è ancora finita: dal 3 maggio è in tournée in alcuni teatri italiani i cui foyer saranno presidiati da alcuni eroi della Resistenza. Del resto, in queste sue rare apparizioni tv per ricordarci che sì, Scurati è un bersaglio delle destre, che sì, tutti dobbiamo proteggerlo, che sì, tutti dobbiamo parlare di quel che gli è successo “ma ora parliamo di Roberto Saviano ”, l’isolato Saviano ha descritto con grande senso della realtà il suo strazio di intellettuale lasciato solo in quanto unico bersaglio di censure, querele e intimidazioni.
ANTONIO SCURATI ALLA MANIFESTAZIONE PER IL 25 APRILE A MILANO
A “Propaganda”, per esempio, ha spiegato che i politici al governo hanno un metodo: individuano pochi bersagli come lui e li attaccano. Che questo è il metodo dei giornali di Angelucci contro di lui, Michela Murgia e pochi altri. “Dov ’eravate quando ci pestavano tutti i giorni?” ha domandato. E ha aggiunto che lui ai processi si è ritrovato solo, a parte la compagnia di qualche amico scrittore.
[…] La sua –lo dico con un certo dispiacere – è ormai una evidente sindrome del perseguitato. “A processo si è sentito solo”, dice. Fatto sta che si è presentato in aula con scrittori e conduttori, noialtri al massimo con l’avvocato.
“Sento che siamo pochi”, dice lamentandosi della chiusura del suo programma Insider. L’orrendo silenzio che ha accompagnato la (ingiusta) chiusura del suo programma è stato però disturbato da Elly Schlein che ha presentato una interrogazione parlamentare lamentando il danno erariale, da una raccolta firme su change.org, di un servizio su “Insider ” alle Iene, da appelli di associazioni antimafia, da indignazione diffusa e suoi virgolettati su alcuni dei principali quotidiani del paese.
IL CASO SCURATI - VIGNETTA BY VUKIC
Il Saviano che pretende solidarietà nei confronti degli intellettuali censurati dalla Rai è quello che dopo l’editto bulgaro pubblicava serenamente libri con Mondadori, immagino. O quello che (non) si stracciava le vesti per la cacciata di Gabanelli, Porro, Giletti, Giannini e molti altri, quando in Rai era Renzi a decidere la lista dei giornalisti buoni e cattivi.
Sempre a proposito di editto bulgaro, lo scrittore ha poi aggiunto che se prima venivi mandato via dalla Rai i soldi giravano comunque, “l’editoria era florida”. Certo, quando Berlusconi ti faceva fuori della Rai c’era sempre Mediaset. Ah, no era di Berlusconi. C’erano La7, la Nove. Ah no, non esistevano.
ROBERTO SAVIANO AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO
Infine, Saviano si è lamentato anche del fatto che lui non ha potere, ha solo quello della parola. Non so cosa intenda Saviano per “potere”, ma quando alza il telefono per chiedere a politici, conduttori e scrittori che lo difendano pubblicamente o telefona direttamente al meloniano dg Giampaolo Rossi chiedendogli spiegazioni sul perché non gli venga consentito di promuovere il suo libro in Rai e poi chiama i conduttori delle trasmissioni Rai per comunicare che hanno il via libera del direttore generale ad invitarlo, mi sembra che l’esercizio del potere non gli sia del tutto estraneo.
ROBERTO SAVIANO GIORGIA MELONI
E questo a prescindere dal fatto che quelli poi lo invitino o no. Non so quanti giornalisti o scrittori oggi potrebbero permettersi di alzare il telefono e interloquire con il direttore generale Rai. E non so quanti lo farebbero, se quel direttore generale fosse un fedelissimo del loro più acerrimo nemico politico. Forse sarebbe ora che Saviano realizzasse una cosa: è sicuramente vittima di censure e vendette politiche, ma soprattutto del suo autocompiacimento vittimistico.
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