tim burton big eyes

ARTSPIA - VIVA MR KEANE! TIM BURTON SBAGLIA: E' IL MARITO CATTIVO DI "BIG EYES" IL VERO GENIO DI CASA. MS KEANE SENZA DI LUI SAREBBE RIMASTA UNA PITTRICE SFIGATA. PERCHE' SPESSO E' IL MERCANTE CHE FA L'OPERA. LO DICEVA ANCHE PICASSO

 

Alessandra Mammì per Dago art

scena da big eyesscena da big eyes

 

 A proposito di “Big Eyes”. Ma cosa avrebbe mai combinato nella vita Margaret Keane pittrice di brutti bambini dai lacrimosi occhi a padella senza quel geniale marito un po' farabutto ma capace di risolverle la vita?

Lei da sola sarebbe rimasta lì: sul trespolo di una strada davanti ai cavalletti. Qualche ritratto, qualche quadretto, pochi spiccioli una vita da sfigata pittrice fallita. Il genio di casa è lui. Pessimo, antipatico, strafottente, maschilista, imbonitore ma capace di trasformare quei quadri mediocri in opere.

 

Lui ne ha fatto un oggetto del desiderio. Lui il mercante di genio. Lei in fondo non avrebbe saputo, né potuto neanche entrare nel sistema dell'arte. La sua cultura era insufficiente, il senso degli affari sotto i piedi, la timidezza un intralcio, le opere un simbolo di cattivo gusto che solo il cinismo di Warhol pari a quello di Barnum può salvare, perchè è vero “ che nessuno hai mai perso un dollaro puntando sul cattivo gusto del pubblico”

big eyes tim burtonbig eyes tim burton

 

Lui, Mr. Keane, lo sa. E sa anche che quella di Ms Keane non è arte. Nel film, in quella candida galleria di Jason Swartz che ostenta gigantesche tele informal-gestuali alla Hans Hartung, quelle faccine tutte uguali, dipinte acrilico su tele intelaiate e vendute in serie a misure fisse, non hanno diritto d'ingresso.

 

big eyes tim burton opere di keane big eyes tim burton opere di keane

MrKeane infatti ne dovrà aprire un'altra, che sarà presa d'assalto da massaie appena entrate nelle villette a schiera dell'America del Boom, piene di vuote pareti da riempire con quadri. E se i quadri costano van bene anche i poster. Qui entra il genio di Keane che deve tenere alti i prezzi dei quadri per farne un oggetto di desiderio irraggiungibile e vendere poi milioni di cartoline, manifesti, gadgets d'ogni genere e natura.

 

Non ha rubato niente a Margaret Keane, in fondo. Perchè la povera non aveva niente da farsi rubare. Totalmente priva di talento e di spirito di inziativa com'è.

 

Se Tim Burton cerca di raccontarci la storia alla rovescia è perchè questo nasconde qualche sua frustrazione. Lui che esce dall'Istituto d'arte e va a lavorare da Disney come disegnatore, per poi continare a disegnare genialmente ma con l'incertezza dilettante che arriva da un miscuglio di fumetto e giocattoli, cartoon e serie tv, illustrazione per l'infanzia e fantascienza. Un post-miscuglio che non produce un linguaggio nuovo. Produce bellissimi film ma un immaginario artistico alquanto regressivo. Basta andare sul suo sito e entrare nella Burton Gallery per capire quanto vasta sia la fantasia, ma poca la tenuta.

 

big eyes tim burton  4big eyes tim burton 4

 

Un gran disegnatore può non essere un bravo artista. Un bravo artista può essere un pessimo disegnatore. Il problema è quando il primo vuole diventare l'altro. E così anche Burton cade nella trappola del mercato = demonio. Come tutti i curatori mediocri e gli artisti mediocri che vedono nel sistema dell'arte un complotto giudo-pluto-massonico. Una casta iper-uranica che si stringe intorno a valori presunti, chiude le porte, non fa entrare nessuno tranne gli adepti alla setta e prende in giro il mondo.

 

big eyes tim burton big eyes tim burton

E invece sono i mercanti di genio che spesso hanno contribuito a costruire artisti di genio. Rapporti complessi, scambi, fusioni, liti. Non è un pacchetto finanziario è una scommessa umana e intellettuale quella che lega il mercante/ gallerista e l'artista. Lo sguardo del primo stretto a quello del secondo. Che si ringrazi il mercante per la capacità di mettere in atto una strategia, sopportare gli umori, sconfiggere le depressioni per difendere gli artisti dal mondo e da se stessi. “Che fine avremmo fatto se non ci fossero stati i mercanti d'arte?” si chiedeva Pablo Picasso, che da grande artista quale fu, al complotto della cupola non ci ha mai creduto.  E viva Mr Keane.

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