BOMBER VECCHIO FA BUON BRODO - DA SUPER TONI A KLOSE: VINCE L'USATO SICURO DEL GOL - UN LITIGIO DI BALOTELLI NON PRODUCE PUNTI, LE PRODEZZE IN SERIE DI TONI, INVECE, REGALANO LA SALVEZZA AL VERONA

Malcom Pagani per il “Fatto Quotidiano”

 

TONITONI

Trentotto, come gli anni che compierà a maggio. Di Verona, dopo 20 gol nel primo campionato e 18 nel secondo, Luca Toni è diventato cittadino onorario aggiungendo al passaporto tedesco ottenuto ai tempi del Bayern Monaco, quello di erede naturale degli Zigoni, degli Elkjaer e di tutti gli attaccanti che resero il Bentegodi più monumentale dell’Arena.

 

DI NATALEDI NATALE

Era emigrato in Medioriente, all’Al Nasr, nel 2012. Sembrava finito. Satollo. Alla ricerca degli ultimi denari da ottenere in una parabola che fino ai 23 anni lo aveva confinato ai margini della provincia. È risorto e adesso, sogna di insidiare Carlos Tevez, un altro che i 30 li ha superati da un pezzo e per cui ai tempi del Manchester City si erano dettati improvvidi necrologi. Non è un campionato per giovani – la nostra Serie A – e continuerà a non esserlo fino a quando i vecchi continueranno a rendere l’età un puro dato statistico. Di Natale, Klose, Quagliarella , il Totti del girone d’andata, Maccarone . Reti in serie e tra un annuncio di ritiro e l’altro, un’ottica e un’etica da soldati del pallone da sventolare in silenzio.

rihanna con coppa e kloserihanna con coppa e klose

 

Professionisti esemplari, nemici giurati delle tentazioni, gente forse meno affascinante e meno epica dei Best, dei Gascoigne, dei Maradona. Se esplori a fondo le biografie di chi aggiorna le proprie statistiche indifferente all’anagrafe, trovi qualche delusione, qualche momento di incomprensione con gli allenatori, qualche infortunio e un costante superamento delle difficoltà come stella polare. Si perde soltanto chi non ha voglia di ritrovare la strada e si arrende solamente chi non riesce più a distinguere le insidie della fama dalla fame. Toni e i suoi fratelli continuano ad averla.

 

Maccarone Maccarone

Spazzano via tavole e pronostici . Confinano in panchina gli investimenti di mercato, mettono in imbarazzo i direttori sportivi, deludono i ragazzini e le loro speranze e imbiancano come le mamme cantate da Battiato, senza abdicare al ruolo. Esempi. Totem. Non più bandiere per la vita, ma giramondo che rimangono uguali a loro stessi pur cambiando maglia, ambizioni e orizzonti.

 

CALCIATORI che non mettono soltanto esperienza al servizio della squadra, ma recitano da esempio per la truppa. Delle loro imprese fuori dal campo si parla poco o nulla. Del loro lato pubblico, ancor meno.

 

Un’attitudine monacale distante dall’attaccante che si esprime sul campo e – vale per Icardi, appaiato a Toni per numero di segnature in campionato –semina il resto per il metaracconto quotidiano della propria esistenza tra un tweet e una sfida al tifoso insolente. Un litigio di Balotelli non produce punti. Un gesto di Klose fa vincere i Mondiali.

KLOSEKLOSE

 

Due domeniche fa, al Chievo, il tedesco segnava da centometrista capace di dare tre metri al marcatore e battendo un altro ‘anziano’, l’argentino Bizzarri, ennesimo trentottenne da 7 fisso in pagella. Solo l’altro ieri, Di Natale bruciava i difensori dell’Inter danzando tra le linee.

 

Il tutto da titolari capaci di giocare 30 partite l’anno e non qualche spezzone, pur sontuoso, come capitava agli Altafini di un’altra epoca, agli avvoltoi madridisti di nome Emilio celebrati da Javier Marias nella fase discendente di una luminosa carriera o ai baronetti come Stanley Matthews, uno che trottò ben oltre i 50 e che a quasi 40 anni spinse il piccolo Blackpool alla conquista della Coppa d’ Inghilterra.

 

LUCA TONI LUCA TONI

Forse la truppa che occupa i primi posti di una classifica non sempre coincidente con quella ufficiale (Protti dominò la scena in Serie A con il Bari e a fine stagione i pugliesi retrocessero) non arriveranno a emulare Kurt Meyer, bavarese che in tuta, con apprezzabile passo, stop al volo e tiro sotto la traversa, segnò a 81 anni il gol più votato della stagione 2002 dagli spettatori di Sportschau. 

 

LUCA TONI LUCA TONI

Ma andranno ancora avanti, ottenendo stupore e la stessa riconoscenza toccata anche a chi –  Del Piero su tutti –  in gioventù divideva i tifosi e avvicinandosi alla pensione li aveva proprio tutti dalla parte sua. Conquistati. Maestri tardivi dell’“ io l’ avevo detto” .

KLOSEKLOSEtonitoniBUFFON-KLOSE BUFFON-KLOSE luca toni luca toni

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…