parnasi bonifazi

BONI, CHE ALLO STADIO CI PENSA BONIFAZI - IL TESORIERE PD FECE DA INTERMEDIARIO (VISTO CHE È UN AVVOCATO) TRA EQUITALIA E IL GRUPPO PARNASI, PROPRIO MENTRE IL COSTRUTTORE ROMANO NEI GUAI COL FISCO VERSAVA A UNA FONDAZIONE DEL PD UNA BELLA SOMMETTA ''PER L'AZIONE POLITICA'' - MA PARNASI PUR DI COSTRUIRE LO STADIO MISE D'ACCORDO DESTRA, SINISTRA E GRILLINI. ORA TUTTI INDAGATI - QUANDO TOTTI SI FECE CONSEGNARE LE CHIAVI PRIMA DELLA FINE DEI LAVORI…

 

Giacomo Amadori per ''la Verità''

 

Nell' 80 dC l' imperatore Tito inaugurò a Roma l' Anfiteatro Flavio, realizzato dopo otto anni di lavori e grazie al tesoro del tempio di Gerusalemme. Gli architetti dell' epoca erroneamente lo costruirono su un terreno acquitrinoso e instabile.

PARNASI

Eppure dopo quasi 2.000 anni il Colosseo è ancora lì, seppur monco. Il suo erede, lo stadio della Roma, voluto dai nuovi signori della Città eterna, compreso il sindaco Virginia Raggi, sembra dover nascere sotto auspici peggiori, sempre vicino all' acqua, ma con fondamenta molto più fragili: oggi non c' è un tempio da saccheggiare e le ditte che dovrebbero realizzarlo sono sedute su una montagna di debiti con l' Erario e per questo sono a rischio fallimento.

 

stadio della roma

A contribuire al loro salvataggio, per ora, è stato un consulente molto speciale, il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, senatore e uomo d' onore, per dirla con Shakespeare, seppur insieme con il costruttore Luca Parnasi (quello dello stadio) sia indagato per finanziamento illecito ai partiti. Bonifazi ha fatto da intermediario con Equitalia in favore del gruppo Parsitalia della famiglia Parnasi quando era uno degli uomini più potenti del Giglio magico e il suo amico Matteo Renzi era azionista di maggioranza del governo del patrizio Paolo Gentiloni Silveri.

 

In questa storia di intrighi degni di un peplum non poteva non comparire il campione dei moderni giochi gladiatori: il capitano Francesco Totti, con la sua villa imperiale da 36 vani, degna di quella dell' imperatore Adriano. Ma che cosa c' entri lui ve lo racconteremo solo alla fine.

francesco bonifazi

 

IL POLITECNICO

Annali e fonti narrano che il senatore Bonifazi abbia trasformato di fatto la Res publica in un socio occulto dello stadio della As Roma, un' opera che il sindaco Raggi ha detto che si farà, anche se il Politecnico di Torino, con una consulenza, ha avvertito comune e governo: per realizzarlo sarà necessario investire miliardi di euro per le infrastrutture. A mettere tutti d' accordo, destra, sinistra e pure i grillini ci ha pensato Luca Parnasi, il costruttore per cui nei giorni scorsi la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione.

 

Insieme con altri 5 indagati è anche accusato di associazione per delinquere finalizzata, tra le altre cose, a ottenere «provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all' operatività del sodalizio». Un copione che in riva al biondo Tevere si ripete da circa 2 millenni.

Le indagini hanno svelato che i rapporti con la politica sono la specialità di Parnasi.

 

luca parnasi mauro baldissoni

Per esempio, secondo gli inquirenti capitolini, l' imprenditore avrebbe foraggiato in vista delle elezioni del 2018 Pd e Lega finanziando le loro fondazioni, Eyu e Cento Voci, attraverso l' immobiliare Pentapigna, controllata al 99 per cento dallo stesso Parnasi e amministrata formalmente dal suo cocchiere (l' autista Nicola Ciardello). Per questo i tesorieri Bonifazi e Giulio Centemero (Carroccio) potrebbero finire alla sbarra, anche se i magistrati romani stanno cercando di capire se un codicillo della cosiddetta legge Spazzacorrotti non li immunizzi.

 

La vicenda dello stadio è però soprattutto la storia di un salvataggio targato Pd. Tutti sanno che il costruttore potrà preservare il suo impero solo se porterà a compimento il nuovo Colosseo, ma c' è un passaggio precedente che in pochi hanno notato e che ha permesso a Parnasi, grazie ai democratici, già populares, di arrivare all' ultimo «stadio» della sua corsa.

 

PARNASI totti

Nel 2012 Sandro Parnasi, capostipite della sua gens, aveva affidato la gestione del gruppo Parsitalia (noto per aver realizzato il Ministero della Salute, la sede della Provincia di Roma e quella dell' Atac e con un patrimonio netto di oltre 220 milioni) al figlio Luca, che venne nominato anche ad della Parsitalia real estate srl - tenete a mente questo nome - la società che gestiva tutti i servizi del gruppo.

Purtroppo la conduzione del figlio non è stata fortunata, infatti la holding, dopo appena 4 anni, ha presentato un piano di ristrutturazione.

 

Parsitalia, oggi controllata dalla madre di Luca Parnasi, attraverso la Figepa (la quale possiede circa il 62 per cento delle azioni), ha chiuso il 2017 con 122 milioni di perdite. Il patrimonio netto nel 2017 è sprofondato da -58 milioni a -180 milioni. I debiti sono saliti a quota 250 milioni, con Unicredit a guidare la fila dei creditori. Tra questi c' è pure l' Agenzia delle Entrate che a inizio 2018 ha chiesto il fallimento del gruppo Parsitalia per un debito di 35 milioni.

PALLOTTA E LUCA PARNASI n

 

Ma la holding di mamma Parnasi non può fallire per molti motivi, non ultimo i tifosi della squadra giallorossa, il cui giubilo può valere centinaia di migliaia di voti elettorali. Il fallimento della Parsitalia coinvolgerebbe inevitabilmente anche l' Eurnova di Luca Parnasi, proprietaria dei terreni di Tor di Valle, e farebbe tramontare il sogno del nuovo Colosseo romano dedicato a quello che i Latini chiamavano «pilae ludum».

 

IL PARERE

Ed è a questo punto che compare sulla scena il senatore Bonifazi. Infatti Parsitalia ha evitato il crac dopo la presentazione all' Agenzia delle entrate, da parte dello studio legale-tributario BL (Francesco Bonifazi e Federico Lovadina), di un parere pro veritate contenente «pertinenti argomentazioni da sottoporre al Fisco da cui desumere la convenienza per quest' ultimo all' adesione di un accordo ex 182 -ter legge fallimentare posto che con tale strumento l' Erario otterrebbe la maggiore somma ritraibile dalla valorizzazione dell' attivo».

francesco bonifazi

 

Anche nel bilancio di Parsitalia real estate (quella che vi avevamo chiesto di tenere a mente) si parla dell' incarico conferito allo studio BL, «relativo alla redazione di un parere pro veritate da trasmettere all' Erario, ove si dimostri la maggior convenienza per l' Ente gestore di pervenire alla sottoscrizione di un accordo di ristrutturazione anziché dare avvio ad altre procedure liquidatorie o fallimentari».

Più o meno la stessa voce è stata inserita nel bilancio della Parsitalia general contractor la terza società del gruppo oggi controllato dalla madre di Luca Parnasi.

 

Il lavoro di Bonifazi e Lovadina deve essere stato ottimo, visto che a distanza di circa un anno Equitalia non ha portato a compimento l' istanza di fallimento, nonostante la holding non abbia presentato un concordato né ristorato il debito. Qualcuno potrebbe obiettare che è difficile immaginare che Equitalia potesse accanirsi con società che avevano come consulente il tesoriere del Partito in quel momento al governo.

 

E così l' udienza per il fallimento della Parsitalia è stata rinviata dal 27 marzo 2018 al 17 ottobre 2018, come detto, senza il ricorso all' istituto del concordato che normalmente consente di rinviare l' accertamento dello stato di insolvenza. Una posticipazione in cui probabilmente ha avuto il suo peso anche il parere del senatore democratico. In tal modo Equitalia, non avendo chiesto il fallimento di Parsitalia, è diventata socia di fatto del gruppo, legato a doppio filo al destino dello stadio.

 

A ottobre, a quanto ci risulta, è arrivata un' altra proroga, che sarebbe stata ottenuta, questa volta, grazie a una cosiddetta comfort letter della Capital dev, società controllata al 100 per cento dall' Unicredit e che a oggi non ha ancora depositato il bilancio del 2017.

 

francesco totti foto mezzelani gmt 095

Capital dev nel 2014-2015 ha acquistato alcune cosiddette «good company» (con in pancia, però, 700 milioni di debiti) del gruppo Parsitalia al prezzo di 100 milioni. La stessa Capital dev a ottobre del 2018 avrebbe attestato davanti ai giudici che sarebbero in corso trattative per una richiesta di risarcimento da parte di Parsitalia. La holding di mamma Parnasi avrebbe lamentato di essere stata danneggiata a causa della revoca di alcuni appalti e l' epistola spiegherebbe che, se risarcita, Parsitalia potrebbe portare avanti la transazione fiscale con l' Erario.

 

COLLEGAMENTI

Ma per comprendere meglio il collegamento tra Parsitalia e lo stadio bisogna fare un passo in avanti. I destini del gruppo di mamma Parnasi sono collegati (per via dei debiti con Equitalia) alla Capital holding del figlio Luca. La Capital holding è titolare del 99,99% della Eurnova spa (proprietaria dei terreni di Tor di Valle), sebbene il 50% delle quote sia in pegno al fallimento della Sais spa (richiesto sempre da Equitalia).

 

La Capital è a sua volta controllata da Luca Parnasi: per il 19% direttamente e per l' 80% attraverso quell' Immobiliare Pentapigna che ha erogato, come risulta dalle indagini della Procura di Roma, circa 400.000 euro alle fondazioni Eyu (presieduta da Bonifazi) e Cento voci. Il legame è rappresentato da una somma non indifferente di crediti che il gruppo Parsitalia deve riscuotere dalla Capital holding e che sono a detta del liquidatore Parsitalia (vedere bilancio 2017) indispensabili per poter presentare all' Erario il citato accordo di transazione fiscale.

 

equitalia

CIFRA TONDA

Purtroppo la Capital holding di Luca Parnasi difficilmente riuscirà a saldare la Parsitalia (e quindi Equitalia) se non venderà lo stadio a qualcuno, dato che la sua controllante (Pentapigna, al 100 per cento di Luca Parnasi) deve a sua volta 24 milioni all' Erario, un debito scaduto da oltre 3 anni e che sommato a quelli della Parsitalia fa cifra tonda: 60 milioni di euro che approssimativamente, confrontando il prezzo del pane, si tradurrebbe in 10 milioni di sesterzi.

 

Non basta. Spulciando tra gli atti depositati alla Camera di commercio, tanto la Eurnova quanto la stessa Capital Holding hanno chiuso l' ultimo bilancio ufficiale (quello del 2016) in perdita: 724mila euro la prima, 10,5 milioni la seconda. In particolare, la Capital Holding è stata capace di accumulare una perdita così consistente a fronte di ricavi irrisori, appena 323mila euro. Non solo: il debito è già salito a 56 milioni di euro. Discorso analogo va fatto per la capogruppo Pentapigna che, rispetto ad un valore della produzione di 2,8 milioni di euro, ha accumulato debiti per 62 milioni. Numeri che ci regalano la fotografia di società tecnicamente fallite, visto che il debito, nel migliore dei casi, è circa 30 volte superiore ai ricavi. Ma sembra che i Parnasi non possano portare i libri in Tribunale.

 

Forse per questo il senatore Bonifazi ha potuto chiedere e ottenere dalla tecnicamente fallita Pentapigna 150.000 euro per una ricerca sul mercato immobiliare, costata a Eyu meno di 10.000 euro. Certo, secondo alcuni addetti ai lavori, chi ha attinto alla greppia di Pentapigna e delle sue controllate potrà, in caso di fallimento, essere accusato di concorso in bancarotta.

LUCA LANZALONE

 

CHIAVI

Ma veniamo al gladiatore Franciscus Totus. Anche lui sarebbe stato coinvolto in un pasticcio di Parnasi. Nel 2011 la Bel Eur (di proprietà per l' 80 per cento della Capital holding e oggi in liquidazione) ha venduto al Capitano una villa di 36 vani in zona Eur alla modica cifra di 7.911.700 euro: 2,6 sono stati versati sull' unghia, il restante tramite un mutuo acceso con Unicredit. Ma qualcosa, a quanto ci è stato riferito da alcuni fornitori, non deve essere andato per il verso giusto. E la famiglia Totti ha chiesto le chiavi prima della fine dei lavori.

 

L' 11 dicembre 2014 il fondo Upside gestito da Bnp Paribas real estate investment management Italy e la Parsitalia real estate (rappresentata al rogito da Sandro Parnasi, dopo che a settembre il figlio Luca aveva lasciato l' incarico di amministratore delegato) hanno trasferito a titolo di «datio in solutum» (formula latina che indica la sostituzione della prestazione originariamente dovuta con una di natura diversa) un appartamento di 87 metri quadrati (più cantina e soffitta) al ventiquattresimo piano dell' esclusiva Torre Eurosky a due passi dal villone. Valore dell' immobile: 990.000 euro. Una cifra pagata, non si comprende bene a quale titolo, dalla società terza nella compravendita, la Parsitalia real estate.

 

LUCA LANZALONE

Quest' ultima nel 2017 ha chiesto all' Agenzia delle entrate una transazione fiscale per un debito di 11 milioni, allegando il parere pro veritate del solito studio BL. Se la Parsitalia real estate dovesse fallire, qualcuno potrebbe decidere di approfondire questa compravendita che ha spogliato la traballante immobiliare di un bene del valore di quasi un milione di euro.

Insomma siamo di fronte a un complicato intrigo che si risolverà solo con la realizzazione dello stadio della Roma.

Duemila anni fa gli abitanti della Capitale venivano ammansiti con panem et circenses, ma nella Città eterna i costumi sembrano non essere cambiati.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...