barella luis alberto cristante

LE NUOVE STELLE DEL PALLONE - BRYAN CRISTANTE E NICOLO’ BARELLA SONO IL SOGNO PROIBITO DI MEZZA SERIE A, BARAK È L’ULTIMA PEPITA DI QUELLA MINIERA D'ORO CHE È L'UDINESE, SIMONE VERDI PIACE AL NAPOLI, TORREIRA E’ INDICATO COME IL FUTURO REGISTA DEL BARCELLONA. E “LUPO” ALBERTO DA UFO E’ DIVENTATO INAMOVIBILE PER SIMONE INZAGHI

CRISTANTE

Giorgio Gandola per La Verità

 

1)Bryan Cristante È la punta di diamante del mucchio selvaggio, quel gruppo di ragazzi che saranno chiamati a ridare senso e colore alla Nazionale dopo il crollo mondiale con la Svezia.

 

Arrivato in prestito dal Benfica all' Atalanta dopo la partenza di Gagliardini, il centrocampista friulano di 22 anni che nel 2014 era stato scaricato dal Milan, ha giocato 18 partite e ha segnato 6 gol (più 3 in Europa League). Solido, intelligente, forte con i piedi e di testa, verrà riscattato per 5 milioni e poi sarà al centro di una prevedibile asta fra Atletico Madrid e Liverpool. A meno che Massimiliano Allegri, che lo aveva lanciato in rossonero a 17 anni, non lo rivoglia con sé a Torino.

 

2) Antonin Barak L' ultima pepita di quella miniera d' oro che è l' Udinese.

barak

Prenotato dalla scorsa primavera allo Slavia Praga, il trequartista mancino di 23 anni ha segnato 6 gol e ha attraversato il girone d' andata come Attila, mostrando qualità assolute anche nel primo, buio periodo con Gigi Del Neri in panchina. Può fare il suggeritore dietro due attaccanti o la seconda punta, nessun problema. E poiché è alto uno e novanta diventa un fattore dal punto di vista fisico nei rientri di centrocampo, sempre necessari contro squadre più strutturate di quella friulana. È esploso definitivamente con Massimo Oddo, che ha festeggiato la fine dell' anno con la frase: «Cinque vittorie consecutive non le fa neppure la Juve».

 

3) Simone Verdi È il gioiello del Bologna, l' uomo di fosforo e di rifinitura, il Dybala alla mortadella cresciuto fra Empoli, Carpi e lo stadio Dall' Ara con un' esperienza di due anni anche nel campionato spagnolo (con l' Eibar). Ha 25 anni ed è stato protagonista di tutte le partite convincenti della squadra di Roberto Donadoni. Ormai ne è l' anima qualitativa, capace di innescare le punte, di strappare con velocità in contropiede e di trovare la porta anche da 25 metri con un tiro radiocomandato.

barella

Maurizio Sarri lo ritiene perfetto per il suo sistema di gioco e lo sta corteggiando da due mesi. Anche l' Inter è molto interessata. Per l' imprevedibilità e gli inserimenti centrali, per Spalletti sarebbe manna.

 

4) Nicolò Barella A 20 anni il mediano del Cagliari è il sogno proibito di mezza Serie A, quella che ha i soldi o dice di averli. Ha giocato un girone d' andata sontuoso, trasformandosi in campo da semplice under 21 a leader di una squadra «a cui vorrei far vincere il nostro scudetto, vale a dire la salvezza». Sembra un predestinato: testa alta, radar sempre acceso per intercettare palloni e quegli «occhi dietro la testa» che fanno fare il salto di qualità a un centrocampista e gli offrono un orizzonte internazionale. Sembra Marco Verratti, ma ha nettamente più tigna e corre tre volte tanto.

 

5) Milan Skriniar Accolto dalla tifoseria dell' Inter come un costoso paracarro (15 milioni dalla Sampdoria), è diventato subito un pilastro della difesa di Luciano Spalletti.

È un centrale vecchio stampo, non lascia mai l' uomo e non disdegna (scuola Samuel) di regalargli l' impronta dei tacchetti quando può. Metà campionato di totale affidabilità difensiva, accanto a lui un ex campione come Miranda ha ritrovato serenità, passo e si è allungato la vita. Grazie allo slovacco, che in soli quattro mesi da titolare in una squadra titolata ha triplicato il suo valore di mercato, la retroguardia dell' Inter è passata da ridicola a quasi insuperabile.

 

6) Lucas Torreira Gli esperti lo indicano come il futuro regista del Barcellona. Sponsor il micidiale Luis Suarez, che stravede per il giovane connazionale (22 anni) e ha chiesto al ct Oscar Tabarez di convocarlo nella nazionale uruguaiana. Torreira è il motore della formidabile Sampdoria di Marco Giampaolo, partita benissimo e arrivata un po' stanca ai botti di fine anno. Senso della posizione, capacità di intuire l' evoluzione del gioco avversario, qualcosa di Pirlo e qualcosa di Seedorf in un fisico che gli concede poco (è alto solo 1,68). Ma per fortuna il pallone non risponde solo ai ruggiti dei fenomeni muscolari.

 

7) Luis Alberto Era un oggetto misterioso, adesso è il miglior assist-man di Ciro Immobile. Lo spagnolo con il profilo da Don Chisciotte e il ciuffo ossigenato da notte sulle Ramblas, a 25 anni ha trovato la sua perfetta collocazione nella Lazio dopo anni inquieti fra Liverpool, Malaga e Deportivo La Coruna. Ingaggiato per sostituire Candreva, Luis Alberto ha impiegato una stagione a prendere le misure a un torneo tatticamente micidiale, poi è esploso come trequartista e seconda punta.

kolarov

Questo la dice lunga sulle capacità di Simone Inzaghi di realizzare abiti sartoriali su misura ai suoi ragazzi.

 

8) Aleksandar Kolarov Dopo 7 anni da protagonista nel Manchester City, è tornato a Roma dall' altra parte del Tevere e all' inizio non piaceva. Alla Roma c' era chi lo percepiva troppo laziale e chi semplicemente troppo vecchio, perché 33 anni suonati nel calcio non sono solo un' ipotesi.

Eppure Kolarov è entrato in campo e non è più uscito. Sulla sua fascia non passa nessuno.

 

Abituato ai ritmi della Premier, il serbo sembra un highlander nel difendere e nel proporsi, imprendibile per le ali, difficilmente arginabile quando decide di arrivare sulla linea di fondo per crossare. Poiché ha pure una sassata niente male da fuori area, è diventato un corazziere di Eusebio Di Francesco. Intoccabile.

 

cutrone

9) Patrick Cutrone Compie 20 anni il 3 gennaio e in una notte di pioggia fra Natale e Capodanno è diventato l' idolo dei tifosi del Milan per avere eliminato l' Inter nel derby di Tim Cup. È riuscito in 120 minuti dove avevano fallito in due stagioni Luis Adriano e Carlos Bacca, in una Gianluca Lapadula e in sei mesi Nikola Kalinic e André Silva. Cutrone deve ancora dimostrare parecchio, per ora si gode il fascino della notorietà e un contratto da professionista in arrivo. Nato a Parè, paese nel Comasco a due passi dal confine con la Svizzera, ha un fisico da toro, un gran senso del gol e la totale fiducia di Gennaro Gattuso.

 

10) Mattia De Sciglio Passare dai fischi di San Siro, sistematici e destabilizzanti, alla ola dei tifosi juventini allo Stadium dev' essere stato bellissimo per questo milanese di 25 anni cresciuto con la maglia rossonera stampata sulla pelle. Ma mai convincente né accettato perché se sei un difensore esterno di sinistra del Milan e non ti chiami Paolo Maldini, la vita può essere durissima. Con lui lo è stata, quanto a infortuni (distorsioni al ginocchio e menischi) non ha niente da invidiare a nessuno. Anche per questo la sua positività in una squadra che pretende sempre il massimo è un risarcimento nei confronti della sfortuna.

spalletti

 

11) Alberto Brignoli Non sarebbe qui se non avesse segnato un gol, evento straordinario per un portiere. È accaduto il 3 dicembre, all' ultimo minuto della partita contro il Milan, quando ha battuto Donnarumma di testa e ha regalato al Benevento il primo pareggio e il primo punto in Serie A. È il simbolo di un calcio lieve, capace di colpi di scena, di sorrisi, di qualcosa che somiglia a un gioco in una stagione ipertecnologica, tatticamente compressa, con squadre bloccate che difficilmente riescono a dare spettacolo, tranne il Napoli. Il colpo di follia di Brignoli vale la copertina.

 

Allenatore: Luciano Spalletti Ha preso una squadra finita settima, si è trovato a doverne confermare otto undicesimi per mancanza di alternative e l' ha portata anche in testa alla classifica prima del crollo dell' ultimo mese.

 

L' Inter di Spalletti, all' inizio spernacchiata per le presunte fortune e poi rispettata perché se lo meritava, è l' esempio di quanto sia utile un allenatore-psicologo per ottenere un po' di sangue anche da rape come Brozovic.

CRISTANTECRISTANTEkolarov

 

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…