CAMPIONATO IN QUARANTENA – CALENDARI NEL CAOS. LA LEGA VUOLE GIOCARE, LA FEDERCALCIO VUOLE CAPIRE E IL CONI SI ALLINEA AL GOVERNO, MALAGO’: “È GIUSTO FERMARSI E RISPETTARE LE DISPOSIZIONI DELLE AUTORITÀ” - IL CASO DELL'INTER È EMBLEMATICO: SE DOVESSE SALTARE UN'ALTRA GARA DI CAMPIONATO, E ANDASSE AVANTI IN EUROPA LEAGUE, NON CI SAREBBERO PIÙ DATE A DISPOSIZIONE
Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
La Lega vuole giocare, la Federcalcio vuole capire e il Coni si allinea al governo. «Lo sport, in un momento così, non può andare per conto proprio. È giusto fermarsi e rispettare le disposizioni delle autorità. Sarebbe sbagliato e inelegante se fossero anticipate le mosse della politica», dice Giovanni Malagò e ogni riferimento alla confindustria del pallone pare assolutamente voluto.
L' emergenza sul Coronavirus mette in crisi il calcio. E la sensazione è che trovare una quadra non sarà facile. La Lega di serie A smania per giocare. Ieri, per tutto il giorno, ha mantenuto aperti i contatti con i rappresentanti del governo, spiegando l' urgenza di andare avanti, temendo che i primi rinvii, quelli che in serie A hanno coinvolto già Atalanta-Sassuolo, Torino-Parma, Verona-Cagliari e il posticipo della domenica sera Inter-Sampdoria, siano solo l' inizio.
I prossimi mesi potrebbero essere molto complicati, visto l' affollamento del calendario, con le Coppe europee e due partite della Nazionale (Inghilterra-Italia e Germania-Italia) già programmate alla fine di marzo. Il caso dell' Inter è emblematico: se dovesse saltare un' altra gara di campionato, e andasse avanti in Europa League, non ci sarebbero più date a disposizione per chiudere il torneo, considerando che a giugno entra in gioco l' Europeo itinerante.
La Lega, vista la gravità della situazione, ha svolto un Consiglio con i membri collegati in conference call, per studiare la strategia da adottare oggi a Roma, nel vertice in via Allegri promosso dal presidente federale Gravina e a cui parteciperanno rappresentanti del Ministero dello Sport e della Salute.
La serie A sarà rappresentata da Lotito e Marotta. Il presidente Dal Pino, che si trova negli Stati Uniti, sarà collegato al telefono. La Lega vuole giocare e, sin dove è possibile, a porte aperte. Le porte chiuse, al momento, sembra l' ipotesi più probabile, anche la più logica, almeno nella prossima giornata, impreziosita dal derby d' Italia con vista sullo scudetto tra Juventus e Inter allo Stadium.
Il governo ci sta pensando. La Figc sta collaborando attivamente. La discussione sarà accesa. E per trovare una soluzione potrebbe servire un giorno in più, considerando che domani alle 15 al Coni sono in programma il Consiglio Nazionale e la Giunta con il ministro Spadafora e la Figc.
Il quadro è complesso. Anche le partite a porte chiuse, specialmente nelle zone contagiate, potrebbero rappresentare un problema perché costringerebbero l' impiego di forze dell' ordine magari necessarie per fronteggiare l' emergenza Coronavirus.
Non sfugge ai rappresentanti della Lega l' emergenza sul fronte internazionale. Giovedì a Milano è in programma la gara di ritorno dei sedicesimi di Europa League tra l' Inter e il Ludogorets. I bulgari, allarmati, hanno chiesto notizie sia all' Uefa sia alla società di Zhang. Da Nyon hanno le idee chiare: di sicuro la partita non sarà rinviata. L' Uefa rispetterà al cento per cento le decisioni delle autorità. Molto probabile l' ipotesi di giocare a San Siro a porte chiuse, altrimenti la federazione europea valuterà altre sedi italiane (Udine, Firenze o Roma) o estere.
Tutto è ancora aperto e la situazione è liquida. Il Cagliari, per esempio, è rimasto sino a ieri a Verona nella speranza che la partita del Bentegodi potesse essere giocata oggi, anche a porte chiuse e solo dopo aver capito che non c' erano margini, è rientrato in Sardegna. Nella prossima giornata, stando alla situazione attuale dell' emergenza, ci sono tre gare che potrebbero essere giocate a porte chiuse: Udinese-Fiorentina, sabato alle 18; Milan-Genoa, domenica alle 12.30 e il posticipo Juventus-Inter. Ma il governo, con un nuovo decreto, potrebbe far ripartire il calcio. Ma senza tifosi.