QUELLO DI MOURINHO SI CHIAMA CULO – IL CHELSEA ELIMINA IL PSG DEGLI EMIRI, LO ‘SPECIAL ONE’ FINISCE SDRAIATO SULL’ERBA A FESTEGGIARE LA SUA OTTAVA SEMIFINALE DI CHAMPIONS (LA QUINTA CONSECUTIVA): ‘DUE GOL CON I CAMBI? SI CHIAMA CULO’

Andrea Sorrentino per ‘La Repubblica'
Tenetevi il petrolio, il budget da 480 milioni, Ibra Cavani Lavezzi e mezza serie A, il milione di premio e le sponsorizzazioni furbastre. Finché ci sarà questa casa dai mattoni gialli fuori e dal cuore blu dentro, questo spaventoso trasporto emotivo, questi vecchi opliti sul prato che hanno centomila vite e quel personaggio in panchina, che lo odia mezzo mondo ma è sempre il più bravo di tutti, tra Chelsea e Psg passerà ancora e sempre il Chelsea. Che notte, a Stamford Bridge.
Finisce con Mourinho sdraiato sull'erba ad abbracciare gli eroi ma soprattutto Demba Ba, il centravanti senegalese che più di scorta non si può, ma che è l'uomo della semifinale: si butta su un tiraccio di Azpilicueta all'87', anticipa il dormiente Maxwell e la calcia dentro in qualche modo. Addio Psg, addio Ibra impotente in tribuna, addio Cavani e Lavezzi che qualcuno era già sicuro vendicassero il Napoli e invece no, tanti saluti a Blanc.
Josè Mourinho non ha mai perso un quarto di finale europeo in vita sua, monsieur Laurent invece sì, e s'è visto. Perché questo 2-0 non è per niente casuale. La costruzione della rimonta è un lavoro di cesello psicologico, ci vogliono strateghi in panchina e nervi d'acciaio in campo per idearla e metterla in pratica. Il Chelsea sa di essere inferiore al-
l'avversario, o finge di saperlo, e la tattica è quella di convincerlo che è così, per poi fregarlo quando quello inizia a gonfiare il petto. Così non c'è una partenza ventre a terra.
I Blues tengono un ritmo basso, quasi per invitare il Psg a non aver paura, permettono a Thiago Motta di solfeggiare i suoi palloni corti o a medio raggio per dare respiro, a Lavezzi e Lucas qualche scorribanda di incoraggiamento. Dall'altra parte l'avvio di Eto'o è imbarazzante per impacci, come quello di Lampard che soffre la vivacità di Verrattino (che poi cederà di schianto).
Hazard salta subito per infortunio: un Mourinho in apparenza sconsolato lo deve sostituire con Schurrle. Il Psg si presenta anche in area al 15', ma Terry e Cech anticipano un Cavani in versione coniglietto: terreo in volto, non sarà mai la sua partita. Lentamente, dal 20' in poi, il Chelsea alza l'intensità delle corse. Lampard calcia una punizione da sinistra, Verratti devia con la testa e Sirigu è prodigioso nella deviazione.
È il 28': è la chiamata alle armi. Ancora su calcio piazzato, ma da rimessa laterale di Ivanovic, nasce il vantaggio: Thiago Silva permette a David Luiz di pettinare il pallone, Lucas perde Schurrle che irrompe e fa l'1-0. Ora i parigini si flettono, tante sicurezze prima e adesso, d'improvviso, nessuna. Si va al riposo con tutti gli equilibri rovesciati ed è quello che voleva l'infernale portoghese in panchina. La trappola è pronta per afferrare il topo parigino, ricco e superbo.
A inizio ripresa ci siamo quasi, il Chelsea coglie due traverse con Schurrle e Oscar. Josè ride di dispetto, il Psg prende campo e per metà ripresa detta il suo ritmo, il Chelsea appare stanco, subisce almeno tre infilate di cui due da Cavani, che sbaglia il gol della qualificazione al 32', solo davanti a Cech. Sarà l'errore decisivo. Perché intanto Mourinho ha mandato in campo tutti i suoi attaccanti, sperando che qualcosa accada. Gli basta un'occasione, solo una. E arriva, infatti, unica e solitaria. Anche se sul piede fasullo di Demba Ba, che non sbaglia. «Ho avuto culo», dice Mourinho alla fine. Chissà invece cosa dirà il presidente Al Khelaifi ai suoi milionari. Per ora l'hanno visto passeggiare davanti alla porta degli spogliatoi, piuttosto perplesso.

mourinho chelsea David Luiz con Magista SPAREGGIO PORTOGALLO SVEZIA CRISTIANO RONALDO IBRAHIMOVICmourinho

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