SONO APPENA STATE SCOPERCHIATE LE MANGIATOIE EXPO E MOSE CHE GIÀ S’AVANZA LA PROSSIMA: IL CIO VUOLE RIFILARE A ROMA LE OLIMPIADI DEL 2024 VISTO CHE PARIGI, SAN DIEGO E NEW YORK SI SONO RITIRATE

Fulvio Bianchi per “la Repubblica”

giovanni malago premiatogiovanni malago premiato

Giorgio Napolitano difende lo sport. Così: «Siamo particolarmente vaccinati contro l’irruzione nello sport della retorica dei nazionalismi. Una cosa, però, è la retorica, altra è l’orgoglio nazionale verso quelle atlete e quegli atleti che concorrono con il Tricolore sul petto: dobbiamo sollecitare il massimo dell’attenzione della politica per il mondo dello sport ma bisogna guardarsi dalla strumentalizzazione politica di ogni partito». Il presidente della Repubblica ha dato il via, al Foro Italico, alle feste per il Centenario del Coni (stasera show, ore 21, diretta Rai 1).

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«Il Comitato olimpico appartiene a tutti gli italiani, tutti possono riconoscersi in quella che è un’istituzione dell’Italia e della Repubblica» ha spiegato ancora il Presidente fra ministri e politici, campioni del passato (130 medaglie d’oro) e l’esibizione delle Frecce Tricolori. Napolitano non ha programmato un viaggio in Brasile per i Mondiali ma a chi gli fa notare come l’Italia potrebbe finire fra le prime quattro risponde con un sorriso: «Perché la prende così larga? Perché dice “fra i primi tre o primi due”? Perché non primi? Non ci dobbiamo accontentare». Ma se davvero andremo in finale, il presidente non potrà mancare.

Giovanni Malagò invece ritrova l’entusiasmo che pareva aver perduto per la candidatura di Roma 2024 («il futuro dell’Italia è a cinque cerchi») e lo confortano soprattutto le parole di Thomas Bach, presidente del Cio: «Roma sarebbe di sicuro una candidatura molto forte, forse qui si potrà scrivere un nuovo capitolo della storia olimpica».

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Il sindaco Ignazio Marino, più prudentemente, parla di “sogno” ma il Coni sta lavorando, in segreto, ad un progetto “sostenibile”, senza spese pazze e soprattutto con opere costruite nella massima trasparenza e che resteranno poi alla città (vedi Villaggio Olimpico). L’unico che per ora tace è Matteo Renzi. Nell’estate del prossimo anno si saprà. Parigi, San Diego e New York si sono ritirate. Può spaventarci forse Baku?

Ma il vero problema è stabilire se vale davvero la pena candidarsi, vista la situazione del Paese (e di Roma) e qui qualche dubbio c’è ancora a livello politico, non sportivo. Ora Malagò si rituffa nei problemi del suo mandato: ripartizione dei contributi Coni (meno soldi alla Figc), giustizia sportiva, sport e scuola. Sperando che Renzi non tagli i 411 milioni di finanziamento allo sport.

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