DALL'APPARTAMENTO PER I SUOI GATTI NELLA TRUMP TOWER AI 29 MILIONI DI SPESE DI CARTA DI CREDITO: COME UN TUMORE AL COLON E LA PAURA DELLA GALERA HANNO FATTO "PENTIRE" IL PIÙ PARACULO DEI DIRIGENTI FIFA, CHUCK BLAZER
Fabio Monti per il “Corriere della Sera”
Si può dire tutto di Charles Gordon «Chuck» Blazer, la gola profonda dello scandalo Fifa, tranne che passi inosservato. E non soltanto perché Vladimir Putin, incontrandolo, gli aveva detto: «Ma lei è il nuovo Karl Marx». Era arrivato a pesare anche 200 chili, e secondo il Daily News , «beveva, mangiava e spendeva, come se non ci fosse un domani», forse anche per via di un tumore al colon, che gli era stato diagnosticato anni fa e che ora lo costringe nel letto di un ospedale di Manhattan. Anche questo può spiegare perché sia uno dei quattro imputati che si sono dichiarati colpevoli nell’indagine del Dipartimento della Giustizia Usa.
Nato nel Queens, 70 anni compiuti il 26 aprile, Blazer ha trasformato la sua passione per il soccer nell’occasione per diventare ricco e famoso, dopo aver iniziato ad allenare i ragazzi. Ha trovato spazio all’interno della Concacaf (Confederation of North, Central American and Carribbean Association Football), fino a diventarne segretario generale dal 1990 al 2011 (con Warner presidente) e membro dell’Esecutivo Fifa (dal 1996 al 2013). È stato il suo stile di vita a suscitare tanti sospetti su Blazer, tirato in ballo direttamente da Warner, che aveva suggerito alle autorità statunitensi di guardare la dichiarazione dei redditi del suo segretario, dopo che fra i due c’era stata una brusca rottura.
Blazer? Un tipo tutto casa e lavoro: uffici della Concacaf al 17° piano della Trump Tower sulla Quinta strada; il suo appartamento al 49° piano dello stesso edificio (18.000 dollari di affitto) e uno da 6.000 dollari riservato ai suoi gatti. Del resto dal 1990 al 1998, lo stipendio di Blazer era stato di 21 milioni di dollari, molti dei quali in banche offshore.
Il suo destino cambia nel novembre 2011, quando i dirigenti si presentano al tavolo del ristorante dell’Upper East Side che frequenta abitualmente. Di fronte all’alternativa che gli viene proposta (più o meno: «Ti portiamo via in manette oppure vuoi collaborare con noi?»), Blazer non ne vuole sapere di farsi vent’anni di prigione. L’inizio della nuova vita coincide con i Giochi olimpici di Londra 2012.
Organizza incontri con dirigenti di alto profilo, a cominciare dai rappresentanti più influenti della delegazione russa (Baramov, segretario del ministro dello Sport, Mutko e il capo del comitato organizzatore del Mondiale 2018, Sorokin) e piazza sul tavolo un portachiavi con un registratore incorporato. Un giorno, con un amico, si lascia scappare una frase che dice tutto, anche se al momento non appare chiara: «Blatter non si fa vedere negli Stati Uniti dal 2011, perché ha paura».
chuck blazer con infermiera gnocca
Secondo un rapporto interno della Concacaf del 2013, in sette anni, Blazer e i collaboratori a lui più vicini hanno accumulato spese con carte di credito collegate alla sua per 29 milioni di dollari. E si parla di un’appropriazione indebita di 15 milioni di dollari arrivati dalle casse della Concacaf. Per anni ha dato vita a un blog intitolato «in viaggio con Chuck Blazer e i suoi amici», con alcune foto bizzarre e altre scattate accanto a personaggi famosi. Tutto avrebbe pensato Blatter tranne che il suo amico americano, quello che gli stava sempre accanto nelle premiazioni importanti, fosse l’uomo che l’ha costretto a lasciare la Fifa.
Guillermo Canedo, Chuck Blazer, Italo Zanzi Roberto Zanzi, Manolo Zubiria, Ricardo Sarille.chuck blazer cavaliere jedi
chuck blazer chuck blazer 2chuck blazer