DAJE DE TACCO! – LE PRODEZZE DI TACCO DI ZACCAGNI E MURIEL IN QUESTO TURNO DI CAMPIONATO AGGIORNANO LA TRADIZIONE DEI GIOCATORI IN GRADO DI SEGNARE SPALLE ALLA PORTA, IN UN MISTO DI ARROGANZA E CLASSE – DA SOCRATES, CHE DISPENSAVA COLPI A SORPRESA IN MEZZO AL CAMPO, ALLA MOSSA VOLANTE DI TAEKWONDO DI IBRAHIMOVIC, FINO ALLE PERLE DEI MANCINI (ROBERTO CON LA MAGLIA DELLA LAZIO, E AMANTINO CON QUELLA DELLA ROMA) – VIDEO
Estratto dell’articolo di Furio Zara per www.repubblica.it
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Già il fatto di dare le spalle alla porta presume il punto di vista dell’ergastolano: per questo ogni colpo di tacco viene accolto con il sorridente sollievo che si riserva all’evento inatteso. E non sempre è questione di giustizia. Le giocate di Zaccagni e Muriel impreziosiscono l’abbrivio del weekend e aggiornano una tradizione che è assai variegata.
[…] Il colpo di tacco è un misto di arroganza e sopravvivenza e sempre rivela il bagliore di una virtù poco praticata: il coraggio. Innegabile è il piacere fisico della giocata, perché il colpo di tacco è probabilmente il più erotico (ma anche eretico) dei gesti.
Socrates il tacco di Dio, Madjer il tacco di Allah
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Sempre chi di tacco colpisce, di tacco gioisce. E gode. Il brasiliano dal viso emaciato e lo sterno carenato - si chiamava Socrates - spacciava i suoi colpi di tacco per democrazia, infatti li eseguiva in una zona ininfluente del campo, quasi mai nel cuore dell’area avversaria. Il suo era il Tacco di Dio e considerata la fede nell’ignoto che il gesto implica, va da sé che il colpo dell’algerino Madjer divenne il Tacco di Allah: con un colpo di tacco, risolse una finale di Coppa dei Campioni, Porto-Bayern Monaco.
[…] Del Piero segnò di tacco - al volo, roteando spalle alla porta - in un’altra finale di Champions, ma la Juve non seguì la scia di quella magia e perse contro il Borussia Dortmund. Nell’epoca televisiva - ma c’era ancora il bianco e nero - il colpo di tacco di Bettega a San Siro contro il Milan - siamo nel 1971 e quello che va sul fondo a crossare è Anastasi - rimane un gesto di sublime eleganza, un colpo alla Federer, estasi sabauda senza sgualcire il colletto della maglietta.
Da Mancini a Ibrahimovic, storia di un gesto di classe
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Esistono tacchi rasoterra - il milanista Menez a Parma qualche anno fa, l’interista Icardi contro la Sampdoria - e tacchi volanti. Nel repertorio di Ibrahimovic ci sono stati colpi di taekwondo (contro l’Italia a Euro 2004) e spade sguainate (in un’Inter-Bologna), Zola divenne poster con un gol segnato a Stamford Bridge contro il Norwich. Mancini (Roberto) in un glaciale gennaio del 1999 al Tardini, era in cartellone Parma-Lazio, si esibì in un balletto da far impallidire Roberto Bolle: nelle Top 10 che si stilano a cadenze forzate, spesso il tacco del Mancio risulta vincitore mentre un altro Mancini (Amantino) con un colpo di tacco risolse un derby, libidine con i fiocchi chioserebbe Jerry Calà. [...]
La variante dello scorpione
Giroud e Paponi - a proposito di democrazia del gesto - ne idearono una versione apocrifa, detta “Colpo dello Scorpione”. Il tacco-assist più fenomenale della storia è quello di Redondo in un Manchester United-Real Madrid di Champions, il tacco-fuffa più fantozziano rimane quello di Balotelli con la maglia del City contro i Los Angeles Galaxy.
Il suo allenatore dell’epoca, Mancini (lui di tacchi se ne intendeva) l’avrebbe crocifisso lì, piantando la croce sul dischetto del rigore. SuperMario si difese dicendo che pensava di essere in fuorigioco. Inevitabilmente litigarono, ed era la più insulsa delle amichevoli.[...]
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