PRANDELLI D’ITALIA - L’ADDIO A RATE DEL CT PUÒ DESTABILIZZARE TUTTO IL CALCIO ITALIANO (ALLEGRI E CONTE VIVRANNO LA STAGIONE CON LA TESTA ALTROVE?)

Paolo Baldini per "Il Corriere della Sera"

La procedura è eccentrica. Spiazzante. In campo sarebbe un pallonetto a gioco fermo. Dicesi: addio a rate. «Voglio due vittorie e la qualificazione al Mondiale, poi saremo chiari per il futuro mio e di tutti». Adagio adagio, Cesare. Il messaggio è chiaro: dopo il Mondiale in Brasile non sarà più lui, il pupillo di Arrigo Sacchi, alla guida degli azzurri. Ancora una manciata di partite, le ultime si sperano partitissime, e ciao.

Il bene di Prandelli e il bene della Nazionale. Per il c.t. depone un dossier di 44 gare, con 20 vittorie, 14 pareggi e 10 sconfitte. Secondo posto agli Europei del 2012, terzo alla Confederations Cup, solo qualche mese fa. Bilancio positivo, sì: è una storia che potrebbe vivere altri capitoli. Ma il discorso sembra non valere più, la pagina è voltata.

Da un lato, il commissario tecnico avverte l'esigenza di allenare giorno dopo giorno, di sentire il contatto con la squadra, la sua temperatura, la tensione agonistica. La lezione di tattica, il training sul campo, i richiami, le flessioni, i ritiri, il rito della formazione. Dall'altro, Prandelli non vuol tirare troppo la corda. Sa che, nel calcio dei precari di lusso, il gioco è bello se dura poco. Così se andrà male in Brasile, il divorzio sta nelle cose. Se andrà bene, sarà opportuno andarsene comunque, lasciando in vetta.

Oggi il match con la Bulgaria, martedì la gara con la Repubblica Ceca. L'Italia si gioca il passaggio alla fase finale del campionato del mondo 2014. Prandelli dimostra di essere un campione di trasparenza. Ma per scacciare le ombre, ne crea di nuove. Il risultato è che abbiamo un c.t. in scadenza latente, costretto a un estenuante tira-e-molla con la Federazione, obbligata a cercare di trattenerlo, e che comunque non faticherà a trovare una squadra pronta a farne il suo timoniere: Milan e Juve hanno l'acquolina in bocca, ma più probabilmente prevarrà un club d'oltre confine. E questo risultato scatena una reazione a catena di candidati alla successione che vivranno la stagione con la testa altrove. Allegri è già uscito dal gruppo per proporsi. A Milanello è in discussione da mesi. Se perde, la colpa è sua. Se vince, avrebbe potuto fare meglio. Una geografia ancora tutta da definire, ma che può togliere tranquillità all'intero sistema del calcio made in Italy.

 

prandelli e abate ITALIA URUGUAY CONFEDERATIONS CUP Nazionale Italiana Arrivo

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...