de laurentiis higuain sarri tavecchio

CIAK! O’PRESIDENTE NEL PALLONE - DE LAURENTIIS: "DOPO IL CINEMA, RIVOLUZIONERO’ ANCHE IL CALCIO" - COSA PENSO DI TAVECCHIO? NON PENSO" - "GALLIANI? SONO CODE DI POTERE..." - "NON E’ VERO CHE ACQUISTERO’ LA ROMA" - "HIGUAIN? MAI PENSATO DI CEDERLO"

Daniele Dallera per il “Corriere della Sera”

DE LAURENTIIS 1DE LAURENTIIS 1

 

Una fortuna lavorare da grande imprenditore nel cinema, nel calcio e nel turismo, tre bei mondi che fanno pensare a una vita da favola? Sì, se si lavora dalle 6 e mezza di mattina fino a mezzanotte, controllando società e collaboratori, affrontando tutta una serie di piccole e grandi grane che si presentano, saltando da Los Angeles (cinema) a Napoli (calcio) passando per Roma (famiglia, tre figli, nipotini, cinema, parco a tema immenso a Cinecittà messo su insieme a Della Valle e Abete e ancora calcio).

 

MARADONA DE LAURENTIIS MARADONA DE LAURENTIIS

Attenzione, ok Los Angeles, Roma, Napoli e ogni altra metropoli dove ci sono affari e lavoro, ma mai dimenticare Capri, quel mare a lui molto caro. Questo e altro ancora è il pianeta di Aurelio De Laurentiis al suo ultimo giorno estivo a Dimaro, montagna bella, montagna vera, colorata d’azzurro e che parla napoletano per un po’ di giorni, da quando la squadra del novello nocchiero Maurizio Sarri si è trasferita ad allenarsi e a sudare per preparare la stagione, così piena e ricca di attese. 
 

Aurelio De Laurentiis Aurelio De Laurentiis

Allora presidente Aurelio De Laurentiis quando vince l’Oscar più importante della sua vita, che non è quello che viene dato a Los Angeles? Questo «Oscar» si chiama scudetto e gli americani non sanno nemmeno cosa sia... 
«Il mio Napoli ha un rendimento altissimo, protagonista in Italia e in Europa...». 
 

Si fermi per cortesia, sa benissimo che conta solo lo scudetto e che quest’anno il suo Napoli, colpevolmente, a marzo era già distanziato anni luce dalla Juve e tagliato fuori dai grandi giochi, superato alla fine da Roma e Lazio e pure dalla Fiorentina. 
«Tutto giusto, ma guardiamo la realtà: ho preso il Napoli nel 2004 e ho acquistato il nulla, non c’era più niente, nemmeno i palloni e le magliette. Ho dovuto rifondare tutto. Siamo arrivati in Champions, ecco perché le dicevo che siamo la realtà calcistica italiana che è cresciuta maggiormente a livello internazionale». 
 

DE LAURENTIISDE LAURENTIIS

Perché acquistò il Napoli? 
«Il cinema mi stava dando soddisfazioni enormi, anche a livello internazionale. Con l’opposizione e lo scetticismo di mio zio Dino ero sbarcato negli Usa e avevo vinto la mia scommessa. Leggo in quei giorni una intervista di Gaucci che diceva “compro il Napoli con 5 milioni”. Già nel ’99 mi ero mosso per acquistarlo, ma quella trattativa con Ferlaino finì male. Il Napoli mi è sempre stato nel cuore. Allora, siamo nel 2004, il Napoli è fallito. Chiamo un banchiere, gli svelo la mia intenzione. Anche qui sono sconsigliato, ma l’interlocutore capisce che la mia intenzione è seria.

 

In quei giorni avevo chiamato Danny De Vito per girare alcune scene di un film, si era convinto ed era venuto in Italia. Per me erano giorni molto intensi. Ricordo che nel mio studio sul tavolone avevo una serie di cartellette aperte, tutti lavori e impegni diversi. Io lavoro così. C’era anche il file del Napoli». 
 

HIGUAIN E DE LAURENTIIS jpegHIGUAIN E DE LAURENTIIS jpeg

Finì bene, lo comprò: almeno quel file fu archiviato. 
«Mi diedero del matto perché rispetto ai 5 milioni sbandierati da Gaucci, io ne spesi 32, poi altri 35 il primo anno di serie C e ancora 35 il secondo, 100 milioni per arrivare in serie B. Ma ne sono felice». 
 

Scusi, ma Danny De Vito che fine fece in quei giorni così agitati ed eccitanti? 
«Danny girò il film, fu naturalmente ben pagato e fu ovviamente conquistato da Capri» 
E lei conquistò il Napoli: d’accordo la famiglia, sua moglie? 
«Fe-li-cis-si-mi tutti quanti». 
E lei è ancora felice? 
«Senza alcuna incertezza. Ho ancora molte cose da fare con il Napoli e nel mondo del calcio. Anche se so bene che molti mi danno del visionario. Non è vero, io invece replico che ho delle “vision”». 
 

DE LAURENTIIS 2DE LAURENTIIS 2

Come sarebbe a dire? 
«Vengo da un mondo dove si deve essere creativi per essere dei vincenti, a livello di soggetto, sceneggiatura, regia e di promozione. Ho rivoluzionato il mondo del cinema, intendo farlo anche nel calcio. Sono convinto che nella vita bisogna sempre portare innovazione». 
Lo dice da tempo, ma non si vedono gli effetti. 
«Guardi che io sono un rullo compressore». 
 

Dia forma alle parole. 
«Bisogna estendersi, creare un campionato europeo per club, abbattere certi confini, far capire a istituzioni che si muovono e vivono in modo obsoleto e conservativo, Fifa e Uefa, controllando per giunta un patrimonio finanziario immenso, che siamo arrivati ad un livello di emergenza». 
Non sarebbe male iniziare da Lega calcio e Federazione? Le sue idee trovano una forte resistenza. Perché? 
«Andrea Agnelli ed io tre anni fa avevamo proposto una ristrutturazione della Lega, con due grandi manager che lavorassero su due fronti: estero e e istituzionale italiano. Le nostre priorità non sono state accolte». 
 

DE LUCA E DE LAURENTIISDE LUCA E DE LAURENTIIS

E lei si altera: prima o poi perde la pazienza. 
«Mi limito a dire questo: se continuiamo a vivere di populismo, non saremo mai grandi tra i grandi, al massimo grandi tra i piccoli». 
 

Cosa intende per populismo? 
«Negli Usa dove sono molto più bravi di noi e sanno anticipare i tempi, nelle Leghe si entra pagando una ricca fiche . Nel calcio, uno sport appena esplorato dalle loro parti, il Manchester City per creare una società a New York ha dovuto versare 100 milioni di dollari. È questa la strada da seguire, con forme e numeri diversi, in Italia e in Europa. Ma qui resistono poteri forti che hanno la testa rivolta al passato». 
 

 

AURELIO DE LAURENTIIS E JOHN ELKANN AURELIO DE LAURENTIIS E JOHN ELKANN

Cosa pensa di Tavecchio, presidente Federcalcio? 
«Non penso». 
In Lega un potere forte è Galliani. 
«Sono code di potere». 
Insisto: lei con la sua voglia di riformare il calcio... 
«Perdoni: macché riformare, il calcio italiano è da ri-fon-da-re». 
 

MALAGO' E DE LAURENTIISMALAGO' E DE LAURENTIIS

Capito, ma adesso lei in che posizione è? 
«Di attesa. Ho fiducia in Matteo Renzi, lo conosco bene, sa cosa significa decidere. Aspetto le sue mosse, per esempio a chi darà la delega governativa dello sport. E poi vedremo come agire». 
Quanto alla delega, sembra ben messa Valentina Vezzali, campionessa della scherma, parlamentare... 
«È amica di Malagò?». 
Sicuramente. Ma cosa pensa della Vezzali? 
«Ho già detto che sono in una posizione di attesa». 
 

 

de laurentis lotito tavecchiode laurentis lotito tavecchio

Perché ha ingaggiato Sarri come allenatore? 
«Lavora molto, apprezzo la sua tenacia nell’applicazione delle sue idee, alcune di queste nuove». 
Ha mai pensato di cedere Higuain? 
«Mai e poi mai. Non a caso ho messo una clausola altissima, difficile da sostenere per un eventuale acquirente». 
Cosa si aspetta da lui? 
«Che sia rispettoso dell’impegno e del lavoro della squadra». 
 

Un tam tam trasmette questo messaggio: prima o poi De Laurentiis venderà il Napoli e acquisterà la Roma. 
«Creda a me non c’è nulla di vero. Io sono orgoglioso del mio Napoli. Un progetto è allo studio. Ho detto che ho delle “vision”? Ecco questa “vision” si rivolge a un’esperienza extraterritoriale, fuori dai confini italiani». 
 

aurelio de laurentiis laurea ad honorem aurelio de laurentiis laurea ad honorem DE LAURENTIIS AGGREDISCE TIFOSO DE LAURENTIIS AGGREDISCE TIFOSO

Acquisterà una società estera? 
«Per ora è solo una vision». 
La società sarà a stelle strisce. Ma prima De Laurentiis cercherà di rifondare il calcio italiano e di conquistare uno scudetto. Col Napoli. Gli Usa possono aspettare: intanto là fa il cinema, per ora solo parzialmente accantonato. «Proprio perché sono troppo impegnato con il Napoli». 

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