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DIAVOLO DI UN “MISTER BEE” - IL BROKER THAILANDESE BEE TAECHAUBOL VUOLE IL MILAN E SPERA DI CHIUDERE ENTRO FINE FEBBRAIO MA FININVEST SMENTISCE LA TRATTATIVA: VUOL SOLO FARSI PUBBLICITÀ
Arianna Ravelli per “il Corriere della Sera”
Mettiamola così: se Bee Taechaubol dovesse mai presentarsi con un’offerta concreta (fin qui non c’è stata) e un assegno da un miliardo, i primi a restare di sasso sarebbero i vertici del Milan (e di Fininvest). Le perplessità con cui il broker thailandese (in sostanza: investe soldi per conto d’altri) è stato accolto, circa un mese fa, al momento della sua visita ad Arcore si sono trasformate in fastidio ieri quando è diventata nota l’intervista al Bangkok Post , in cui mister Bee ribadisce l’offerta di un miliardo per acquisire la maggioranza (e non la totalità) delle azioni del Milan e aggiunge che «è convinto di chiudere entro fine febbraio».
A questo punto negli uffici di Casa Milan — dove già non è che regni il buon umore dopo il pari con disonore contro l’Empoli, i 16 punti nelle ultime 16 giornate, la prospettiva di chiudere un bilancio con 60 milioni di debiti e di dover riavviare da zero l’anno prossimo un altro progetto tecnico, con un nuovo allenatore —, è montata l’irritazione. Di Barbara Berlusconi e di Adriano Galliani, che in questa vicenda si trovano in totale sintonia. Contrari in generale alla vendita del Milan, soprattutto particolarmente diffidenti verso Taechaubol.
Che viene vissuto come un personaggio in cerca di pubblicità: da mesi gira l’Europa raccontando di avere già comprato il club, incappando in diverse gaffe. Mister Bee non ha infatti alle spalle un impero, come la famiglia del presidente dell’Inter Thohir. La sua società avrebbe a disposizione un capitale di 90 milioni: «per dire, Villa Germetto da sola vale di più», uno dei commenti che si facevano ieri a Casa Milan.
Non solo: è finito più volte nella blacklist della Sec (organo di vigilanza) per insider trading. In realtà, i soldi non dovrebbe metterli Taechaubol: lui infatti ha promesso di poter fare da collettore di una serie di investitori che — assieme — arriverebbero alla famosa cifra di un miliardo. Ma questa formula non riduce, anzi accresce, la diffidenza del Milan.
Ieri Fininvest ha prodotto la seconda smentita nel giro di tre giorni, per ribadire che non è «interessata alla cessione di quote di maggioranza dell’Ac Milan» e confermare quanto dichiarato sabato: «Vari soggetti hanno mostrato interesse per partnership relative al Milan stesso, ma non esistono colloqui di qualche concretezza e tantomeno preaccordi o incontri decisivi in agenda».
Da tempo il Milan cerca soci di minoranza, o partner che condividano il progetto dello stadio (a proposito: il comitato esecutivo di Fondazione Fiera si riunirà il 23 febbraio, ma la decisione potrebbe slittare all’estate). Barbara Berlusconi, però, più che al mr B thailandese guarda con interesse al gruppo cinese Wanda, che ha appena acquisito Infront (oltre al 20% dell’Atletico Madrid) e che è intenzionato a entrare nel business degli stadi.
Il problema — come sa bene Massimo Moratti — è che non è facile trovare investitori per quote di minoranza (chi mette molti soldi in genere vuole anche poter decidere e, per i grossi gruppi, una quota di minoranza non può essere consolidata nel bilancio). Così le voci sono destinate a continuare. Magari lontano dalla Thailandia, a meno che mr Bee non stupisca tutti mostrando l’assegno.
berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus
barbara berlusconi inzaghi 1
BARBARA BERLUSCONI
barbara berlusconi, vestita con la maglietta rossonera 4