IL DIRETTORE DI GARA DI SUZUKA, CHARLIE WHITING, SI AUTOASSOLVE PER LA GESTIONE DELL’INCIDENTE A JULES BIANCHI: “ERA INEVITABILE. LA SAFETY CAR NON ERA NECESSARIA” - MA PERCHÉ UNA GRU SOSTAVA IN UNA VIA DI FUGA?

Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera”

 

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«Niente avrebbe potuto essere fatto meglio. La safety car non era necessaria in quelle condizioni, in un caso analogo mi comporterei nello stesso modo. L’incidente di Bianchi è stata la tempesta perfetta. Prevedibile? No. Inevitabile». 


Il direttore tecnico Charlie Whiting si è giudicato, si è assolto e si è fatto quasi i complimenti per come ha gestito il terribile scontro di Jules Bianchi a Suzuka, che — sono dati emersi in via non ufficiale — ha colpito le barriere a 180 km/h subendo una decelerazione di 92 G in 20 millesimi. Era Whiting il responsabile di gara ed è lui che ha compilato il report sull’incidente: non è quindi strano che non abbia riscontrato altre responsabilità oltre quelle da attribuire al caso e allo stesso Bianchi.

 

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«Nonostante le bandiere gialle i dati mostrano che Jules aveva rallentato poco rispetto al giro precedente». Ora bisogna vedere come valuterà la commissione allestita da Jean Todt. Ai giornalisti è stato mostrato un video dell’incidente ripreso dalle camere fisse: Bianchi che prima scoda, poi riprende la macchina ma si ritrova in una traiettoria che lo spinge fuori pista, dritto contro la gru.

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Con a fianco il presidente Fia, Jean Todt, Whiting ha soprattutto negato che fosse necessaria la safety car mentre una gru sostava in una via di fuga, che poi è il punto centrale delle critiche. «Abbiamo valutato che non c’erano le circostanze per la safety car e seguito la normale procedura. La gru era lontana dalla pista e la macchina di Sutil vicina alle barriere, in molte altre gare abbiamo agito allo stesso modo». 


In molte altre gare è semplicemente andata bene. È probabile che questa spiegazione non convinca il padre di Jules, Philippe, che, mentre assiste il figlio, rioperato due giorni fa, a Nice Matin ha dichiarato: «È difficile parlare di un incidente di corsa, a me sembra più uno scontro in mezzo al traffico». Anche perché, come ammette lo stesso Whiting, se Bianchi avesse sbattuto contro la barriera di gomme e non contro la gru «avremmo avuto un incidente simile a quello di Kovalainen a Barcellona 2008» (che ne era uscito illeso). 

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Todt, che pubblicamente difende Whiting ma non è detto che poi non prenda altre decisioni, allestirà una commissione di esperti, presieduta da Peter Wright, che «valuterà il report e dovrà studiare come evitare che incidenti simili ricapitino». È già qualcosa, ma è assurdo non esista, per regolamento, un giudice terzo chiamato a valutare incidenti simili. Sugli accorgimenti per il prossimo anno, Whiting ha qualche idea: «Pensiamo a limitatori di velocità da usare con le bandiere gialle: abbiamo bisogno di imporre alle macchine di rallentare, senza lasciarlo alla decisione dei piloti». 

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Infine, il mancato uso dell’elicottero per il trasporto in ospedale è stato spiegato dal dottor Jean Charles Piette. «Per via del meteo l’elicottero poteva decollare ma non atterrare in ospedale. Comunque avevamo già deciso che non fosse necessario, perché l’ospedale dista solo 15 km. Il protocollo impone che il ricovero avvenga in 25’; ce ne sono voluti 32, ma questo non ha minimamente influito sulle condizioni di Bianchi» . 
 

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