CHI HA DISTRUTTO IL CAMPIONATO PIÙ BELLO DEL MONDO? – 20 ANNI FA IL MILAN VINCEVA LA CHAMPIONS E LE SQUADRE ITALIANE DOMINAVANO IN EUROPA OGGI STADI MEZZI VUOTI, PARTITE INGUARDABILI, CATENACCIO ED ESTEROFILIA: LA SERIE A È FATTA AL 68% DI STRANIERI (PER LO PIÙ SEGHE)

Gianni Mura per ‘La Repubblica'

Sarà l'approssimarsi del mondiale, sarà che la pazienza è agli sgoccioli, sarà il successo del film di Sorrentino, fatto sta che in tanti si sono accorti della povertà media del gioco del calcio in Italia. Media perché qualcosa da salvare c'è: la Juve-rullo (non sempre), la Roma (spesso), la Fiorentina finché non è rimasta senza attacco, qualche sprazzo del Parma, del Torino (non di recente), della Samp (da quando c'è Mihajlovic), dell'Udinese. Ma il salvabile è sempre troppo poco, rispetto a quel che c'è da buttare. Ormai, ingozzati di bruttezza, ci basta una bella azione rasoterra o un tiro nel sette per sentirci sazi.

Il 38% di italiani che gioca in A è una campana a martello per Prandelli, che sinceramente non è da invidiare. Ma il livello del gioco riguarda tutti: chi lo organizza e chi lo paga, chi lo gioca e chi lo guarda. La cosa più grave non è che siamo fermi, è che siamo tornati indietro, e non può dipendere solo dal massiccio arrivo di stranieri. Dalla qualità, semmai.

C'è stato un tempo non lontano in cui anche le squadre di provincia avevano autentici campioni: l'Udinese Edinho e Zico, il Cagliari Francescoli e Fonseca, il Pescara Junior e Sliskovic. Oggi molte squadre, le milanesi in particolare, sono imbottite di stranieri di discutibile livello. Perché si gioca male? Tentativo di risposta per punti.

1. La crisi economica incoraggia il partito dei piccoli passi. Non possiamo permetterci Messi o CR7. Giusto. Allora, tanto varrebbe lavorare meglio sui vivai e costruirsi il buon giocatore in casa, come sempre s'è fatto fino agli anni ‘90. Questo vale per giovani italiani e stranieri.

2. Gli allenatori di A e B sono in perenne discussione, bastano due o tre risultati storti per far traballare una panchina. Da qui una scarsissima voglia di rischiare, da qui un atteggiamento tattico che mira più a bloccare il gioco altrui che a imporre il proprio. Da qui un infoltimento di centrocampo e difesa, la solita tonnara, sperando nel contropiede buono. Il catenaccio, scacciato dalla porta, è rientrato dalla finestra. Si gioca, anche tra squadre di pari rango, per beccare un gol in meno e non per farne uno in più. Il catenaccio, bisogna anche saperlo fare. Quanti contropiede in superiorità numerica abbiamo visto sfumare per imprecisione nell'ultimo passaggio?

3. Il calendario troppo fitto rende praticamente impossibile un serio allenamento. In compenso, le rose molto più vaste dovrebbero suggerire un'alternanza forte, ma poi finisce che giocano sempre gli stessi, con pochi ritocchi. E così coi primi caldi ci sono giocatori già bolliti e altri freschissimi, perché poco usati. Questo vale per le squadre impegnate in Europa. Le altre non hanno giustificazioni.

4. È tramontata la figura dell'allenatore-maestro (come Liedholm, come Bagnoli). Oggi è un gestore di risorse umane, non ha tempo né voglia di insegnare, anche i fondamentali se occorre, a ragazzi che si presentano (e sono stolidamente retribuiti) come fossero già "imparati".

5. Spagna-Italia non è stata solo una lezione di tecnica, ma di velocità e di condizione atletica. Di ritmo, in una parola sola, che in Italia molte squadre abbassano e poi, fuori d'Italia, non sanno reggere. Strano, in un periodo in cui tutto s'è sacrificato al muscolo, a partire dalla tecnica e della leggerezza. Strano ma vero.

6. Il clima. Il nostro continua a essere cupo, in stadi semideserti che non invogliano a grandi recite. Ma dove sono i grandi interpreti? Il nostro è il calcio delle puncicate, dei bomboni, dei cori razzisti o antisemiti, delle simulazioni, degli abbracci o dei cazzotti in area. È un calcio che ignora il concetto di festa, di allegria. La bellezza gli è estranea. Oppure è liquidata come merce per gonzi, per sognatori.

7. La bellezza non è necessariamente un colpo di tacco, un gol a palombella o con una botta da 30 metri, o due dribbling di fila. È nel coraggio, nella lotta, nella dignità, nella lealtà, nella fantasia, nell'armonia della manovra, nella sorpresa di un gesto. Ma è, alla base, nel saper fare il proprio mestiere. Saper cosa fare di un pallone tra i piedi.

8. Le pay, che esaltano lo spettacolo anche quando non c'è, sono un boomerang. Aprono finestre su altri campionati. Scopriamo che si gioca meglio altrove. Notiamo un altro modo di giocare, altro pubblico, altro spirito. Eppure i procuratori hanno potere anche lì, anche lì nessuno gioca per perdere e conta il risultato. Qui si sente molto parlare di filosofia e di progetti, ma si fatica a vederne l'ombra. Ci vuole tempo. C'è tempo?

9. Si parla molto di nuovi stadi, ma se gli attori non sanno recitare restano guitti anche nel miglior teatro del mondo. Al di là della partita giocata, il calcio in Italia è moviola, arbitri, aiutini e aiutoni, insulti, permalosità. Ognuno guardi in casa sua e di quella al massimo parli. Così non circolano idee, si resta nella palude della banalità. Che si discuta di bellezza è già qualcosa. Non so quanto durerà l'eventuale dibattito. Poco, penso. E comunque la tessera di aderente al gruppo dei mendicanti di bellezza (la definizione è di Eduardo Galeano) me la tengo stretta.

 

JUVEPAZZINI FESTEGGIA IN MILAN LAZIO IL MILAN BATTE IL BARCELLONA jpegatalanta inter Roma - Calcio - vittoria giallorossaNAPOLI ROMA CALLEJON

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...