djokovic park hotel melbourne

“SPERO CHE DJOKOVIC PARLI PUBBLICAMENTE DELLE CONDIZIONI IN CUI SIAMO COSTRETTI A VIVERE” –“NOVAX” DJOKOVIC STA ASPETTANDO L’ESITO DEL RICORSO CONTRO LA SUA ESPULSIONE DALL’AUSTRALIA AL PARK HOTEL DI MELBOURNE CHE DAL DICEMBRE 2020 È USATA DAL GOVERNO AUSTRALIANO COME “PARCHEGGIO” PER I RICHIEDENTI ASILO – “È UNA PRIGIONE DEFINITIVA. SIAMO CHIUSI NELLA NOSTRA STANZA E NON C’È UNA SCADENZA. QUANDO SCOPPIA UN INCENDIO CI PORTANO TUTTI NELL’ATRIO MA NON FUORI DALL’EDIFICIO” – UN ALTRO OCCUPANTE HA PUBBLICATO UNA FOTO DEL CIBO CHE GLI VIENE SERVITO, PIENO DI VERMI…

novak djokovic park hotel

Andrea Sereni per www.corriere.it

 

Dalla finestra sigillata del Park Hotel di Melbourne Novak Djokovic saluta le persone che all’esterno manifestano per lui. Con le mani disegna un cuore, si intravede dal vetro appannato. «Grazie a tutte le persone che nel mondo continuano a darmi il loro sostegno. Riesco a sentirlo e lo apprezzo enormemente»: sono le sue prime parole, tramite una storia su Instagram, da quando ha annunciato che sarebbe partito per l’Australia con un’esenzione al vaccino .

 

hotel di quarantena australiano

Il migliore tennista al mondo è ancora rinchiuso nell’albergo che il governo australiano utilizza per ospitare i rifugiati: ci rimarrà fino (almeno) a lunedì, quando il giudice Anthony Kelly valuterà il ricorso contro la sua espulsione dall’Australia. Non gli è stato permesso di trasferirsi nell’appartamento che aveva affittato, dove si trova il suo team. 

 

proteste pro djokovic in serbia

Le bandiere della Serbia, tanti i tifosi presenti (alcuni sono stati arrestati), colorano il marciapiede che circonda il Park Hotel, una struttura di 107 camere — da qualche ora ospita anche la tennista ceca Renata Voracova, che pure si è vista cancellare il visto d’ingresso per una esenzione medica non ritenuta valida — alla periferia di Melbourne (circa tre chilometri dalla Rod Laver Arena) che dal dicembre 2020 è utilizzata dal governo australiano come parcheggio per i richiedenti asilo (al momento ce ne sono 36).

 

dijana srdjan e djordje djokovic

Durante la prima ondata Covid nell'hotel, all'epoca si chiamava Rydges on Swanston, ci finivano i positivi in quarantena. Acquistato nel settembre 2020 dal gruppo Pelligra per 35 milioni di dollari, l'albergo è diventato terra per i rifugiati.

 

Un casermone grigio dove tra ottobre e novembre c'è stato un focolaio Covid, con oltre la metà degli ospiti positivi, e nei pasti capita di trovare dei vermi. «È una prigione definitiva. Siamo chiusi nella nostra stanza in questo edificio e non c’è una scadenza — lo sfogo di Mehdi Ali, un ragazzo iraniano di 24 anni richiedente asilo da mesi parcheggiato al Park Hotel e da nove anni in Australia —. Quando scoppia un incendio ci portano tutti nell’atrio ma non fuori dall’edificio». 

vermi nei pasti park hotel

 

Ishmael, un altro «detenuto», spiega al Guardian che lui, come altri, è trattenuto «in un posto senza aria fresca, senza luce solare», senza potersi muovere se non nelle stanze a loro adibite. Il 23 dicembre dopo un altro incendio una persona è stata portata in ospedale per il troppo fumo inalato. Da quel giorno gli ospiti del Park non possono utilizzare la palestra o accedere alla terrazza per fumatori.

 

«Spero che Djokovic parli pubblicamente delle condizioni in cui siamo costretti a vivere», dice un altro dei richiedenti asilo, il bengalese Jamal Mohamed. C’erano già state proteste in passato da parte di chi chiedeva di far chiudere la struttura, finita al centro di un’indagine della Commissione per i Diritti Umani.

 

park hotel melbourne 8

«Djokovic non è detenuto. Può lasciare il Paese quando vuole e la polizia di frontiera farà di tutto per agevolare la sua partenza», ha detto la ministra degli Interni australiana Karen Andrews, come in risposta alle dure parole dei genitori di Nole, che in una conferenza stampa hanno paragonato il figlio a «Gesù Cristo che hanno crocifisso e umiliato». 

 

park hotel melbourne 7

La moglie Jelena ha invece cercato di riportare il dibattito su binari meno rumorosi: «Sto cercando di respirare profondamente per mantenere la calma e cercare di comprendere quello che sta accadendo — ha scritto su Twitter —. Credo che l’unica legge che tutti debbano rispettare, attraverso qualunque confine, sia quella dell’amore e del rispetto per gli esseri umani. Amore e perdono non sono mai un errore ma una grande forza».

 

park hotel melbourne 2

Nadal lo ha chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, l’australiano Kyrgios (che di certo non è il suo primo estimatore) lo difende :«Sia io che la mia famiglia ci siamo vaccinati per difendere noi stessi e il prossimo, ma il mondo in cui l’Australia si sta comportando con Djokovic è davvero pessimo. Lui è uno dei più grandi campioni di sempre, e soprattutto è un essere umano». Solidarietà è arrivata anche dall’americano Isner e dal canadese Pospisil, il numero 3 Zverev ha invece ammesso che «ci sono altri cinque giocatori che hanno ricevuto l'esenzione, ma non conosciamo i loro nomi».

 

park hotel melbourne 5

Nel giorno del Natale ortodosso Novak ha ricevuto la visita di un sacerdote della chiesa serba della Santissima Trinità di Melbourne, il decano Milorad Locard: «L’intera situazione è spaventosa: è assurdo che Nole abbia trascorso il Natale in punizione». 

 

Dovesse essere cancellato il suo visto, Djokovic rischia di perdere il trono del tennis (non giocando il primo Slam dell'anno Medvedev può superarlo al primo posto del ranking) e di non poter fare più ingresso sul territorio australiano per i prossimi tre anni: «La legge locale è molto rigorosa in termini di politiche di immigrazione — ha spiegato la professoressa di diritto pubblico all'Università di Sydney Mary Crock —, e questa è la pena prevista per chi viene trovato in possesso di un permesso irregolare».

park hotel melbourne 6park hotel melbourne 1park hotel melbourne 3proteste pro djokovic in serbia renata voracova in hoteldijana e srdjan djokovic djokovic tifosinovak djokovic e la moglie 2novak djokovic e la moglieoppositori di djokovicpark hotel melbourne 4

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…