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DOMINIO HAMILTON! L’INGLESE, AL SESTO CENTRO A MONZA, SI PRENDE IL PRIMO POSTO NEL MONDIALE E INCASSA CON ELEGANZA I FISCHI DEI TIFOSI FERRARI: “LI CAPISCO, MA CHE GIOIA VINCERE QUI” – MARCHIONNE SFERZA LA ROSSA CHE PAGA ERRORI DI BILANCIAMENTO…- VIDEO

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Daniele Sparisci per il Corriere della Sera

 

Lewis Hamilton è un uomo di parola: aveva promesso che avrebbe tolto il sorriso dalla faccia di Sebastian Vettel e lo ha fatto. L' arrivo delle due Mercedes in parata in stile Le Mans è la conclusione di un fine settimana di dominio totale.

 

Una scena dolorosa per i 93 mila presenti in autodromo, ma lo è ancor di più per il tifoso numero uno: il presidente Sergio Marchionne nei box insieme al premier Paolo Gentiloni e a John Elkann. Vorrebbe reagire subito, restituire la doppia sberla incassata in casa per «spegnere il sorriso di questi qua».

 

Toto Wolff, Niki Lauda e il big boss della Daimler Dieter Zetsche si scatenano in garage. Lewis ha preso in mano le redini del campionato (è a più 3 su Seb), lo scudiero Valtteri Bottas ha svolto il compito assegnatogli: proteggere il campione dal ritorno dei rossi.

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Non ha sudato, i 36 secondi di scarto dalla vetta di Vettel e il minuto abbondante di Raikkonen sono la fotografia di una gara a senso unico. La Ferrari non ha mai attaccato perché non è mai stata a tiro, pareva la riedizione motoristica di Spagna-Italia. Sul circuito che premia la potenza del motore e l' efficienza aerodinamica, quello nuovo della Stella (si dice avesse circa 30 cv in più di quello di Maranello), omologato con astuzia a Spa per anticipare i vincoli sul consumo di olio, ha dettato legge.

 

Come ha ricordato il fuoriclasse di Stevenage sul podio accolto dai fischi presi con eleganza innaffiando di champagne il popolo rosso, «quanto è bella tutta passione, i tifosi della Ferrari sono fantastici: capisco che non siano contenti ma li rispetto e sono felice di correre in un posto così pieno di storia e di energia».

 

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Sesta vittoria per lui nel tempio della velocità, questa l' ha costruita al sabato con una pole stellare sotto il diluvio e l' ha messa in cassaforte allo start salutando l' improbabile compagnia di giro. Stroll e Ocon potevano spaventarlo quanto due mocciosi mascherati da mostri nella notte di Halloween. La corsa, com' era prevedibile, è finita dopo pochi minuti, quando Bottas ha respinto l' attacco iniziale di Kimi e poi si è smarcato per concludere in processione dietro a Lewis.

 

In coda al trenino Mercedes, Vettel è stato inghiottito in una preoccupante zona d' ombra che un terzo posto non può illuminare. Sembra di essere tornati a un anno fa quando la «paga» era garantita. Ma Monza, commentano nel box Ferrari, è un caso a parte.

 

Si aspettavano di soffrire - la SF70H dà il suo meglio sui circuiti tortuosi come Monaco e Budapest, sfruttando il passo corto e l' alto carico aerodinamico, mentre la W08 predilige quelli velocissimi e scarichi tipo Spa e Silverstone - ma non così tanto. La disfatta casalinga è il risultato di una combinazione di fattori che non hanno funzionato, al di là dei meriti dei vincitori: la Rossa è sempre stata efficacissima nel lavoro di «fine tuning», cioè nella ricerca dell' assetto fra il venerdì e il sabato.

 

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La pioggia stavolta si è messa di traverso cancellando la terza sessione di libere, le orribili qualifiche bagnate con le gomme full wet che non andavano in temperatura - e il problema andrà chiarito in vista dei Gp asiatici spesso umidi - hanno aggravato i guai. È stata una delle rare occasioni in cui i dati del simulatore di Maranello, di solito precisissimi, non coincidevano con quanto avveniva sull' asfalto.

 

Sia Seb che Kimi hanno lamentato problemi di aderenza e un cattivo bilanciamento.

Iceman, fresco di rinnovo del contratto, dopo un buon avvio si è spento come spesso gli capita. Si è arreso senza lottare alla «staccatona» di Daniel Ricciardo, l' australiano gli ha tolto la quarta piazza completando una rimonta strepitosa (scattava sedicesimo). Aveva le gomme più fresche ma in genere la Ferrari tiene a bada la Red Bull grazie ai cavalli in più, ieri non è successo.

 

Il prossimo Gp di Singapore servirà a zittire le sirene di allarme, soprattutto quella suonata da Hamilton: «Siamo migliorati perché abbiamo cominciato a capire la macchina, se si corresse di nuovo in Ungheria (doppietta Ferrari, ndr ) non finirebbe così».

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