
ULTRÀ DA ESTIRPARE/2 - DOPO IL BLITZ NEL RITIRO DEL CAGLIARI, I TIFOSI VIOLENTI DEVASTANO LO STADIO DEL VARESE - GLI ULTRA' TENGONO SOTTO SCACCO IL CALCIO ITALIANO E MOLTI PRESIDENTI RESTANO IN SILENZIO...
Francesco Persili per “Dagospia”
Peggio di un bollettino di guerra. Dopo gli striscioni della vergogna all’Olimpico e la rottura tra Pallotta e gli “idiots” della Curva Sud, il Cagliari è sotto choc in seguito all’irruzione in ritiro degli ultrà mentre a Varese una banda di vandali appartenente alla frangia più estrema della tifoseria biancorossa ha devastato lo stadio. Una minoranza di violenti tiene sotto scacco il calcio italiano. I club sono alla mercé della strategia della tensione di bande di delinquenti che minacciano, aggrediscono, umiliano calciatori, dirigenti e tecnici nella certezza dell’impunità.
GLI ULTRAS DEVASTANO LO STADIO DEL VARESE
Ma recedere i rapporti con le cricche delle curve non è facile. Al presidente della Roma James Pallotta è bastato annunciare la linea della tolleranza zero per finire nel mirino dei curvaioli più beceri ed essere bersagliato da scritte insultanti in tutta la città. Ma - come ha ricordato Rudi Garcia – non è stato il numero giallorosso a far squalificare la Sud… All’attacco frontale troppi presidenti preferiscono il quieto vivere, i silenzi complici, l’appeasement, come dimostra l’atteggiamento del Cagliari che si è affrettato a ridimensionare il blitz degli ultrà in ritiro.
Il vicepresidente del Cagliari Filucchi a Sky ha raccontato così l’aggressione: “La squadra ha saputo che i tifosi si trovavano al di fuori del centro sportivo ed ha deciso di incontrarli”. Zeman ha precisato: “Non c’è stato nessun confronto, per un confronto bisogna essere in due. I tifosi hanno parlato. Noi abbiamo subito. I ragazzi sono scioccati. Sono episodi brutti che si devono eliminare, non solo a Cagliari: in tutti gli stadi c’è una frangia di tifosi che si dissocia dal tifo sano”.
GLI ULTRAS DEVASTANO LO STADIO DEL VARESE
Lotito combatte da dieci anni contro quella “sparuta minoranza di gente additata impropriamente come tifosi, in realtà dei delinquenti abituali” che usa il calcio come "cassa di risonanza" a detrimento delle "persone perbene che poi disertano gli stadi”.
Cosa fare per restituire il calcio a una dimensione di spettacolo sportivo per famiglie? Non sparare nel mucchio ma isolare i violenti: il numero 1 della Lega di B, Andrea Abodi, dopo gli atti vandalici allo stadio di Varese che hanno determinato il rinvio della partita contro l’Avellino, annuncia che la Lega di B sarà parte civile “in ogni procedimento contro i responsabili di atti che possano nuocere agli interessi dei 22 club”.
GLI ULTRAS DEVASTANO LO STADIO DEL VARESE
Non basta la presa di posizione del singolo presidente, serve un’azione collettiva. Anche perché il danno d’immagine per le intemperanze delle cricche di pseudo-tifosi non è solo del singolo club ma dell’intera serie A. Alla vigilia del derby Roberto Mancini chiama tutte le componenti del calcio a lavorare insieme: “Se vogliamo migliorare il football italiano, le società, come anche i tifosi, devono andare nella stessa direzione. Allo stadio ci si va per divertirsi. Quando si perde, pazienza”. Ma anche i calciatori devono fare uno sforzo in più e ribellarsi alle contestazioni-gogna. Come fece Paolo Maldini che, dopo la finale persa a Istanbul nel 2005, ai tifosi che ringhiavano "chiedeteci scusa" rispose: "Ma scusa di cosa?". Perché sottomettersi ai boss delle curve? Del calcio quelli non sono i padroni ma i predoni.
Lotito Pallotta
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