CALCIO DOTTO - CON LA VITTORIA DELLA LAZIO SULL’INTER, AMMUCCHIATA GIGANTESCA LASSÙ: CINQUE SQUADRE IN QUATTRO PUNTI. A COSTRINGERE MANCIO A RIVOLTARSI NEL LETTO È UNO CHE GLI PIACE ASSAI, ANTONIO CANDREVA, DUE GOL AL MEAZZA. L’INTER LO VUOLE, LUI L’AMMAZZA CON UNA PARTITA DA VERO CAPITANO
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Ammucchiata gigantesca lassù. Cinque squadre in quattro punti. L’Inter perde il filo e Il Melo, stavolta nemmeno assistita dall’abituale stellone e scontando due cose:
1) le animalesche pulsioni del suo brasiliano da sbarco, Melo, faccia che più favela non si può, che prima causa il rigore dell’1-2 franando a cacchio su Milinkovic e poi stampando lo scarpino omicida sul collo di Biglia, cartellino rosso il minimo
2) l’infantile pulsione di Bimbo Mancio a giocare al piccolo chimico, rivoltando le sue figurine di partita in partita, mescolando le provette, allenatore con una certa propensione a credersi dio, che fa, disfa, combina e scombina. Stavolta, toccato da solita divina ispirazione, lascia in panchina Liajic e Brozovic, i più vispi dell’ultimo scorcio. Icardi gli aggiusta le cose, nell’unica palla decente che gli arriva, ma Melo non si regge nella sua furia distruttiva.
A costringere il Mancio a rivoltarsi nel letto stanotte uno che gli piace assai, Antonio Candreva, due gol al Meazza. L’Inter lo vuole, intanto lui l’ammazza con una partita da vero capitano, alla faccia della fascia negata. La Lazio, già benedetta dalla qualificazione di Coppa Italia, ritrova comunque un gruppo, anche senza ritrovare il suo talento più puro, Felipe Anderson, talento inghiottito da un’inspiegabile timidezza.
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Ci si ritrova alla Befana, chissà con quali forze, quali umori e quali vecchi e nuovi giocatori o allenatori. La Juventus, sette vittorie consecutive, è tornata macchina da guerra, le altre, il Napoli alias Higuain, soprattutto, decise a non mollare.