DYBALA E QUEL SALUTO MILITARE PER DEMIRAL CHE FA DISCUTERE: “UN GESTO PRO ERDOGAN? NO, SOLO UNO SCHERZO” - DOPO IL GOL L’ARGENTINO HA REPLICATO LA STESSA ESULTANZA CHE IL TURCO AVEVA FATTO IN PASSATO CON I SUOI COMPAGNI DI NAZIONALE. MA L’ARGENTINO SPEGNE LE POLEMICHE: “ABBIAMO PRESO IN GIRO TANTE VOLTE DEMIRAL DENTRO LO SPOGLIATOIO PER LE FOTO CHE SONO USCITE. MA ERA SEMPLICEMENTE PER SCHERZARE. NON C’È NESSUN MESSAGGIO POLITICO”
Filippo Bonsignore per corriere.it
Uno scherzo, null’altro. Il saluto militare che Dybala ha mimato rivolgendosi verso il compagno Demiral in panchina è diventato un tema di tendenza sui social e ha rischiato di far passare in sordina la magia su punizione, da posizione quasi impossibile, con cui la Joya ha regalato alla Juve la vittoria sull’Atletico Madrid e il primo posto nel girone di Champions con una giornata di anticipo, oltre che il repertorio di tunnel, colpi di tacco, piroette con cui ha deliziato i tifosi.
Succede tutto al 47’: Paulo segna con una pennellata a giro, lo Stadium esplode, lui si dirige verso la tribuna per una dedica alla fidanzata Oriana poi guarda verso la panchina il compagno Merih Demiral e, prima di abbracciarlo, accenna il saluto militare. Ai social non sfugge niente e la materia diventa immediatamente virale, specie sugli account turchi. Il motivo è semplice: sembra proprio la replica del saluto militare (pro Erdogan) per cui Demiral era finito nell’occhio del ciclone, dopo le partite con la propria Nazionale contro Albania e Francia, nei giorni dell’attacco della Turchia in Siria. Gesto cui era seguito un post sul web, che aveva scatenato altrettanto enormi polemiche, a sostegno dell’iniziativa turca contro la minoranza curda.
In molti, sui social, hanno dato una lettura politica del gesto di Dybala. Non il numero 10 che, nel post partita, ha chiarito la sua doppia esultanza. «La prima è stata per la mia ragazza, per un film che abbiamo visto insieme e quel segno era un segno d’amore — le parole dell’argentino a Sky —. E la seconda perché con Demiral scherziamo sempre. Lo abbiamo preso in giro tante volte dentro lo spogliatoio per le foto che sono uscite. Ma era semplicemente per scherzare. Non c’è nessun messaggio politico, né niente».
Joya in buona fede, quindi? Pare proprio di sì, anche se con un po’ di attenzione in più e un po’ di leggerezza in meno, specie se a favore delle telecamere di mezzo mondo, si sarebbe potuto certamente evitare tutto il polverone. E parlare soltanto delle sue magie in campo.