A FURIA DI VOLER SCIMMIOTTARE GUARDIOLA, IL "MAESTRO" PIRLO RISCHIA DI NON MANGIARE IL PANETTONE - LA SQUADRA È TROPPO SBILANCIATA, AD ARTHUR E BENTANCUR È RICHIESTO UN LAVORO COMPLICATO: L'IDEA DI CALCIO DI PIRLO PUÒ FUNZIONARE SOLO CON L'ORGANICO AL COMPLETO – I CONSIGLI NON RICHIESTI DI BIASIN: ”FACCIA UN PASSO INDIETRO DAL PUNTO DI VISTA TATTICO COME LO HA FATTO SARRI UN ANNO FA. MEGLIO UN PO' DI PRAGMATISMO IN PIÙ DI UNA…"
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Fabrizio Biasin per “Libero quotidiano”
La premessa è d' obbligo, nessuno di noi può insegnare calcio ad Andrea Pirlo, già campione del mondo 2006.
Dopodiché rompere i maroni a chi non ottiene i risultati sperati fa parte delle nostre incombenze e, al momento, l' ex centrocampista più forte dell' universo sta facendo fatica a mostrare la sua idea di calcio sulla panchina dei nove volte campioni d' Italia di fila. Bisogna dargli tempo, è vero, ma se lo deve anche guadagnare.
La Juventus dell' altra sera è parsa davvero brutta. Ok, di fronte c' era Messi e i bianconeri non disponevano di calciatori di "discreto" valore tipo Ronaldo, ma sia contro il Barcellona che in tutte le precedenti uscite il tecnico barbuto ha peccato di umiltà. Non quella del tipo «io mi sento più fico di te», sia chiaro, qui parliamo di "umiltà tattica". È giusto e in qualche modo doveroso che Pirlo non si fermi a un' idea di calcio "medievale", è logico che pensi a qualcosa di più del desueto 4-4-2, ma tra quello (il 4-4-2) e l'«andiamo all' arrembaggio!» c' è una bella differenza.
Le prime partite della sua Juve - e in particolare la sfida contro i catalani - dicono che quella messa in campo è un' armata decisamente priva di equilibrio, sbilanciata in avanti, una squadra che prova a impostare la fase difensiva nell' area altrui e così facendo presta il fianco alle scorribande degli avversari.
Il canovaccio è chiaro: o recuperano il pallone "là davanti", o ci pensano i due centrocampisti centrali, oppure...
sono cavoli acidi.
Ecco, i due centrocampisti centrali. Un tempo nella casa della Signora banchettavano funamboli di primissima qualità, ora i vari Rabiot, Arthur e Bentancur fanno una fatica bestiale, ma non solo per colpa loro; il fatto è che gli viene chiesto un lavoro fin troppo complicato. Ecco, Andrea Pirlo sta portando avanti un' ipotesi di calcio modernissima, interessante e parecchio ambiziosa che, però, può funzionare solo in un impianto rodato e al completo, non in questa Juve in costruzione e limitata dagli assenti.
Il dato di fatto è che, fino a questo momento, la sua squadra migliore si è vista quando è stata costretta a giocare in inferiorità numerica (e, quindi, ha abbassato il suo baricentro) oppure quando - vedi match con il Verona - gli avversari si sono ritrovati senza un punto di riferimento in attacco. Per il resto ha sempre fatto fatica, soprattutto l' altra sera. E voi direte: «Ci sta una serata storta contro il Barcellona e comunque dobbiamo tener presenti i tre gol annullati per fuorigioco». Tutto vero, ma la sensazione è che al momento - dal grande Barça fino al "piccolo" Crotone - le avversarie non abbiano più paura di affrontare i bianconeri.
Consigli non richiesti (e probabilmente pure inutili): Pirlo faccia un passo indietro - tatticamente parlando - come lo ha fatto Sarri un anno fa. Meglio un po' di pragmatismo in più e una carriera a lunga scadenza di un' impostazione teoricamente più bella che, però, rischia di fargli passare un Natale da "sopportato".
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