umano troppo umano

DALL’EPOCA CLASSICA A CRISTIANO RONALDO, GLI EROI DELLO SPORT SONO DESTINATI ALLA POLVERE – LA MOSTRA “UMANO TROPPO UMANO” A VILLA D'ESTE DI TIVOLI RACCONTA IL RAPPORTO TRA ARTE E SPORT E LE SPIETATE REGOLE DELL’AGONISMO – LUCA BEATRICE: “SI È SUPERUOMINI PER UN PERIODO PIUTTOSTO BREVE DELL'ESISTENZA, MENTRE A LUNGO SI È ALTRA COSA, LA VITA ORDINARIA SI SOVRAPPONE AL MITO ESALTATO DAI MEDIA ED EMULATO DAI RAGAZZI IN OGNI PARTE DEL MONDO”

Luca Beatrice per “Libero quotidiano”

 

 

MARIO SIRONI UMANO TROPPO UMANO

Se anche Cristiano Ronaldo, atleta perfetto, uomo macchina, simbolo di longevità sportiva basata sulla disciplina e sul controllo, è entrato nella china discendente della propria carriera, ciò significa che l'eroe dello sport passa più tempo nella polvere che sull'altare, perché la regola dell'agonismo non ammette eccezioni.

 

Si è superuomini per un periodo piuttosto breve dell'esistenza, mentre a lungo si è altra cosa, la vita ordinaria si sovrappone al mito esaltato dai media ed emulato dai ragazzi in ogni parte del mondo.

 

Nella prospettiva dell'anti-eroismo, quanto di più lontano dall'utilizzo enfatico e propagandistico dei regimi totalitari che infatti piegavano a proprio piacimento l'ideale di bellezza ellenistica, nasce questa interessante mostra dal titolo nicciano Umano troppo umano aperta da oggi e fino al 13 novembre alla Villa d'Este di Tivoli, curata dal direttore Andrea Bruciati e da Stephane Verger, a sua volta direttore del Museo Nazionale Romano (nei pressi della Stazione Termini) che ha collaborato attraverso un percorso interno ripensato e con il prestito di alcune opere.

 

ANTICO E MODERNO

LOCANDINA MOSTRA UMANO TROPPO UMANO A VILLA DESTE A TIVOLI

Bruciati è un contemporaneista, appassionato di pittura, chiamato di recente a misurarsi con uno dei simboli architettonici del Rinascimento italiano dichiarato patrimonio dell'Unesco. Propone dunque uno sguardo diacronico attraverso la storia, dove il concetto lineare di tempo è messo fortemente in discussione, quasi a dire che antico o moderno in fondo non sono che convenzioni.

 

Unificante, piuttosto, è la suggestione che si sforza di mettere in luce analogie e differenze nella rappresentazione di corpi "perfetti" secondo il mito greco del kalos kai agathos. Belli e valorosi perché allenati, abituati allo sforzo e alla competizione.

 

testa di atleta di epoca romana in mostra a villa d'este a tivoli

Tra le opere esposte, torsi e teste di atleti, mosaici con scene di palestra dal Museo Nazionale Romano, Villa Adriana e dal Parco Archeologico di Ostia, bronzetti di lottatori del Museo Archeologico di Firenze, ceramiche con scene di lotta dai Musei Capitolini, dal Museo Etrusco di Villa Giulia e dall'Antiquarium di Numana.

 

 

Questi manufatti così preziosi per stile e testimonianza vengono messi a confronto con opere contemporanee il l;' che sull'autorialità hanno costruito il loro valore aggiunto: disegni e dipinti di De Pisis e Sironi, la riproduzione fotografica di una scultura di Brancusi, i fotogrammi di Leni Riefensthal, i lavori concettuali di Paolini e Agnetti fino al video di Douglas/Parreno che ha per protagonista assoluto Zinedine Zidane quando giocava al Real Madrid, seguito nel tempo reale dei 90 minuti di una partita dalle videocamere degli artisti.

 

 

Non è la prima volta in cui passato e presente entrano in relazione, anche in considerazione dell'"invadenza" del nostro patrimonio, ma questa mostra offre una chiave di lettura diversa che non può tener conto di quanto è accaduto negli ultimi anni, del periodo appena trascorso che ha evidenziato la fragilità del nostro corpo di fronte ad agenti esterni invisibili e invincibili.

 

stephane verger foto di bacco

Prima di Umano troppo umano c'era stata un'altra esposizione a Tivoli con il titolo derivato da Nietzsche, Ecce homo, un primo capitolo. Qui però il tema portante è legato a come il valore conquistato sul campo non riesca a evitare il destino tragico per l'eroe caduto: ha perduto la forza e pur essendo ancora giovane e bello non può più competere con chi ha meno annidi lui.

 

È una riflessione sul limite dell'umano, del corpo, sulla caducità, lettura decisamente inconsueta se applicata all'immortalità del dio greco o alle immagini propagandistiche utilizzate dal fascismo. L'eroe sironiano non c'è più o quantomeno non mostra soltanto il suo lato vincente, al regime quindi smette di tornare utile.

 

Andrea bruciati direttore di villa d'este a tivoli

SOLO UOMINI

Occasioni del genere servono per rapportarsi in maniera diversa rispetto al tempo. L'esperto d'arte potrà ammirare alcuni dipinti francesi di genere del XIX secolo accanto al torso nudo virile da Villa Adriana; le teste provenienti da Ostia Antica con i dipinti neomanieristi di Carlo Maria Marino prodotti negli anni '80 o la citazione dal Giudizio michelangiolesco da parte di Mirella Bentivoglio.

 

Un dato non potrà non far riflettere: l'ideale della bellezza classica è pressoché interamente declinata al maschile perché il corpo della donna nell'antichità non si sottoponeva ad alcuna attività sportiva. Percorre dunque il catalogo delle immagini una certa tensione omoerotica che oggisi può leggere come il tentativo di rovesciare uno sguardo troppo tradizionale imposto dai secoli successivi alla fine dell'antichità classica.

zidane

cr7 portogallo irlanda 2andrea bruciatistephane verger

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA