I “BUUU” DELL’IDIOZIA - ANCHE LA CURVA NORD DELL’OLIMPICO CHIUSA PER RAZZISMO - E IN CASO DI RECIDIVA VERRÀ CHIUSO L’INTERO OLIMPICO

Guglielmo Buccheri per La Stampa

Meno di due settimane e per le nuove norme anti razzismo è già tempo di scendere in campo. Prima partita ufficiale, prima sentenza del giudice sportivo con la rivoluzione nel codice chiesta dall'Uefa e recepita dalla Federcalcio: al primo «buu» il settore dello stadio da dove la follia nasce va chiuso e non più sanzionato con l'ammenda, l'ammenda più diffida e, poi, con i cancelli sbarrati.

Così dice la giustizia sportiva dopo la modifica del 5 agosto scorso. E, così, ha deciso, ieri, la toga del pallone Gianpaolo Tosel, chiudendo la curva Nord della Lazio per la gara di domenica prossima con l'Udinese in campionato dopo i cori razzisti nei confronti dei giocatori della Juve Pogba, Asamoah e Ogbonna nella notte della Supercoppa.

Il tifo della Lazio torna nel mirino, il mondo del pallone, e non solo, applaude alla via italiana nella lotta all'ignoranza. «Sostengo la ferma presa di posizione del giudice sportivo per i fatti di Roma», così Joseph Blatter, gran capo del calcio mondiale. «Da settembre inizieremo una campagna di sensibilizzazione per combattere il problema anche negli stessi stadi...», afferma il ministro per l'integrazione Cecile Kyenge.

Ad alzarsi forte è la stessa voce di chi, domenica sera, è stato vittima degli insulti della curva laziale. «Ero solo contro 30 mila: sono degli ignoranti, quella gente - sottolinea il bianconero Paul Pogba - si comporta così pur avendo giocatori neri nella propria squadra. È una vera e propria mancanza di rispetto anche nei loro confronti».

Nuove norme, nuove misure con il volto del nostro pallone che arrossisce sempre più perché se la modifica del codice fosse avvenuta, come previsto, entro metà luglio, le prime sanzioni le avremmo già viste applicare poco meno di un mese fa, giorno dopo del Trofeo Tim a Reggio Emilia, dove il milanista Constant abbandonò il campo una volta insultato per il colore della pelle.

Ora che la curva Nord chiude per razzismo, lo stadio Olimpico di Roma si macchia di un primato davvero incredibile. I «buu» laziali a Pogba, Asamoah e Ogbonna, infatti, si mettono in scia a quelli romanisti a Balotelli prima a San Siro e, poi, nell'ultima giornata dello scorso campionato nella Capitale durante la gara con il Napoli.

Verdetto? Se Lazio-Udinese si giocherà con la curva Nord chiusa, Roma-Verona della settimana successiva verrà disputata con la curva Sud deserta per volontà del giudice sportivo che ha punito gli insulti razzisti a Balotelli prima con la diffida, poi con la chiusura del settore come prevedevano fino al 5 agosto le norme federali.

Un record negativo, quello dello stadio romano, difficile da eguagliare e che entra in rotta di collisione con la notte della sfida ItaliaArgentina in onore di Papa Francesco, quando Buffon e Mascherano piantarono, simbolicamente, l'ulivo della pace davanti alle panchine.

Nemmeno quindici giorni ha aspettato la parte più becera del pallone per far sì che le nuove misure anti razzismo svelino i propri effetti: il passo successivo alla chiusura di un settore è quello della chiusura dell'intero stadio in caso di semplice recidiva.

 

 

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