Antonio Riello per Dagospia
biennale di venezia 2024
Premessa: questa è una nota tecnica – una specie di bollettino – che non contiene valutazioni su quanto si puo’ vedere alla LX Biennale di Venezia – Arti Visive.
1) TEMPO assai variabile.
2) E’ una Biennale decisamente ACUSTICA. Rumori, Suoni, Voci, Musiche ovunque. Qui, quest’anno, servono piu’ le orecchie degli occhi. Forse una scelta artistica (piuttosto comune) o forse semplicemente il fatto che le installazioni sonore costano in genere meno….
3) E’ una Biennale IDRAULICA che gioca molto con l’ACQUA. Un elemento presente in molti padiglioni e installazioni. GENIUS LOCI VINCIT
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4) BIENNALE IPER DIFFUSA. La citta’ e’ particolarmente invasa dall’Arte, ben oltre i soliti spazi deputati. Inizia ad essere come a Milano con il Salone del Mobile: il Fuori Salone diventa un po’ alla volta piu’ importante del Salone stesso. Venezia in questi giorni appare come un Gran Bazar lagunare delle Arti, dove opere sublimi affiancano operazioni commerciali di modesto cabotaggio. Le cose da vedere talmente tante da obbligare necessariamente a tagli e scelte
5) NOTA PATRIOTTICA: il Padiglione Italiano si difende molto bene. Ne possiamo essere fieri. Bravi Massimo Bartolini (artista) e Luca Cerizza (curatore)
6) Le coordinate geografico-etniche cambiano un po’: dopo alcune Biennali molto Africo-centriche, questa ha il suo focus sull’America Latina. Bene poter scoprire nuove prospettive.
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7) L’evento EXTRA BIENNALE piu’ significativo e’ la apertura al pubblico di PALAZZO DIEDO. Una delle sedi della prestigiosa Fondazione Bergruggen (ha già acquisito il Palazzo dei Tre Oci alla Giudecca) voluta da Nicolas Bergruggen, un visionario magnate americano. Una realtà che promette molto bene.
8) La sorpresa più grande e’ stato il Padiglione della Polonia. Forse l’unico che davvero non si puo’ mancare di visitare.
9) Il Circo Internazionale degli ART-LOVERS già Sabato parte per altri lidi, alla ricerca di nuovi party e ritrovi artistici. Le facce che si vedono in giro sono comunque beate e ispirate, non dissimili da quelle di chi va in pellegrinaggio a vedere la Madonna di Trivignano.
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