“IL CONI HA CRIMINALIZZATO CHI COME ME LA PENSAVA IN MODO DIVERSO” – IL PRESIDENTE DELLA FEDERTENNIS BINAGHI, TANTO PER CAMBIARE, ATTACCA IL SUO GRANDE NEMICO MALAGO’: “DA QUANDO FACCIO IL CONTRARIO DI QUELLO CHE FA IL CONI, PERCHÉ NON POSSO FAR PARTE DI QUEL SISTEMA AUTOREFERENZIALE, LA FEDERTENNIS & PADEL È CRESCIUTA IN TUTTO” – “SINNER? HO PAURA DELLA SENTENZA DOPING. JANNIK FA TROPPE PUBBLICITÀ? GLIEL’HO DETTO ANCH’IO MA CONTI ALLA MANO MI HANNO DIMOSTRATO CHE..."
angelo binaghi foto mezzelani gmt016
Il Corriere della Sera intervista Angelo Binaghi presidente della federtennis e avversario politico di Malagò presidente del Coni.
Poche ore e annuncerà che le Atp Finals resteranno in Italia per altri 5 anni.
«Non c’è solo la concorrenza degli Emirati arabi, ma tutto il mondo, grandi capitali, Singapore, Tokyo, che vorrebbero organizzarle: è comprensibile, questo evento ha un rapporto investimento e ritorno fantastico».
Lei ce l’ha col Coni, è nota la sua avversione a Malagò.
«È questo Coni che ha criminalizzato chi come me la pensava in modo diverso. Un sistema assistenzialistico che ho sempre combattuto. Da quando mi disinteresso del Coni, lo salto proprio, non passo più da loro e faccio il contrario di quello che fa il Coni, perché non posso far parte di quel sistema autoreferenziale, la Federtennis & Padel è cresciuta in tutto».
E si torna alla fortuna di avere Sinner. Che campione è?
«Il campione che non abbiamo mai avuto. Poi un ragazzo che piace a tutti. È un Gianni Morandi giovane».
Che consigli gli dà?
«Ha una grande famiglia e uno staff di prim’ordine al suo fianco».
D’accordo, ma per esempio non esagera con la pubblicità?
giovanni malago' ricevimento quirinale 2 giugno 2024
«Gliel’ho detto. Ma conti alla mano mi hanno dimostrato che da n. 1, quanto a sponsor e pubblicità, rientra nella media di Federer e Nadal».
Teme la sentenza sul doping?
«Tutto il mondo è convinto che si sia trattato di un incidente e che non bisogna con Sinner, giovane di grande correttezza, di raffinata intelligenza, parlare di doping. Ma non le nascondo che, trattandosi di un giudizio di terzi, un po’ di paura ce l’ho».
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