“IL COVID? PEGGIO PER IL VIRUS”. IBRA FA LO SPACCONE MA ORA IL MILAN È SMARRITO. LA VITTORIA SUL BODO GLIMT, TROPPO SOFFERTA, TROPPO ANSIOSA, APRE INTERROGATIVI SINISTRI: C'È UN MILAN SENZA ZLATAN SENZA DI LUI, È COME SE UNA STRANA PAURA PRENDESSE TUTTI ALLO STOMACO UN SEGNALE POSITIVO, OLTRE ALLA VITTORIA, È RAPPRESENTATO DAL BUONISSIMO DEBUTTO DEL GIOVANE TENENTE COLOMBO - VIDEO
Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”
Il Diavolo ha paura. Una maledettissima, umanissima paura. Che dopo ieri notte, dopo la vittoria sul Bodo Glimt, troppo sofferta, troppo ansiosa, senza fiato, non è affatto passata. Anzi. La domanda che gira nella testa di tutti resta lì dov' è: c' è un Milan senza Zlatan Ibrahimovic? Vincere va sempre bene, è in fondo l' unico segnale che conta, la missione di raggiungere lo spareggio per l' Europa League è stata compiuta, ma quanto visto ieri lascia parecchi interrogativi.
E il fatto che a soffrire sia stata tutta la squadra, dalla difesa all' attacco, è la prova di come il timore collettivo fosse e sia fondato: è la presenza stessa di Ibra a cambiare il Milan, a fare il Milan. Senza di lui, è come se una strana paura prendesse tutti allo stomaco. Esattamente come avveniva prima di gennaio.
Il vuoto lasciato sarà complicato da riempire. Specie quando il livello degli avversari si alzerà. A partire già dal Crotone domenica e dai portoghesi del Rio Ave giovedì prossimo. «Lo abbiamo saputo in tarda mattinata, l' abbiamo sostituito con un giocatore diverso, alla fine siamo stati bravi a stringere i denti» ha raccontato Stefano Pioli. Ci sarà da stringerli ancora.
Un segnale positivo, oltre alla vittoria, è rappresentato dal buonissimo debutto di Lorenzo Colombo, il diciottenne di Vimercate arrivato nel Milan da bambino e mai andato via, l' unico sostituto di ruolo del vecchio campione.
Quando lui nasceva, Ibra era già passato dal Malmoe all' Ajax. Diverse le movenze, diverse le caratteristiche tecniche, diverso tutto. Ma il ragazzino ha fatto esattamente quello che gli aveva chiesto Pioli prima di mandarlo in campo. Chi gli è stato vicino nel pomeriggio, quando già sapeva che avrebbe giocato al posto di Zlatan, dice fosse teso il giusto, non di più. Una freddezza che ha dimostrato sul campo, sul gol e non solo.
A fine partita però era chiaramente commosso: «Segnare a San Siro è un' emozione unica, l' ho sempre sognato. Ho lavorato tanto per questo, ma so di non aver fatto ancora niente. Sono al Milan fin da piccolo, ci voglio restare a lungo».
Dal suo attico vista Porta Nuova, «Dio» avrà sorriso e applaudito, per poi soffrire dannatamente insieme a tutti i milanisti davanti alla tivù. «Dio» è come ama quotidianamente definirsi Zlatan, un post sì e l' altro anche. Rabbia, orgoglio e autostima, questo è Ibra, che sa quel che dice, quando dirlo e come dirlo. Infatti, un paio d' ore dopo l' annuncio che ha messo i brividi ai milanisti, via twitter Zlatan ha fatto lo Zlatan, minacciando il virus alla sua maniera: «Il Covid ha avuto il coraggio di sfidarmi. Pessima idea».
Uno slogan che vale un gol. Il problema però sono proprio i gol, quelli veri. Chi li segnerà adesso, è la domanda che i milanisti si pongono in queste ore. Bene Colombo, bene la vittoria di ieri, ma la paura che senza il suo leader il Milan non sia più lo stesso c' era. E c' e ancora.
Dal mercato sarebbe forse servito un centravanti di scorta, in molti lo pensavano da ben prima della positività, ma il d.t. Maldini è stato chiarissimo: «Ibra sta bene, è asintomatico, entro sette giorni sarà disponibile, sul mercato abbiamo idee chiare. Abbiamo problemi in due settori, fra i centrali difensivi e davanti». I sette giorni ovviamente sono un modo di dire, ma la sostanza è chiara: non arriverà nessun attaccante.
Toccherà quindi a Colombo e agli altri provare a dimostrare d' avere appreso almeno un po' delle lezioni del loro maestro: il salto di qualità lo devono fare loro. Ci riusciranno? Essendo Ibra un appassionato di pesca, viene buona la storia del bravo pescatore che non ti regala i pesci ma ti insegna a pescare. Vedremo.
Lui intanto è a casa, isolato nel suo attico che domina la città. «Ero risultato negativo al Covid ieri, ma positivo oggi, non ho sintomi» ha raccontato ai suoi amati follower. Nella sua testa ci sono una data e un appuntamento: 17 ottobre, derby. Serve una corsa contro il tempo, certo, ma se c' è uno che può farcela, quello è proprio Zlatan Ibrahimovic.