milan inter

LA PACCHIA E' FINITA - AVVISATE MILANISTI E INTERISTI: IN CINA IL CALCIO NON PIACE PIÙ – IL GOVERNO DI PECHINO DICE STOP AGLI “INVESTIMENTI ILLOGICI”, L'INTER E UNA TRENTINA DI CLUB EUROPEI COSTRETTI A RIVEDERE I CONTI 

XI JINPING GIOCA A CALCIO

Guido De Carolis per il Corriere della Sera

 

 

L' ultima minaccia è arrivata l' altro ieri dalla Federcalcio cinese, con un comunicato durissimo. «Controlleremo attentamente il mercato dei trasferimenti, non permetteremo nessuna violazione e saremo intransigenti con chi violerà le regole». Il messaggio era indirizzato a due club: il Guangzhou Evergrande, allenato da Fabio Cannavaro, e il Beijing Guoan in lotta per acquistare, per 70 milioni di euro, l' attaccante del Borussia Dortmund Pierre-Emerick Aubameyang.

 

L' episodio è l' ulteriore conferma che l' avanzata cinese nel calcio si è arrestata. Non si spende più, non si può e non si deve. Un' imposizione arrivata dal governo di Pechino che tocca tutti i proprietari di club d' Europa. «Due-tre anni fa gli uomini d' affari cinesi pensavano che l' economia interna avesse toccato il suo picco.

 

 

Così hanno iniziato ad acquistare qualunque cosa all' estero: aziende, ville, vigneti e squadre di calcio. Si comprava, soprattutto per cambiare valuta cinese in moneta forte. Così si portavano capitali all' estero, in molti hanno usato il calcio per riciclare soldi. Il governo ha giustamente detto stop», racconta Alain Wang di Titan Sports , uno dei più grandi giornali sportivi cinesi.

 

Zhang-9

La situazione politica ha riflessi ovunque, anche in Italia. Il caso Inter è emblematico. Suning, un colosso in patria e che non può certo essere accusata di riciclaggio, è però impossibilitato a spendere. Reali le restrizioni del fair play finanziario, ma a pesare è il divieto di esportare capitali. Lo dimostra anche il bond lanciato di recente dal club nerazzurro, operazione ottima dal punto di vista finanziario considerato il basso tasso strappato (4,8%), ma da inquadrare in un' ottica più ampia. Non sta certo meglio il Milan che ha finanziamenti a tassi più alti. Per tutti sempre soldi raccolti fuori dalla Cina.

 

Il problema non si limita alla serie A. Sono circa una trentina i club in Europa gestiti direttamente o in partecipazione, da cinesi. Era stato il presidente Xi Jinping a spingere per far crescere il calcio in patria e a fissare l' obiettivo di arrivare a un giro d' affari per lo sport di 650 miliardi entro il 2025. Ha dovuto però mettere un freno per stoppare l' esportazione di capitali, la svalutazione dello yuan e il riciclaggio. È stato così imposto un limite agli «investimenti illogici», in perdita e il calcio lo è.

san siro meme

Il fenomeno è esploso anche in Inghilterra, dove tra Premier League e Championship, sono sei i club in mano ai cinesi. Escluso il Manchester City, di cui il consorzio cinese Cmc detiene il 13 per cento, non c' è quasi nessuno che sta andando bene.

 

Naviga in pessime acque il Birmingham City penultimo nella serie B inglese, e di proprietà del cinese Paul Suen Cho Hung: rischia la bancarotta. In estate Gao Jisheng, leader della Lander, società cinese, ha acquistato il Southampton per 240 milioni, quartultimo in Premier League. La federazione inglese gli ha negato per ben due volte l' autorizzazione all' acquisto del club per accertamenti sulla sua posizione in Cina. Il governo di Pechino gli ha imposto di usare il suo patrimonio personale per comprare il club e di non toccare il capitale dell' azienda. Il West Bromwich, penultimo in Premier, è un altro caso di cattiva gestione: Guochuan Lai l' ha preso nel 2016 per 230 milioni. L' Aston Villa, acquistato da Tony Xia, in serie B c' è già ed è quinto.

mister li

 

Tra pochi esempi virtuosi il Wolverhampton, costato appena 50 milioni a Guo Guangchang, presidente del colosso Fosun, e primo in classifica con un vantaggio siderale (12 punti) sulla seconda. «Lui è un genio: ha comprato a poco, poi ha detto all' agente Jorge Mendes pensaci tu. Un progetto ce l' ha e funziona. Il dubbio che hanno anche a Pechino è: gli altri con il calcio cosa ci fanno?», si chiede il giornalista cinese Wang. E non solo lui: già che ci fanno?

 

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI