ITALIA DO BRASIL - BALO SI DIVORA L’IMPOSSIBILE E POI FIRMA SU RIGORE LA QUALIFICAZIONE AI MONDIALI CON 2 TURNI DI ANTICIPO (MAI SUCCESSO) - ANCORA TROPPI RISCHI IN DIFESA E TUTTI QUEI GOL SBAGLIATI…

Gianni Mura per "La Repubblica"
Bontà sua, Balotelli non sbaglia il rigore che si è procurato e questo gol, che segue di poco l'inzuccata di Chiellini su uscita a farfalle di Cech, vale il Brasile. Con due turni d'anticipo: mai accaduto prima, e questo dice che Prandelli, raccolta una Nazionale ridotta ai minimi termini, l'ha pilotata con saggezza e mestiere.

Bene, ora c'è tutto il tempo per capire dove questa squadra possa migliorare. Il girone di qualificazione non era dei più difficili, poteva diventarlo per una certa tendenza degli azzurri a complicarsi la vita. Il bello di questa squadra, ha detto il ct, è che è consapevole dei propri limiti. Il discorso del saper soffrire è ormai logoro, ma anche ieri sera c'è stato da soffrire. Di positivo, la voglia dell'Italia di fare gioco.

Di negativo, gli errori sottoporta, quasi tutti di Balotelli. Di molto negativo che si becchi gol in contropiede dopo un angolo a favore: Kozak fa un gol alla Piola, i difensori latitano, Buffon non può nemmeno abbozzare la parata.

La scelta iniziale della difesa a tre (non bene De Rossi, stranamente) e l'impiego di una sola punta sembrano felici. Dopo il gol di Kozak si torna a quattro. Nella ripresa si vede Osvaldo per un pallido Giaccherini, ma non vede un pallone giocabile. La sensazione è che Balotelli ci tenga a fare reparto da solo. In un paio di circostanze ha ignorato Candreva, libero. I cechi randellano discretamente, ma anche Bonucci su Kozak non scherza, né più tardi Balotelli, ammonito, e poteva starci un secondo giallo. A rimetterci è Pasqual, il migliore con Chiellini, la fronte aperta da una gomitata di Kozak. Il tema più sfruttato: le sue avanzate sulla sinistra.

I rischi della difesa, anche negli ultimi minuti coi cechi in dieci, dipendono da un centrocampo molto fragile nel lavoro di contenimento. E quasi alla fine del pt era uscito Rosicky, l'elemento più tecnico. La lacuna più profonda era e resta lo scarso numero di gol in rapporto alle occasioni costruite. Non c'è tecnico che lo ammetterà mai, tutti dicono che bisogna preoccuparsi se mancano le occasioni da gol, e non farà eccezione Prandelli, che ha tutto il diritto di festeggiare con la sua truppa. Invece sarebbe il caso di chiedere maggiore lucidità nell'area avversaria e maggiore attenzione ai meccanismi di protezione, perché non sempre va a finire che vince chi ha più occasioni.

Alla fine del pt Kozak ha avuto sul piede il pallone del 2-0: fuori di poco, ed è qui che la partita ha preso una svolta, da un passaggio a vuoto possibile e temibile, per la tenuta nervosa, è arrivata la vittoria che porta in Brasile. Infine, il ct non perda di vista il codice etico. Il comportamento di alcuni, non del solo Balotelli, non sempre troverà arbitri comprensivi come Eriksson.


2. PARTENZA ANTICIPATA

Marco Ansaldo per "La Stampa"
L'Italia va ai Mondiali con due partite di anticipo e non era mai successo nella storia azzurra. Ora non ci sono più dubbi, reali o scaramantici. Prima che scendesse in campo a Torino contro la Repubblica Ceca eravamo convinti che comunque la qualificazione per la Coppa del Mondo in Brasile fosse in tasca da venerdì dopo il successo avventuroso con la Bulgaria: il distacco in classifica era diventato ampio.

Tuttavia è un bene aver messo in tasca la pratica al primo colpo utile con un successo che gratifica tutti, da Buffon che ha festeggiato con il 2-1 sui cechi il proprio record di 136 presenze in Nazionale al pubblico che ha sostenuto gli azzurri anche quando erano in svantaggio e ha incoraggiato il «nemico» Balotelli persino quando divorava palle gol. Sarà l'effetto di questo stadio che da due anni porta bene a chi ci sta da padrone.

L'Italia ha giocato meglio e con più freschezza che a Palermo contro i bulgari. Infatti ha creato già nel primo tempo occasioni da gol nette e nitidamente sprecate da Balotelli che non concepisce l'arte del tocco sotto porta: da tre metri o da trenta SuperMario spara bordate terrificanti di cui è più difficile controllare la traiettoria. Nel giro di un minuto, il 24', un suo tiro da pochi metri si è stampato contro la traversa e un altro ha colpito uno spettatore all'altezza della dodicesima fila in curva, con Cech a terra. Insieme al colpo di testa indirizzato addosso al portiere del Chelsea sono stati gli episodi che hanno impedito alla Nazionale di rimediare subito al gol di Kozak.

Neppure con lo svantaggio (e con qualche rischio di troppo, l'ultimo allo scadere. su un tocco ravvicinato di Rabusic) abbiamo avuto realmente la sensazione che l'Italia si avviasse a un evento unico nella sua storia: la prima sconfitta interna in un girone di qualificazione ai Mondiali. Sembrava semplicemente una questione di mira, che si è aggiustata nella ripresa, insieme a qualche imprecisione nella difesa ceca. Sul gol di Chiellini, Cech ha commesso un errore insolito per lui, uscendo fuori tempo sul cross. E sul rigore del 2-1 è stato ingenuo Gebre Selassie, che porta il nome di un fenomeno dell'atletica leggera ma non ne ha la stessa statura da calciatore. Rimangono le considerazioni sul modulo.

Prandelli lo aveva ancora cambiato rispetto alle prove fatte nei giorni scorsi: difesa a tre, come nelle attese, ma in attacco il solo Balotelli, insomma un 3-4-2-1 di cui non ricordiamo un'altra versione. Dopo 20 minuti l'assetto era già cambiato e non è un esempio di convinzione tattica: De Rossi, fuori posizione nell'azione del gol dell'ex laziale Kozak, è tornato a centrocampo e la difesa si è schierata a quattro, per diventare più stabile e meno perforata sulle fasce. A Prandelli piace l'idea di sfruttare un centrocampista che faccia partire il gioco dalla retroguardia.

La motivazione è giusta però il ct ha la fortuna di ritrovarsi Bonucci, un difensore dai piedi buoni, dal lancio lungo e pulito, dall'appoggio preciso (quando non vuole strafare): nella Juve è un regista arretrato, ci lascia perplessi che non lo possa fare anche in Nazionale con una difesa impostata sul blocco e sul modulo bianconero.

Nella ripresa l‘ingresso di Osvaldo ha poi completato il restyling. L'ex romanista ha una fisicità superiore a Giaccherini e sebbene sia rimasto molto all'esterno ha aiutato Balotelli a reggere il peso in attacco. Due punte sono meglio di una. Non è uno slogan dei gelati nè una certezza assoluta. Ma l'Italia ci sembra che funzioni meglio con il doppio attaccante.

 

 

 

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