mao warhol

INCANTI SULLA VIA DELLA SETA - I MILIARDARI DI PECHINO A CACCIA DI TESORI NELLE ASTE IN OCCIDENTE - DIETRO AI NUOVI MECENATI IL PIANO DI “ESPANSIONE” CULTURALE DEL REGIME - IN EUROPA E' ALLARME PER LA SVENDITA DI UNA CIVILTA' AI MAESTRI DELL'IMITAZIONE

MODIGLIANIMODIGLIANI

1. IL MUSEO CINESE

Giampaolo Visetti per “la Repubblica”

 

«Sì, io sono un tuhao. Ma questo tuhao sta portando in patria i capolavori dell’arte, per ricostruire anche la cultura dei cinesi».

 

Liu Yiqian sceglie l’autoironia e non si vergogna di rappresentare i «nuovi ricchi» della Cina che si compra il mondo. Assieme alla moglie Wang Wei, è il simbolo dei ”magnifici cafoni”, i nipoti dei rivoluzionari di Mao Zedong che succhiano caviale iraniano dal polso e acquistano navi di sabbia delle Seychelles per le ville hollywoodiane, nascoste sulle colline a nord di Pechino.

 

ASTA MODIGLIANIASTA MODIGLIANI

I loro figli animano invece i circoli esclusivi dei fuerdai, la seconda generazione dei nababbi rossi, che prima di andare al parco allacciano due Apple watch d’oro alle zampe anteriori dei cuccioli di husky, tanto per sapere quanto tempo perdono.

 

La prima fase dell’esibizionismo comunista da parvenu, che ha segnato pure la Russia dopo il crollo dell’Urss, sta però finendo anche in Cina. Dalla razzia del lusso, si passa all’ostentazione della beneficienza e della cultura. I nuovi miliardari, nell’era Xi Jinping, non vogliono più essere invidiati, ma pretendono di essere amati e stimati: dal consumo passano al possesso, dall’impeto dell’eccesso all’investimento, dalla fuoriserie alla scultura.

 

Fino a due settimane fa solo gli specialisti sapevano chi fosse Liu Yiqian. Poi, al telefono da Shanghai, per 170 milioni di dollari ha comprato il Nu Couché di Amedeo Modigliani, battuto all’asta di Christie’s a New York. Gerard Lyons, di Standard Chartered sintetizza l’evento così: «Si chiude il trentennio del “made in China” e si apre quello del “owned by China”, la “fabbrica del mondo” si trasforma nell’«”azionista di maggioranza” del pianeta ».

 

MODIGLIANI ASTA 5MODIGLIANI ASTA 5

L’obbiettivo di Stato è chiaro: fare della seconda economia globale una capitale anche dell’arte e della cultura moderne e contemporanee, sostenendo i privati che accettano di diventare i nazionalisti mecenati del presente. Liu Yiqian, 52 anni, è uno di questi. Nei primi anni ’80 cuciva borse di finta pelle in uno scantinato di Shanghai e per pagare l’affitto faceva il taxista abusivo.

 

Vent’anni fa ha scoperto la Borsa: vanta oggi un portafoglio da 1,5 miliardi di dollari e guida il gruppo Sunline, colosso di chimica, immobiliare, farmaceutica e finanza. Si definisce però, prima di tutto, un «fanatico dell’arte», un «collezionista compulsivo» di quadri e oggetti.

 

MODIGLIANI ASTA 1MODIGLIANI ASTA 1

Risultato: nel 2012 ha aperto il «Long Museum » a Pudong, nel 2014 la seconda sede sul Bund, sempre a Shanghai, mentre è in progetto il terzo museo, nella megalopoli di Chongqing. Il primo colpo mediatico, lo scorso anno: all’asta di Sotheby’s, a Hong Kong, ha acquistato una tazzina Ming per 36 milioni di dollari, pagando con la carta di credito per ottenere i punti necessari per far volare gratis tutta la famiglia per un anno, classe business.

 

MODIGLIANI ASTA 6MODIGLIANI ASTA 6

Per celebrare lo shopping si è fatto subito servire un tè nella preziosa ceramica, appartenuta all’imperatore Qianlong. I cedimenti infantili alla vanità non ostacolano però la sfida della sua vita: spingere i suoi musei al livello del Moma e della Guggenheim di New York, trasformando la Cina nella destinazione mondiale preferita del turismo culturale, superando Europa e Usa. Nelle collezioni dei miliardari cinesi figurano già Picasso, Monet, Van Gogh, Munch, Chagall, Warhol, Kounellis, Rothko, Koons, oltre che il meglio dell’arte andata all’asta nell’ultimo decennio.

 

Quest’anno la Cina ha sorpassato Stati Uniti e Gran Bretagna, diventando il primo cliente mondiale di un mercato da 50 miliardi di euro: Pechino, via Hong Kong, ha raddoppiato gli acquisti sia da Christie’s che da Sotheby’s, di cui è primo cliente. L’evoluzione però, nella nazione che ha appena superato gli Usa per numero di miliardari, è evidente. Fino a ieri lo Stato e pochi collezionisti protetti dal governo rastrellavano i pezzi antichi trafugati all’estero, durante le invasioni straniere o per sottrarli alla rivoluzione culturale maoista.

 

Oggi, oltre alle star contemporanee cinesi, come Cai Guo Qiang, Yue Minjun e Zhang Xiaogang, gli investimenti di centinaia di tuhao fanno rotta sulle icone della bellezza occidentale. «I cinesi — ha detto Liu Yiqian al New York Times — non dovranno più andare in Occidente per ammirare i grandi maestri e gli stranieri dovranno venire in Cina per vedere alcuni tra i pezzi più famosi».

 

Jack Ma Jack Ma

Dietro gli acquisti record, le quotazioni folli e le decine di musei inaugurati in tutto il Paese, emerge così il piano del partito- Stato, deciso a sfruttare la vanità privata per accelerare la potenza pubblica, che Xi Jinping chiama «espansione culturale» cinese nel mondo. Da Jack Ma a Wang Jianlin, da Alan Lau a Wang Zhongjun, da Lu Xun a Qiao Zhibing, da Lin Han a Li Hejun, tutti i nuovi miliardari cinesi sanno che investire in tesori dell’arte oggi è «patriottico» e garantisce l’impunità dalla guerra contro «corruzione, eccessi e stravaganze», dichiarata dalle autorità.

 

«Quadri, sculture e simboli globali della cultura — dice il neo-miliardario Cheng Wei — sanciscono l’ultima fase della rinascita cinese. Non siamo più quelli che si fanno consegnare il mastino tibetano in Rolls-Royce: compriamo anche scuole private e università inglesi, grattacieli Usa, vigne francesi e industrie in Germania. Dopo Picasso e Modigliani potremmo decidere di fare un’offerta per acquistare in Occidente interi musei e monumenti: non ci sono confini, grazie agli sponsor la migrazione dell’arte verso Oriente è solo agli inizi».

 

Galleristi e antiquari confermano che in Cina sono già custodite alcune tra le più ricche collezioni d’arte del mondo e che Pechino ha stanziato il più alto budget statale per la cultura tra le super- potenze.

 

«L’opera sotto il milione di dollari — dice Thomas Galbraith, direttore della galleria Paddle 8 — non viene nemmeno considerata. C’è una parte di snobismo e una di ignoranza: ma la tensione a puntare al massimo sta costruendo un patrimonio artistico senza precedenti, che fonde Oriente e Occidente».

liu yiqian con la moglie wang weiliu yiqian con la moglie wang wei

 

In Europa monta così l’allarme per la «svendita di una civiltà» ai «maestri dell’imitazione»: la Cina, grazie agli interessi delle multinazionali, comincia ad acquistare in blocco anche le grandi mostre e i critici si oppongono alle «tournée dei capolavori nella culla dei falsari ». Il rischio, sostengono, è «svuotare l’Occidente dalla bellezza che ancora caratterizza la sua identità».

 

E’ però proprio questa, la bellezza della creatività, che interessa ai nuovi ”padroni del mondo”. Senza di essa ai soldi non rimane che la volgarità e i neo-profeti del capitalismo di Stato hanno imparato che l’eleganza è l’apparenza indispensabile per essere globalmente accolti in società.

 

«Il messaggio è semplice — ha detto Liu Yiqian dopo essersi assicurato il Modigliani record —: abbiamo comprato i vostri palazzi, abbiamo comprato le vostre aziende, è tempo di comprare le vostra arte e la vostra cultura». Altro non c’è, nemmeno per tuhao e fuerdai: e questa, va riconosciuto, è una buona notizia.

 

2. COSÌ CERCANO LEGITTIMITÀ CON UN BRAND

Dario Pappalardo per “la Repubblica”

 

«I cinesi vogliono far vedere che ora possono. E l’arte occidentale serve a legittimare non solo la loro potenza economica, ma anche la loro cultura agli occhi del mondo». Mario Cristiani è appena tornato da Pechino.

 

Con i soci Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo ha fondato Galleria Continua a San Gimignano, l’unica italiana che dal 2005 ha una sede a Pechino e che figura costantemente nella power list dell’arte contemporanea mondiale.

 

liu con la tazza mingliu con la tazza ming

Rappresenta una roccaforte di opere occidentali esposte nella Repubblica di Mao: i prossimi artisti in cartellone sono il britannico Antony Gormley e l’italiano Michelangelo Pistoletto. Ma non solo, gli italiani hanno fatto “digerire” al governo cinese anche l’icona dissidente Ai Weiwei, che ora ospitano con una mostra in programma fino ai primi giorni del 2016.

 

Cristiani, come è cambiato il gusto cinese degli ultimi anni?

«I cinesi sono diventati cosmopoliti anche nelle scelte del collezionismo. In questo hanno influito le fiere internazionali: Art Basel a Hong Kong dal 2013 ha giocato un ruolo fondamentale. Oggi esporre in una raccolta gli artisti occidentali significa legittimare anche i maestri locali che sono inseriti nella stessa collezione.

 

Picasso, Modigliani o un artista vivente e sul mercato come Anish Kapoor diventano brand che fanno salire il valore di una collezione. Le regalano credibilità. Così come accadeva nel Novecento con i grandi capitalisti americani che compravano i maestri europei e davano vita a fondazioni che sono diventati musei tra i più importanti del mondo».

 

VAN GOGHVAN GOGH

Gli artisti occidentali sono anche blue chip per i collezionisti cinesi, investimenti sicuri e redditizi sul mercato...

«Sì, ma proprio come succede con i collezionisti occidentali. La Cina, fatto salvo il suo sistema politico, è un Paese capitalista e sta promuovendo le nuove fondazioni dedicate all’arte contemporanea. In più, ora lo stesso governo vuole sviluppare l’industria culturale coinvolgendo gli occidentali o personaggi che comunque godono di grande credibilità in Occidente».

 

Vale a dire?

LE NINFEELE NINFEE

«Archistar come Zaha Hadid e Rem Koolhaas sono stati contattati per progetti faraonici. A Shaoshan, la città dove è nato Mao, sorgerà entro un paio d’anni un enorme museo statale da 90.000 metri quadrati. Esporrà l’arte cinese, ma anche molti maestri occidentali acquistati dallo Stato. Il governo vuole organizzare per l’apertura una grande mostra sul Rinascimento italiano, mettendolo in parallelo con l’arte cinese dello stesso periodo. E anche noi, come galleristi, siamo stati contattati per fare da mediatori con le istituzioni italiane».

 

 

Quello occidentale diventa un modello anche per la costruzione e l’organizzazione dei nuovi musei?

liu beve da una tazza vecchia di 500 anniliu beve da una tazza vecchia di 500 anni

«Evidentemente sì. Ci si affida a un modello consolidato e accettato dal mondo. Ma questo rischia di compromettere il gusto. L’Occidente vende i suoi simboli più noti, ma sarebbe anche importante alimentare uno scambio culturale autentico. Non mettendo in circolo solo gli artisti più riconoscobili e “facili”».

 

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO