L’ANGELO DI KIEFER VOLTEGGIA NEL CORTILE DI PALAZZO STROZZI A FIRENZE - INSTALLATA L’OPERA, IN ATTESA DELLA MOSTRA DELL’ARTISTA, CHE SI APRIRA' IL 22 MARZO – SARANNO ESPOSTE VENTICINQUE TRA TELE, INSTALLAZIONI E SCULTURE DEL MAESTRO TEDESCO - NELLA CADUTA DELL’ANGELO L’OCCHIO DELL’OSSERVATORE È ATTIRATO DALL’INDICE PUNTATO ALL’INSÙ, UN GESTO SIMBOLICO DI CUI È POPOLATA L’INTERA STORIA DELL’ARTE. PIÙ CHE UN’AMMONIZIONE, SEMBRA INDICARE UNA...
Elisabetta Berti per repubblica.it - Estratti
Anselm Kiefer – La caduta degli angeli mostra firenze
L’arcangelo Michele di Anselm Kiefer volteggia a sette metri di altezza, eroico e terribile, stagliato su di un cielo d’oro che ricorda i polittici gotici, come una visione apocalittica che in sé contiene il seme della redenzione. Engelssturz – La caduta dell’Angelo è l’opera monumentale che accoglierà il visitatore di Anselm Kiefer – La caduta degli angeli, dal 22 marzo al 21 luglio a Palazzo Strozzi a Firenze.
Cinque tele collocate una sopra l’altra fino a lambire i finestroni del piano nobile, che compongono un’opera pensata per dialogare col rigore geometrico del palazzo rinascimentale. Si manifesta a chi si affaccia nel cortile impressionandolo, e assommando i significati della grande retrospettiva dedicata ad uno dei massimi artisti viventi, curata dal direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino.
Con la tela idealmente divisa in due tra “alto” e “basso”, tra cielo ed inferi, Engelssturz è un’opera inconfondibilmente kieferiana, una metafora della lotta tra Bene e Male, della dualità tra la materia e lo spirito, che infonde l’intero racconto della mostra per la quale sono state selezionate venticinque tra tele, installazioni e sculture del maestro tedesco, in parte lavori storici in parte nuove produzioni. Un progetto che Galansino insegue dal 2018, da quando Kiefer, che oggi ha 79 anni, venne a fare visita a Palazzo Strozzi, da lui definito «uno dei miei palazzi preferiti al mondo», per dare il via alla preparazione della mostra.
Anni di lavoro svolti nel suo studio di Croissy- sur-Seine, alle porte di Parigi, nei 36 mila metri quadrati dell’ex deposito del grande magazzino La Samaritaine dove, per prepararsi al meglio, è stata realizzata perfino una riproduzione in scala 1:1 degli spazi del palazzo fiorentino. A pochi giorni dall’inaugurazione, il gigantesco inedito nel cortile installato grazie al supporto della Fondazione Hillary Merkus Recordati, ne anticipa la visione e i contenuti.
Anselm Kiefer – La caduta degli angeli mostra firenze
Ispirato al San Michele Arcangelo di Luca Giordano, l’angelo guerriero di Kiefer brandisce la spada mentre sorvola un magma scuro, un impasto di materiali in cui si distinguono abiti moderni e i volti degli angeli caduti, uno sopra l’altro come fossero macerie. La superficie è a rilievo, tridimensionale, perché Kiefer, che nei primi anni Settanta fu allievo di Joseph Beuys all’Accademia di Düsseldorf, più che un pittore è un manipolatore della materia: qui ha usato olio, acrilico, gomma-lacca, foglia d’oro, tessuto, sedimento di elettrolisi e carboncino su tela. È così che lui si fa alchimista, demiurgo che plasma la materia mentre mantiene viva la memoria della storia, della guerra in mezzo a cui venne al mondo nella Germania del 1945, sotto le bombe.
(...) In Engelssturz l’occhio dell’osservatore è attirato dall’indice dell’angelo puntato all’insù. È l’indigitazione, un gesto simbolico di cui è popolata l’intera storia dell’arte, e di cui il San Giovanni di Leonardo è solo l’esempio più enigmatico. Ma qui l’indice alzato, più che un’ammonizione per il giudizio che ci attende tutti, sembra indicare una vita di scampo. Come a dire: il mondo è un cumulo di macerie, ma una possibilità di salvezza c’è.
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