“VOGLIO UN FIDANZATO BELLO E SPORTIVO” - L’AZZURRA SIMONA QUADARELLA, CHE HA VINTO TRE ORI AGLI EUROPEI DI NUOTO E HA GIA' FATTO DIMENTICARE LA PELLEGRINI: “NON SONO LA NUOVA FEDERICA. MA NON VOGLIO FERMARMI QUI - MI ALLENO NUOTANDO 14 KM AL GIORNO E NON MI STANCO MAI - NOI GIOVANI ORA SENTIAMO MENO "L'EFFETTO TAPPO" DEI PIÙ ANZIANI E SIAMO PARECCHIO INTRAPRENDENTI”
Rita Pavesi per “Libero quotidiano”
SIMONA QUADARELLA E CHRISTIAN MINOTTI
Simona Quadarella ha solo 19 anni ma non teme nulla. Non i confronti con la "divina" Federica Pellegrini, l' azzurra del nuoto più vincente di sempre, ma nemmeno quelli con la "marziana" Katie Ledecky, la statunitense prendi-tutto dello stile libero, primatista mondiale dei 400, degli 800 e dei 1500, campionessa olimpica in carica dei 200, 400, 800 stile.
Nel suo piccolo, la pompiera romana (è tesserata con le Fiamme Rosse dei Vigili del fuoco) si è appena laureata campionessa europea nei 1500 metri, 800 metri e 400 metri stile libero, ma guarda già oltre, ad altre medaglie a anche altre distanze, sfoderando il sorriso da ragazzina. Ma anche una grinta incendiaria.
Simona, l' additano già tutti come nuova o "anti" Federica Pellegrini. È così?
«Io non me la sento ancora di paragonarmi a Federica. Lei ha vinto alle Olimpiadi, ai Mondiali. Io sono all' inizio, ma di certo non voglio fermarmi qui. Voglio nuotare molti e molti anni. E vincere ancora tanto».
Quindi non abbiamo davanti una meteora?
«Io voglio nuotare il più a lungo possibile. I buoni esempi li ho. Fabio Scozzoli, con il suo argento adesso a 30 anni, Magnini. E tanti altri».
Quando ha iniziato?
«A 3 mesi. Mio padre non voleva preoccuparsi quando uscivamo in mare, la sua passione. Così ci ha fatto nuotare da subito a me e a mia sorella. Ma non che immaginassi tutto questo. Poi a sette anni la preagonistica poi le prime gare. E non ho più smesso».
Noi l'abbiamo conosciuta col bronzo mondiale dell'anno scorso sui 1500. Lei quando ha capito che poteva lasciare il segno nel nuoto?
«L'ho capito nel 2014, quando ho vinto i 1500 e gli 800 stile agli Europei juniores, poi sono arrivati anche i Mondiali giovanili. Insomma, quando ci prendi gusto a vincere lavori più volentieri in allenamento e i risultati arrivano più velocemente».
Medaglia chiama medaglia. Quindi dopo questi Europei...?
«Ci sono i Mondiali del prossimo anno e poi, soprattutto, Tokyo 2020. Il grande sogno».
Quanto ci si allena per un sogno così grande?
«Nuoto 13/14 km al giorno divisi in 10 allenamenti in acqua a settimana, e poi anche due allenamenti in palestra. Il mio allenatore Christian Minotti (sui social detto Lo scuro), dice che non mi tiro mai indietro».
Infatti, non contenta, ora punta pure ai 200 stile?
«Sì, anche se sulla velocità ho ancora da lavorare. Però vorrei proprio fare anche le staffette».
Dei tre ori europei, quale è stato il più bello?
«La vittoria sui 400! Perché non me l'aspettavo. All'inizio puntavo alla finale. Poi, una volta che mi trovo in acqua, divento cattiva: è stata la gara più combattuta ma anche quella in cui alla fine mi sono divertita di più. Perché vi assicuro che i 1500 sono durissimi».
Anche se sembra che non lasci scampo a nessuna avversaria e prende il largo?
«È dura, è dura. Quella dei 1500 è la gara più faticosa».
Ma l' allenatore che si sbraccia come un matto dalla tribuna, lei, dall' acqua, lo vede?
«Nei 400 lo vedevo benissimo. Ha fatto bene a sbracciarsi per dirmi di non mollare. Nelle altre gare l'ho visto poco a dire il vero... ma siamo molto affiatati, non riuscirebbe a star tranquillo mentre gareggio».
La sua amica e collega in oro, Margherita Panziera, si sta per laureare in economia aziendale. Ilaria Cusinato due argenti europei, parla quattro lingue, si è diplomata poche settimane prima degli europei e vuole studiare da mediatrice culturale. La Quada e lo studio?
«Ho frequentato lo scientifico, l'anno scorso ho fatto la maturità prima dei Mondiali. Quest'anno ho molto intensificato gli allenamenti e con l' università sono in pausa. Mi sono iscritta a economia ma voglio riflettere bene su cosa fare».
Da Glasgow sono piovute medaglie da questa nuova generazione di azzurri giovani, impegnati e umili. È accaduto perché, per un motivo o per un altro, non avete più avuto davanti la strada sbarrata dai soliti noti?
«I più grandi di noi ci sono ancora e secondo me torneranno a fare i loro risultati.
Gregorio ha mancato l'oro solo perché non stava bene, Detti è infortunato ma torna presto, tanto per dirne qualcuno. Di certo noi giovani ora però sentiamo meno "l' effetto tappo" dei più anziani e siamo parecchio intraprendenti. E io l' ho capito proprio qui a Glasgow che questa è la nostra arma in più. Non ci concediamo scuse. Quando sbaglio, sbaglio io e me la prendo soltanto con me stessa. E per vincere devo essere io a lavorare sodo».
La medaglia azzurra di questi europei, oltre alle sue, che l' ha emozionata di più?
«Il bronzo nei 100 farfalla di Elena Di Liddo, perché siamo compagne di stanza, e anche i due bronzi nei 50 e nei 100 rana di Arianna Castiglioni. Eppoi, vabbè la più pazzesca e inattesa, l'oro nei 100 farfalla di Piero Codia, partito dalla corsia 8, quella dell' ultimo tempo».
Ci racconta cosa fa Simona all' asciutto?
«Una normale: le uscite con le amiche del liceo, sempre quello, appena potrò po' di shopping, alla moda, per ora niente fidanzato. Ma una cosa è certa: lo voglio bello e sportivo».